Il giorno tanto atteso è arrivato. È iniziata l’avventura del l’Italbasket al mondiale 2023.

Debutto positivo contro l’Angola che si è concluso con la vittoria finale per 67-81 tirando con il 53% da due, il 14% da tre e il 45% dal campo.

Il piano partita dei ragazzi di coach Casalone e Pozzecco era ben chiaro;

Dal punto di vista offensivo la chiave tattica era il contropiede e l’attaccare la difesa schierata angolana molto rocciosa e lenta a recuperare nella loro metà campo difensiva, provando a caricare di falli i ragazzi di coach Claros; dal punto di vista difensivo invece il topic principale era soprattutto quello di occupare l’area andando ad aiutare il lato debole, limitando la verticalità dei giocatori africani al ferro.

Immergiamoci ora nel nostro playbook.

ATTACCO: per tutti 40 minuti di gioco, la soluzione dei numerosi pick&roll e degli hand off, seppur giusti come dettami tecnici-tattici, non hanno portato al risultato sperato. Non tanto per la pulizia dei movimenti in se, ma per non aver concretizzato gli innumerevoli tiri aperti trovati.

Si è creato tanto vantaggio ma non si è concretizzato.

Tirando con il 14% dai 6,75 è davvero dura prendere il largo in partite ostiche come queste.

Questo è stato il fil rouge di tutta la partita.

Si è vissuto di piccoli controbreak e nella speranza di accaparrarsi qualche 50/50 ball per avere un possesso potenziale in più.

Se gli azzurri non avessero avuto così tanto le polveri bagnate, avremmo assistito a tutt’altro match.

I giochi in attacco hanno funzionato.

Si sono visti ottimi ribaltamenti di gioco, la volontà di trovare un extra pass per il compagno, così come i numerosi spain games tra “piccoli” e “lunghi”.

Tatticamente ci siamo stati, “realizzativamente” parlando un po’ meno.

Sugli scudi Tonut e Fontecchio che con i loro “killer instinct” hanno spesso e volentieri, tolto le castagne dal fuoco in diversi momenti concitati della partita.

Da sottolineare poi la buona prova di Pippo Ricci così come quelle delle seconde linee (vedi Pajola, Severini, Datome) che si sono fatti trovare pronti dalla fine del terzo quarto e per tutto il quarto quarto di gioco.

DIFESA: abbiamo concesso troppi e tanti extra possessi offensivi ai giocatori angolani.

Siamo stati poco reattivi sia a rimbalzo (alla fine saranno 41 totali) sia in alcune letture difensive su pick&Roll e pick&pop invertiti.

Abbiamo sofferto molto il gioco a due tra il lungo (Fernando) che partiva in palleggio attaccando il ferro ed il piccolo (Dundao) che si apriva per il tiro dalla lunga distanza.

Sono state queste le due armi micidiali che hanno permesso ai ragazzi di coach Claros di rimanere in partita per i primi 30’ di gioco.

Dovremmo stringere ancor di più le maglie nel pitturato in partite come queste e battere molto di più sul tagliafuori.

Altro aspetto importante che però non ha trovato tanta fortuna nell’applicazione delle scelte tecniche è stata la difesa a zona 2-3 degli azzurri.

Teoricamente scelta ottima vista la conformazione degli avversarsi, ma che non ha portato i suoi frutti per la troppa distrazione sui secondi tiri e per la giornata di grazia del playmaker Dundao.

Ma, è e potrà diventare una freccia importante per lo staff tecnico azzurro.

Intanto godiamoci questa vittoria!

Buona la prima!

Al prossimo playbook!

Forza Italbasket!

Edoardo Cafasso