EURO EMOTICON
di Andrea Ranieri
Dopo diverse settimane l’Eurolega torna finalmente ad esibirsi in un turno completo, nel corso del quale tutte le nove partite vengono giocate. Un turno segnato da segnali di ripresa di alcune big in difficoltà e dal ritorno in campo dell’Olimpia Milano, uscita sconfitta dalla durissima battaglia di Valencia.
CHI SALE
Hassan Martin. Esordiente in Eurolega quest’anno, molti degli addetti ai lavori avevano espresso dubbi sul centro under-sized dell’Olympiacos, ma Martin sta rispondendo a suon di ottime prestazioni. L’ultima è arrivata nella vittoria di San Pietroburgo contro lo Zenit, in cui, oltre alla consueta energia, il lungo americano ha portato alla causa ben 16 punti con un perfetto 7/7 dal campo. Al momento è un vero fattore.
Rodrigue Beaubois. La vittoria dell’Efes sul Maccabi lascia dubbi su entrambe le formazioni, soprattutto dal punto di vista difensivo, ma la cosa certa è che stavolta Rodrigue Beaubois ha sopperito ottimamamente all’assenza della stella Shane Larkin. Per lui notevole prova realizzativa (23 punti), in cui è compreso il layup che ha consegnato il vantaggio definitivo a 21 secondi dalla sirena. Ottima anche la capacità di coinvolgere i compagni, come testimoniato dai 7 assist. C’è assoluto bisogno di questa sua versione in casa Efes.
Barcellona. La squadra di coach Sarunas Jasikevicius conquista la vetta solitaria operando un massacro (67-103) a domicilio in casa Alba Berlino. Il Barcellona non solo ha rispettato i pronostici della vigilia, ma ha impressionato per la crescita, in termini di qualità, del proprio gioco offensivo. Prioritaria come sempre la ricerca dalla palla dentro. Quando l’area sia chiusa la palla esce per tiratori del calibro di Kyle Kuric e Alex Abrines. Il lavoro di Jasikevicius inizia a dare seri frutti in entrambe le metà campo. Dopo sette turni, coach Saras guida la squadra più forte d’Europa.
Walter Tavares. Il Real Madrid deve sudare le proverbiali sette camicie per affondare la resistenza dello Zalgiris, ma ci riesce guidata dal proprio pivot, protagonista di una performance da 22 punti con un immacolato 9/9 al tiro da due. Quando Facundo Campazzo riesce a innescarlo come solo lui sa fare, le sue leve sono troppo davvero per tutti, e la partita di Kaunas ne è la prova. Ora il problema è: quanto ancora Tavares godrà dell’imprescindibile assistenza del playmaker argentino?
Sam Van Rossom. Pur non essendo mai sceso in campo con la maglia biancorossa, Sam Van Rossom era di fatto un ex della partita contro l’Olimpia Milano, quella in cui ha fatto registrare il suo career high per punti in Eurolega, con 21. Il belga approfitta di tutte le sbavature della difesa milanese, colpendo dal perimetro come al ferro, o subendo falli quando possibile. Alla fine, contro ogni pronostico, è lui a risultare decisivo in una vittoria fondamentale per i taronja.
CHI SCENDE
Maccabi. La squadra israeliana non riesce a schiodarsi dalla crisi di risultati europei neanche nel match contro l’Efes. Se in attacco è evidente che si dovrebbe cercare di appoggiare maggiormente la palla ad Ante Zizic, è ancor più chiaro che la difesa non assomigli manco lontanamente a quella dello scorso anno. Stavolta la via tentata è quella del cambio sistematico, ma con Ante Zizic e Dragan Bender si fa davvero dura resistere agli uno contro uno dei piccoli avversari. Qualcosa, a livello tecnico, non funziona. Coach Ioannis Sfairopoulos deve intervenire prima che sia troppo tardi.
Rokas Giedraitis. Il Baskonia butta via un turno prezioso, regalando la prima vittoria stagionale all’ASVEL. Come la scorsa settimana, spicca la sostanziale assenza offensiva della rising star Rokas Giedraitis, anche questa volta poco intraprendente, con appena 7 tiri tentati in ben 31 minuti di gioco. E’ vero che il Baskonia sta trovando punti da altri protagonisti, ma il suo apporto sembra fondamentale per creare maggiori grattacapi alle difese delle opponenti.
Erick McCollum. Prestazione completamente opposta rispetto a quella eccellente vista la settimana scorsa a Belgrado. In casa del Fenerbahce per lui 18 minuti in campo, 0 punti con 0/4 dal campo e -7 di valutazione. Sostanzialmente una tragedia. Stavolta fatica a produrre in coppia con Alexey Shved, ma non si rende utile neanche quando lo Zar va a riposarsi in panchina, costringendolo ancora una volta a gestire quasi tutti i possessi. Peccato che per Shved sia una serata no.
Stella Rossa. La difesa del Bayern Monaco si sta dimostrando indubbiamente molto solida, ma la prova offensiva della Stella Rossa è qualcosa di difficilmente concepibile (59 punti segnati). Ancora buono l’apporto di Johnny O’Bryant, ma tradisce nuovamente il reparto esterni, con Langston Hall e Jordan Loyd che hanno avuto le polveri bagnate per tutta la sera (5/21 dal campo in due). Urge trovare un equilibrio tra gioco perimetrale e interno per essere competitivi.
Sergio Rodriguez. Molte delle sue scelte e letture offensive costano la partita di Valencia all’Olimpia. Gli spagnoli, stanti le assenze di Malcolm Delaney e Riccardo Moraschini, sanno che Milano manca di una vera alternativa a Rodriguez, quindi decidono di metterlo sotto forte pressione quando è in campo. A parte qualche pregiata iniziativa individuale, il Barba non riesce quasi mai a creare in transizione e ferma troppo la palla in attacco. Milano gioca meglio senza un vero playmaker. Finché sarà solo, l’Olimpia avrà bisogno di maggior lucidità dalla propria stella.
LA CLASSIFICA
Barcellona 6-1; Zalgiris 5-2; Bayern Monaco 5-2;Valencia 4-2; Fenerbahce 4-3; Olympiacos 4-3; CSKA Mosca 4-3; Olimpia Milano 3-2; Efes Istanbul 3-3;Real Madrid 3-4; Zenit San Pietroburgo 2-1; Baskonia 2-3; Panathinaikos 2-3; Stella Rossa 2-4; Maccabi Tel-Aviv 2-5; ASVEL 1-3; Alba Berlino 1-4; Khimki Mosca 1-6
In foto Sergio Rodriguez/Ciamillo Castoria