Le positività emerse nel gruppo squadra di Obradoiro ed Estudiantes costringono le battistrada al rinvio, Polonara (15) contribuisce alla scorpacciata dei suoi sul Betis.
Non si è giocata Barça-Estudiantes, non si giocherà Estudiantes-Obradoiro e nemmeno Estudiantes-Joventut Badalona; non si è giocata Obradoiro-Real Madrid. Il covid-19, mentre per i vaccini è corsa ad ostacoli contro i ritardi, decide di fare nuovamente capolino nella Liga ACB, quasi volesse essere un indesiderato MVP.
Gentile e compagni fanno i conti con un focolaio che ha portato a 4 i positivi asintomatici, al Fontes do Sar sono tre settimane che si prova a rientrare dopo i 6 casi apparsi il 30 dicembre, con la fretta d’integrare il neoarrivato Koniaris a fare da cornice; così si ferma, in parte, il basket in terra d’Iberia, privando i tifosi non solo delle due compagini colpite, ma anche delle due più accreditate pretendenti al titolo, costrette ad osservare un forzato turno di riposo che si tradurrà in ritmi frenetici per recuperare la partita rinviata cercando d’incastonarla tra Copa del Rey, Eurolega ed i prossimi impegni di campionato. Le date a disposizione sono sempre di meno.
Per quanto può, però, il pallone continua a rimbalzare sul parquet e sui ferri, a bucare le retine.
Lo fa, alla grande, il Baskonia di Achille Polonara che, spinto da uno strepitoso Peters (27) e portando ben 4 giocatori ad almeno 15 punti segnati, strapazza senza pietà (103-76) il malcapitato Betis a cui non basta il solo Ouattara (22). La compagine blaugrana, agli ordini di Dusko Ivanovic, tira con percentuali irreali, sfiorando il 70% da 2 e superando il 50% da 3, e scava il solco già nei primi 10’; per Polonara, 18 di valutazione, partita da solido coprotagonista, in compagnia di Vildoza (19) e Giedraitis (15).
Fa suo senza storia il derby Tenerife (87-108) che concede solo un quarto di respiro a Gran Canaria prima di farne un sol boccone. Nella giornata in cui Huertas e Shermadini si prendono una pausa realizzativa, ci pensano Sulejmanovic (18) e Guerra (19) a dare spettacolo con una prestazione perfetta (100% dal campo) al tiro. Kilpatrick (22) ed Okoye (12) sono i protagonisti del parziale di 12-0 che porta “Granca” a chiudere avanti la prima frazione, tuttavia non riescono a frenare il pronto ritorno degli aurinegros che mettono il naso avanti già in apertura di secondo quarto con un parziale di 10-2; Gran Canaria prova a restare attaccata alla partita in tutti i modi possibili ma coach Fisac commette la leggerezza di invadere il campo sotto gli occhi della terna arbitrale che lo punisce con il fallo tecnico. È la mazzata definitiva; Shermadini si scuote dal sonno e comincia a dominare il pitturato, Tenerife piazza la fuga decisiva. Le Isole Canarie sono aurinegras fino alla prossima sfida.
Nono successo consecutivo (78-83) per Valencia che compie l’ennesimo blitz stagionale espugnando il parquet del San Pablo Burgos. Sugli scudi il taronja Labeyrie (21) con 7/8 dal campo per una valutazione di 32, ai padroni di casa non basta la verve di McFadden (25) e Rivero (14); proprio il colombiano, a 40” dalla fine, avrebbe la palla per rimettere ad un possesso i suoi ma il suo tiro non trova la retina, privando i telespettatori di un overtime che avrebbero desiderato dopo una partita quasi sempre punto a punto, con Valencia che prova a scappare e Burgos che la riprende. Purtroppo non è la volontà di chi guarda a decidere quando finisce uno spettacolo.
Vede la luce l’Acunsa Guipúzkoa di Marcelo Nicola: i baschi agganciano Betis e Bilbao in classifica fatturando il secondo successo (90-94) consecutivo violando il parquet del Palau Olimpic di Badalona. Contro una Joventut in pieno periodo negativo, ma con un grande Aróstegui (24), serve tutta la tenacia e la voglia di crederci dei donostiarras, guidati dall’ex Caserta Carlson (20) e dal solito Dee (15), per piazzare la zampata vincente. Si decide tutto nell’ultimo minuto e mezzo di gara, quando la Penya, a rimorchio per buona parte dell’incontro, riesce a mettere il naso avanti e mette due possessi tra sé e gli ospiti (90-86) a seguito di un fallo antisportivo; la reazione è tanto forte quanto inattesa, Dee piazza una tripla immediata, Guipúzkoa difende con il coltello tra i denti il possesso successivo e Carlson si procura e trasforma il gioco da tre punti del sorpasso quando il cronometro segna 48” dalla sirena finale. La zona dei ragazzi di Nicola è ancora decisiva, i padroni di casa non segneranno più.
