EURO EMOTICON

di Andrea Ranieri

Il giovedì e il venerdì di Eurolega regalano un undicesimo turno privo di rinvii finalmente. In ambito italiano spicca l’impresa dell’Olimpia Milano, vincente a Tel Aviv trentatré anni dopo l’ultima volta (stagione 1987/1988). Si acuisce dunque la crisi del Maccabi. In vetta cade clamorosamente il Barcellona in casa dell’ASVEL, mentre il CSKA, vincente nel big match contro il Real Madrid, si attesta al secondo posto, inseguito da un Valencia sempre più solido.      

CHI SALE

Mike James. Terza grandissima prestazione filata per il playmaker americano. Ormai è consolidata per Itoudis la sua partenza dalla panchina. Non sono tanto i 28 punti segnati in altrettanti minuti di impiego a impressionare, ma è quel clamoroso gioco da quattro punti cadendo fuori dal campo, che porta il CSKA dal meno uno al più tre a pochissimi secondi dalla sirena. Sta imparando a dare il suo (gigantesco) contributo senza dover forzare troppo, risultando poi più lucido quando conta. E’ il principale motivo per cui ora il duello col Barcellona inizia a vedersi anche in classifica.         

Zenit San Pietroburgo. Ora la squadra di Xavi Pascual non può considerarsi una semplice mina vagante, ma una concreta pretendente per un posto nelle prime otto. Delle otto partite giocate ben sei sono state vinte, compresa l’ultima in casa dello Zalgiris. L’attacco non sarà sicuramente il più fluido e piacevole della competizione, ma, giocando a ritmi bassi, riesce sempre a individuare chiari punti di riferimento. Poi c’è quella difesa, paragonabile, per aggressività ed efficacia, a quella del Barcellona.              

Alba Berlino. Bravi, anzi, bravissimi. La squadra tedesca potrebbe ormai definirsi l'”ammazza-russe”. Giovedì sera è infatti arrivato un nettissimo successo (100-80) ai danni di un evanescente Khimki. A fronte di una difesa che non è certamente caratteristica peculiare di questo gruppo, ancora una volta coach Aito ha messo in piedi un sistema offensivo gradevole e spumeggiante, capace di mandare in doppia cifra ben sei uomini. Il talento non è molto, ma se sono in serata giocano davvero bene. Martedì sono attesi al Forum per il recupero della gara contro l’Olimpia Milano.           

Malcolm Delaney. Sia chiaro, avremmo potuto premiare anche Kevin Punter o Kyle Hines, ma abbiamo voluto dare spazio a colui che ha segnato il canestro della vittoria sul campo del Maccabi. Segna 16 punti e tira 6/13 dal campo, ma quando è in campo lui l’Olimpia piazza i parziali migliori. E’ ammirevole la sua abnegazione difensiva su Scottie Wilbekin, che si accende solo nel finale. Ma va soprattutto lodata la sua capacità di segnare i tiri che contano, come già era accaduto contro lo Zalgiris. A volte è imprevedibile, ma giocatori così servono. Quest’anno più che la squadra di Sergio Rodriguez, l’Olimpia può essere quella di Malcolm Delaney e Kevin Punter.                

Nemanja Nedovic. Imprescindibile è l’unico aggettivo con cui ci si può attualmente riferire alla guardia serba, pensando al Panathinaikos. Per la squadra di coach Vovoras è fondamentale, tanto da essere il protagonista designato di ogni uscita dai blocchi, dove crea grandi vantaggi, e della maggior parte dei pick and roll. Soprattutto contro difese che cambiano prende sempre l’attacco per mano, costruendo per se stesso e per gli altri. Per fare i playoff difficilmente basterà, ma Nemanja Nedovic sta rinascendo.       

CHI SCENDE

Zalgiris Kaunas. Ormai l’effetto dello straordinario inizio si è esaurito del tutto e la classifica inizia a ridimensionarsi. La sconfitta casalinga contro lo Zenit è simbolo di una squadra che, come ogni anno, è in debito di talento, ma che in questa stagione ha perso anche la propria famosa durezza difensiva, mancando perciò di un punto di forza fisso nei momenti di difficoltà. Gli anni passati lo Zalgiris cresceva con l’andare della competizione, quest’anno sembra andare al contrario.

Jordan Loyd. Stavolta, e ci può stare, il miglior marcatore della competizione sbaglia la partita. Nella sconfitta casalinga della Stella Rossa al cospetto dell’Efes, mette sì a referto 10 punti ma lo fa tirando 3/14 dal campo e 4/6 dalla lunetta (era tiratore da 98% fino a questa settimana). Fatto salvo il proprio reparto guardie, la Stella Rossa non ha moltissimi punti nelle mani, soprattutto se manca Johnny O’Bryant. Serate del genere per Loyd difficilmente saranno perdonate dalle avversarie.       

Khimki. Anche quest’anno l’incontro con la squadra di coach Kurtinaitis nella sezione dei bocciati pare un appuntamento fisso. Ok la partenza ad handicap data dalle troppe asssenze nei primi tre turni, ma ora la situazione inizia a essere inaccettabile. Berlino è un campo su cui le pretendenti ai primi posti devono vincere, anche giocando male se serve. C’è ancora più talento dell’annata scorsa, soprattutto nel reparto lunghi, ma Kurtinaitis e il suo gioco paiono ancora prigionieri delle lune di Alexey Shved, che nelle serate peggiori oscura un roster stellare. Davvero un cambio in panchina non viene ancora considerato?          

Maccabi Tel Aviv. Tra le referenze principali della versione 2020/2021 degli Israeliani pare esserci la capacità di suicidarsi. Dopo un secondo quarto in cui è stata netta la superiorità tecnica di Milano, il Maccabi rientra, pur facendo leva solo su soluzioni individuali e sui tanti tiri aperti sbagliati dai biancorossi. Arriva anche a più quattro (70-66) a un paio di possessi dal termine, ma riesce a regalare a Kevin Punter un clamoroso gioco da quattro punti. Nell’offensivamente prolifico supplementare il team di Tel Aviv è anche sfortunato. A un terzo della stagione regolare il record dice 3-8 e la classifica piange. Ioannis Sfairopoulos deve trovare la formula giusta.  

Barcellona. Non era certo nelle aspettative riservate al Barcellona schiacciasassi di questo inizio stagione la sconfitta in casa dell’ASVEL, arrivata peraltro in maniera abbastanza netta (80-68). Contro la stazza francese i Blaugrana non trovano mai le loro amate soluzioni interne, mentre tirano poco e male dall’arco (2/8 da tre punti). La difesa non è quella cui ci siamo abituati. Indubbiamente un semplice passo falso, che avrà certamente mandato su tutte le furie Sarunas Jasikevicius.     

LA CLASSIFICA

Barcellona 8-2; CSKA Mosca 8-3;Valencia 7-3; Bayern Monaco 7-4; Zenit San Pietroburgo 6-2; Efes Istanbul 6-4; Real Madrid 6-5; Olimpia Milano 5-3; Olympiacos 5-4; Baskonia 5-5; Zalgiris 5-6; Stella Rossa 4-7; Fenerbahce 4-7; Panathinaikos 3-7; Alba Berlino 3-6; Maccabi Tel-Aviv 3-8; ASVEL 2-6; Khimki Mosca 2-8