Sarebbe alquanto scontato iniziare un articolo con il trito e ritrito “Houston, abbiamo…”, nonostante spesso, per semplicità, sia la strada prediletta da chi deve occuparsi della città meglio conosciuta per essere sede della NASA. Ciò è vero anche perché i Cougars hanno rimesso sulla mappa cestistica degli Stati Uniti una metropoli che non solo soffre il permanente scarso rendimento attuale della sua squadra professionistica, ma che, è doveroso ricordarlo, si trova in uno Stato dove il cuore batte soprattutto per il football.
Lasciatosi alle spalle le dimissioni da Indiana University dovute al mancato rispetto delle norme all’epoca vigenti in materia di reclutamento, e le relative sanzioni, coach Kelvin Sampson si è dunque rilanciato alla grande nel mondo del basket universitario. A Houston dal 2014, al quarto anno ha portato i bianco-rossi al secondo turno, a cui hanno poi fatto seguito, in ordine di importanza, due qualificazioni alle Sweet Sixteen, una alle Elite Eight e una Final Four, quella del 2021.
Tuttavia, è forse ora che ha di fronte a sé sfida più impegnativa, ovvero dimostrare che il suo college può giocarsela con le migliori sin dall’inizio. Sì, perché dopo diciassette anni di Conference USA e dieci di American Athletic Conference, quest’anno i Cougars hanno deciso di affiliarsi alla Big 12, che vede avversarie come Kansas, Kansas State, Baylor, Oklahoma, e Texas.
Per poter affrontare questo nuovo percorso al meglio, Sampson è riuscito a comporre un roster davvero completo. Il suo esecutore materiale in campo sarà Jamal Shead, da Austin, un play da arrembaggio che, più che per il pur apprezzabile tiro da fuori, si fa notare per la sua variegata gamma di finte di corpo che mandano fuori giri i difensori, è che all’interno della propria metà campo è un mastino lui stesso.
Starà a lui armare la mano degli altri due esterni, LJ Cryer ed Emanuel Sharp. Il primo è una guardia, transfer da Baylor, che porta in dote una conclusione da fuori pulita e una altresì inusuale capacità di andare a bersaglio galleggiando in area, mentre il secondo è un cecchino dalla tecnica di tiro decisamente poco ortodossa ma, parimenti, tremendamente efficace.
Nell’altro spot di ala finora si è visto Ja’vier Francis, il cui marchio di fabbrica è il tap in su tiro sbagliato (mostrando perciò grande senso della posizione e del tagliafuori sui difensori), ma che non disdegna di ricevere palla dalle tacche per tentare un’entrata o un tiro diretto. Accanto a lui il centro J’Wan Roberts, animale d’area con pochi eguali, in questo campionato.
Foto presa da Houston Athletics