Vince anche il Casademont Zaragoza che si aggiudica la sfida salvezza contro l’Urbas Fuenlabrada (105-85) ribaltando anche la differenza canestri ed aggravando la crisi di risultati dei madrileni, giunti a 7 sconfitte nelle ultime 8 uscite. Dominio aragonese per tutti i 40’ disputati sul parquet del Pabellón Felipe II, con Hlinason (24+9r e 33 di valutazione) dominatore del pitturato ma, anche, con ben 6 giocatori in doppia cifra per il roster di “Oveja” Hernández che si prende il personale derby tra tecnici argentini a discapito di Juarez che, d’altra parte, paga una rotazione quasi inesistente di soli 8 giocatori, presto ridotta per i problemi di falli di Eyenga. Gli ospiti provano ad aggrapparsi a Trimble (25) ed Emegano (24) ma devono arrendersi praticamente subito; all’intervallo il match è ampiamente decantato a favore di Zaragoza.
Muove la classifica anche il Morabanc Andorra: la squadra del Principato si complica la vita nel finale ma la spunta sul fanalino di coda Bilbao con un risicato 72-70 dopo una partita condotta con una certa comodità per oltre tre quarti. I padroni di casa, con il solito Hannah (14) a menare le danze, arrivano a 2’46” dal termine con 10 rassicuranti lunghezze di vantaggio ma, inopinatamente, si divorano quanto fatto di fronte ad un RetaBet che si riaggancia con le ultime energie dei suoi uomini migliori, Kulboka (14) e Huskic (14), e con Dos Anjos che paga la propria difesa con il quinto fallo, piazzando il parziale che riapre tutto (71-70) a 11” dalla sirena. Hannah pecca di poca freddezza dalla lunetta e fa solo 1/2 ma le speranze degli uomini di Mumbrú s’infrangono nella tripla di Jenkins che non trova la retina grazie anche alla strenua difesa di Jelinek.
Prosegue, infine, la striscia negativa dell’Unicaja Málaga; non basta il blasone dei biancoverdi ad espugnare il Nou Congost al cospetto di una Manresa che ha la meglio (90-83) sulla scia di una grande prestazione corale. I padroni di casa, che ritrovavano Mason (18) dopo l’infortunio che l’aveva a lungo tenuto ai box, reagiscono alla partenza sprint andalusa con un puntuale time out di coach Pedro Martínez che ricalibra la difesa e muove la panchina, finendo il match con 4 uomini in doppia cifra ed altri tre a sfiorarla; sull’altra panca, tempo di porsi serie domande per Luís Casimiro. Málaga si affida ai soli Abromaitis (21) ed Alonso (15), ma sparacchia al tiro (39% da 2) ed inanella il terzo semaforo rosso consecutivo; la qualificazione alle Final Eight di Copa del Rey è arrivata per vie traverse, più che per meriti propri, e la spinta della fase centrale del girone d’andata si è piano piano esaurita. Ad oggi, la storica compagine del Martín Carpena è fuori dai play off.
MVP: Marcelo Nicola (coach Guipúzkoa)
Ok, di solito il premio di most valuable player va a chi è sceso in campo, ma l’ex giocatore della Benetton Treviso, oggi allenatore, l’ha metaforicamente fatto con la sua zona che ha imbrigliato l’attacco di Badalona. Da quella serie di difese è scaturito il minibreak decisivo che ha ribaltato una partita che pareva sfuggirgli di mano.
Ma il merito più grande del tecnico argentino è stato quello di crederci: poche settimane fa parlavamo di una Guipúzkoa derelitta, quasi rassegnata a dover sperare che nessuna promossa dalla LEB Oro avesse i requisiti per salire effettivamente di categoria; oggi, dopo la doppia impresa con Tenerife e Badalona, aggancia la terz’ultima piazza, avvicina le altre invischiate nella lotta salvezza e vede finalmente un bagliore di luce in fondo al tunnel.
Chiunque, al suo posto, avrebbe avuto la tentazione di abbassare le braccia ed accettare un destino che pareva inevitabile. Non chi ha vinto come lui, rialzandosi anche da mazzate come finali di Eurolega perse.
Fateci fare quest’eccezione.