Non andremo a ricercare parole sensazionalistiche.
La storia d’amore tra Pablo Laso ed il Real Madrid è appena finita, il club madrileño l’ha comunicato al suo allenatore.
Il tecnico, primatista assoluto per incontri diretti sulla panchina merengue, lascia il club dopo 11 stagioni e 22 titoli in bacheca, ultimo il campionato vinto ribaltando il fattore campo contro il Barcellona.
A qualcuno sembrerà sorprendente, ma la decisione era sul tavolo da settimane e teatro di uno scontro tra Laso, il quale si sentiva in grado di essere al timone anche nella stagione 2022/23, ed il club che afferma di essere in possesso di referti medici che sconsigliavano al tecnico di svolgere il proprio lavoro dopo l’infarto di miocardio che l’aveva tenuto fuori nelle ultime partite dei playoff.
Le prime avvisaglie dello scontro si sono avute quando Laso era tornato a dirigere gli allenamenti, con il Real Madrid che ha licenziato in tronco il medico sociale Miguel Ángel López, reo di non aver voluto firmare il congedo per malattia che il tecnico non aveva richiesto.
Il timone della squadra passerà al vice di Laso, Chus Mateo, che già aveva diretto la squadra tra semifinale e finale playoff. L’allenatore catalano tornerà in anticipo dalle vacanze per assumere il nuovo ruolo, scelta di continuità, almeno apparentemente, in un’estate in cui il roster subirà profondi cambiamenti, soprattutto nel reparto esterni, dove le ultime parlano di un rinnovo biennale di Causeur, ma l’attenzione sarebbe puntata anche su profili che aumentino la pericolosità perimetrale e su una nuova coppia di playmaker che sostituisca il deludente duo Heurtel-Wiliams Goss.
Cronaca di una fine annunciata, parafrasando Gabriel García Márquez; l’epilogo di oggi aleggiava tra le stanze del Santiago Bernabeu, tra una martellata ed una saldatura del restyling che permetterà al Real Madrid di disputarvi anche le gare interne di Liga Endesa ed Eurolega.
Cronaca, permetteteci di ripeterci, di un’uscita dalla porta sul retro del miglior allenatore della storia recente del club, l’uomo che riportò nella capitale spagnola l’Eurolega (2015 e 2018) e che ha fatto esordire giocatori del calibro di Nikola Mirotic e Luka Doncic.
E dispiace vederla finire in questo modo, quando Pablo Laso sarebbe dovuto uscire di scena riscuotendo l’affetto che aveva generato in oltre un decennio a tinte merengue.
Con l’uscita di scena del coach vitoriano si chiude un’era tra le più gloriose della storia della sezione di basket del club che fa capo a Florentino Perez.
La sfida sarà replicarne l’epopea.
Elio De Falco