L’Italia scende in campo ad OAKA per affrontare la Serbia nella seconda giornata del torneo dell’Acropolis. Impianto che rievoca la memorabile vittoria contro la Lituania che nel 2004 permise alla nazionale di Recalcati di arrivare alla medaglia d’argento dell’Olimpiade di Atene. Tornando al presente, nella prima giornata dell’Acropolis i serbi hanno battuto i padroni di casa della Grecia, e dunque con un successo anche contro gli azzurri si aggiudicherebbero il trofeo. Gli ultimi due precedenti, però, hanno visto l’Italbasket indigesta per i serbi, usciti sconfitti prima al Preolimpico giocato in casa nel 2021, e poi agli ottavi dell’Europeo 2022.

Pronti, via, sembra che la Serbia giochi proprio col sangue agli occhi, anche senza giocatori importanti come Jokic, Micic, Lucic e Kalinic, che si sono presi un’estate sabbatica dalla nazionale. Con Fontecchio ritenuto a ragione il principale terminale offensivo della squadra di Pozzecco, e per questo marcato in maniera asfissiante, l’Italia non riesce a trovare le misure in attacco. La palla gira ma le uniche occasioni che si creano sono i tiri negli angoli che però non vanno a bersaglio. Nell’altra metà campo invece, la Serbia è precisa: 4/6 dall’arco e vantaggio sul 17-4 dopo poco più di 4′ giocati senza forzare e con un’ottimo ritmo. Il ct Pozzecco è costretto al primo timeout ma non cambia il quintetto, continuando con i primi cinque azzurri Spissu, Tonut, Fontecchio, Polonara e Melli. E’ quando iniziano le rotazioni da ambedue i lati che la partita prende un’altra piega. La percentuale della Serbia inizia a scendere (6/12 da 3 alla prima sirena), mentre Spagnolo si prende la scena. Il play con delle penetrazioni decise arriva fino in fondo e suona la carica. Dopo aver toccato anche il -17, la tripla di Ricci (28-14) è il primo squillo dall’arco per gli azzurri, che sfruttano gli errori al tiro degli avversari per far partire la transizione direttamente dai rimbalzi. Il secondo quarto vede un’Italbasket ancora più in palla, che costringe Pesic a chiamare sospensione dopo pochi giri di orologio. I ragazzi di Pozzecco aggrediscono la gara, mettendo una maggiore intensità difensiva che crea non poche difficoltà ai serbi. Gli azzurri acquisiscono maggiore fluidità offensiva e questo permette prima a Severini e poi a Polonara di mandare a bersaglio le bombe che permettono all’Italia di accorciare sino al singolo possesso. Si torna così negli spogliatoi sul 47-44 per la Serbia.

Dopo l’intervallo continua l’ottimo momento degli azzurri che con Spissu segnano subito la tripla della parità. Nonostante un Fontecchio che in attacco non riesce proprio a sbloccarsi, l’Italia è efficace in entrambe le metà campo. In difesa Melli e compagni tengono ogni contatto, mentre in attacco la palla gira in modo veloce e questo premia anche qualche tiro forzato che permette il primo sorpasso sul (51-54). Dopo un paio di minuti in cui non si è segnato, il punteggio all’improvviso si impenna con una serie di triple che rendono spettacolare la partita che arriva all’ultima sirena sul parziale di 70 pari. L’Italia passa addirittura a condurre nelle triple con 12 contro 9 dei serbi. Anche nell’ultimo periodo la difesa azzurra è reattiva e ruota piuttosto efficacemente, così da rintuzzare i vantaggi che la Serbia cerca di creare. Con Melli che ha 4 falli, Spissu e Datome tenuti in panchina per non affaticarli troppo, Pozzecco gioca con il quintetto giovanissimo con Pajola, Spagnolo, Procida, Severini e Diouf. Dopo l’ottimo primo tempo di Spagnolo, è Procida che si mette in luce con alcune giocate su entrambe le metà campo facendo valere la combinazione di fisico e capacità, mentre Severini mette a segno un’altra tripla. Questo permette all’Italia di prendere persino un leggero margine che riesce a mantenere sino ai minuti finali, quando Spissu infila la tripla dell’82-88. La conclusione del thriller però è ancora lontana, visto che la Serbia ha l’opportunità di vincere a causa di due errori dello stesso Fontecchio. Apparso in affanno, l’esterno prima fa 1/2 ai liberi e poi sulla rimessa difensiva commette fallo in attacco. L’ultimo tiro dei serbi non trova il fondo della retina e gli azzurri possono esultare.

L’Italia vince 89-88, ma esce vittoriosa anche nella lotta a rimbalzi per 41-35. Inoltre, non vuol dire nulla, ma il fatto che Pozzecco non abbia fatto scendere in campo né Caruso né Woldetensae potrebbe essere un’indicazione sull’idea di squadra che già si è fatto il ct, e sulle conseguenti ultimi due esclusioni in vista del Mondiale.

Giovanni Bocciero

 

Photo credit: Italbasket