Davide Alviti, giocatore dell’Allianz Trieste, ha parlato a TuttoSport della sua prima convocazione in Nazionale:

“Ne ho viste tante, è una storia lunga. Ho cominciato ad Alatri, la mia città, 30.000 abitanti. La svolta è stata una gara giovanile regionale tra Alatri ed Eurobasket Roma, finita 14-101 con quei 14 punti segnati da me. Un dirigente di Roma venne a parlare con il presidente, papà e me. Fu una scelta difficile soprattutto per mio padre, Giulio, perchè all’epoca aveva appena perso il lavoro e viaggiare ogni giorno da Alatri alla capitale, circa un’ora e venti , aveva un costo molto importante per una famiglia di quattro persone. Ricordo che papà aveva solo i soldi della benzina in tasca. Eppure mi ha accompagnato e riportato per tre anni. Tutti hanno fatto sacrifici compreso mio fratello Alessandro, del 2002, che adesso è a Rimini in B e che è uscito di casa a 14 anni per il basket. Lui poteva vedere meno il papà, oltre alle rinuncie di tutti noi. Ora capisco bene il valore dei soldi: questo mi spinge a restituire, oggi far star bene i miei. Che si sia predestinati o meno, io sono fermamente convinto che il lavoro, se incessante, attento e convinto, alla fine paghi. E’ emozionante essere quì: da piccolo nemmeno riuscivo ad immaginarla la maglia azzurra. E’ un onore pazzesco, un’emozione ogni giorno”.