FOTO: Frank Vitucci (Ciamillo-Castoria)
di Filippo Luini
Profilo basso. Nessun riflettore puntato. Una squadra quasi completamente rinnovata. Persi gli americani principali, il mercato di Brindisi aveva lasciato tifosi ed appassionati con parecchi punti interrogativi. Eppure due certezze c’erano e ci sono tutt’ora: Francesco Vitucci e Simone Giofrè. Uno degli allenatori più sottovalutati del nostro panorama cestistico e uno dei migliori direttori sportivi in circolazione.
Vitucci e Giofrè, una coppiata vincente fin dai tempi di Varese: Giofrè, nel 2012, portò a Piazza Monte Grappa: Adrian Banks, Ebi Ere, Bryant Dunston, Mike Green, Dusan Sakota e Achille Polonara. Una squadra giovane, frizzante, con punti di riferimento di spessore trascurati come Ere e Green, ma anche una scommessa fatta con il cuore: Dusan Sakota. Il serbo ripagherà con il canestro allo scadere in gara sei della semifinale playoff contro Siena, espugnando un PalaEstra che non cadeva da 41 partite in post season.
La squadra degli “indimenticabili” nella Varese targata Cimberio era orchestrata proprio da Frank Vitucci, che oggi, a Brindisi, prova a far vivere un sogno simile ad un’intera terra, la Puglia. L’estate, dopo una stagione caratterizzata dall’emergenza Covid-19, ma culminata con la straordinaria finale di Coppa Italia, porta lontano dalla Happy Casa diversi elementi importanti, a cominciare dal capitano Adrian Banks. Con lui John Brown, Tyler Stone, Kelvin Martin e Dominique Sutton.
Resta Darius Thompson, il più giovane di tutti, quello che forse in Vitucci ha visto qualcosa in più che un semplice coach. Confermato anche Zanelli, arrivano altri italiani interessanti e, con queste idee di pallacanestro, il gioco è fatto. Difficile fare previsioni ai tempi del Covid, ma quella Varese del 2012-2013 che – tra le altre cose – consegnò il premio di allenatore dell’anno a Vitucci, sembrava una favola tanto quanto questa Brindisi. Di sicuro le avversarie non erano così quotate come quest’anno, la Mens Sana del 2012, pur con Bobby Brown e Daniel Hackett su tutti, era una squadra a fine ciclo, mentre oggi in Serie A a dettar legge c’è la Milano di Messina, probabilmente – sulla carte – la migliore dell’ultima decade. La Virtus Bologna del trio serbo Djordjevic-Teodosic-Markovic. Ma anche la Reyer di De Raffaele, squadra che tende a crescere nel corso di tutti i campionati e la Dinamo Sassari del matto Poz.
Brindisi, intanto, continua la sua cavalcata da sogno, con un condottiero reale, che tutti vorrebbero e di cui si parla troppo poco.