Può sembrare un gioco di parole macchinoso, tuttavia è lo specchio dell’ennesima altalenante stagione biancorossa. Iniziata in pompa magna e terminata con difficoltà estreme. Tra colpi che si sono rivelati flop, una guida tecnica non troppo incisiva e diverse scelte particolarmente non azzeccate: è arrivata la salvezza, ancora. Eppure, per un progetto vero che si rispetti, gli obiettivi dovrebbero essere alti. Ecco il bilancio di fine stagione e le prime mosse per quello che verrà.

Un bilancio magro, una stagione salvata da una salvezza che non salva tutti, anzi. Lascia enormi punti di domanda, dalla prossima guida tecnica che si avvicenderà sulla panchina biancorossa, al roster, tra chi va e chi resta. Non salva tutti questa salvezza, soprattutto non ha salvato quello che doveva essere il colpo dell’anno, il califfo Cauley-Stein, arrivato dall’America, anche lui in pompa magna, con il pensiero che Varese avesse scovato il colpo dell’anno. L’insofferenza e un fisico non adatto alla LBA hanno gravato enormemente su Varese, che con lui non ha mai trovato veramente la quadra. E sin da subito si è anche posto il problema della regia, affidata inizialmente al duo Hanlan-Moretti (entrambi due play adattatissimi e non nel loro ruolo) anche perché il play di ruolo, Shahid, è stato bocciato praticamente da subito.

L’inizio turbolento ha già visto almeno due componenti, di quello che doveva essere il roster titolare, non salvarsi. Sia Cauley-Stein che Shahid hanno lasciato e da quando se ne sono andati, qualcosa si è mosso. Soprattutto perché è arrivato l’uomo che ha fatto salvare tutti, la gemma che nessuno si aspettava, il faro che ha ridato luce e guidato una nave in balia della tempesta. Nico Mannion è stato l’asso di Scola, il colpo riappacificatore, quella sorta di nome che ridà animo. L’ha ridato animo, è sicuramente, insieme a Moretti e a capitan McDermott, i promossi a pieni voti di questa stagione. Una media spaventosa, da oltre 20 punti a partita, candidato MVP, catalizzatore di gioco e inventore di canestri idilliaci. Sono state tante le partite vinte per sue giocate (Cremona su tutte), anche quando Hanlan ha salutato direzione Russia e gli spettri di un finale di stagione difficile sono tornati.

McDermott e Moretti sono state le anime di questa Varese, la loro conferma è uno scenario che Scola deve tenere seriamente i considerazione. L’americano, investito della carica di capitano, ha saputo dare ordine in spogliatoio e in campo, Moretti invece ha dato linfa vitale sul parquet in ambo le fasi di gioco, ha dato quel tocco di esperienza che mancava ai ragazzi che non avevano mai giocato in Italia e si è sempre confrontato con i tifosi. Indubbiamente, giocatori di questo calibro, sia per la loro nazionalità (italiana), sia per il loro apporto, sono cruciali. Un altro dei promossi, per quanto si è visto, è stato Hugo Besson, e questo è stato un vero e proprio colpo biancorosso, scovato dal nulla e reso veramente utilissimo alla causa. Un uomo che aveva il compito di sostituire un pezzo da 90 come Hanlan, e che senza troppo rumore si è dimostrato dentro agli schemi sin da subito, sebbene il tempo di integrarsi manco lo ha avuto.

Come già detto la salvezza non salva tutti. E dopo l’excursus seppur breve di questa stagione turbolenta, restano le diverse bocciature. A partire dalla guida tecnica, quel Tom Bialaszewski fischiato ad ogni partita, non riconosciuto nel suo ruolo di head coach e soprattutto poco coinvolgente e incisivo. Sembrava quasi non avesse mai in mano realmente la squadra e per quanto la lasciasse giocare come volessero, non ha mai dato la sensazione di avere il polso della situazione. La separazione con Varese è ormai cosa certa, con l’americano che era arrivato quasi da catapultato per il rifiuto all’ultimo minuto di Buford. Il nome che probabilmente lo sostituirà è quello di Mandole, tra l’altro uomo già all’interno dello staff biancorosso, che comunque ha anche altre sirene e altre offerte in altri campionati. Sarà, però, una scelta da fare in maniera consapevole, come quella dell’effettivo roster. Un’altra rivoluzione potrebbe costare seriamente cara a Varese, che quest’anno si è salvata nelle ultime giornate. Un altro nome, questa volta nel roster, che non si salva è Woldetensae: un’involuzione inspiegabile quella dell’ex Chieti, irriconoscibile per larghi tratti di stagione, con qualche strappo in coppa. Pochissima, se non nulla, la precisione al tiro. Non si sa cosa gli sia bene successo ma è in discussione sicuramente anche lui per la prossima stagione. Così come Ulaneo, che si è dimostrato in enorme difficoltà fisica nel suo ruolo, in una LBA in cui i centri giocano praticamente tutto sui loro muscoli e sulla presenza sotto canestro.

Mannion probabilmente non rimarrà, nonostante le parole al miele. Sarà veramente difficile per una squadra senza coppe e con ambizioni limitate trattenere un talento del genere. E anche rimpiazzarlo. Spencer busserà alla porta per avere un buon contratto, McDermott e Moretti hanno l’opzione per un altro anno ma è tutto in gioco. Sicuramente ci sarà Okeke, che è in prestito da Milano e si sta piano piano riprendendo dall’infortunio. Besson ha un contratto pluriennale e visto il rendimento dovrebbe rimanere. Su Gilmore ci saranno chiaramente delle riflessioni. Il resto è tutto un grosso punto di domanda, con il profumo di una rivoluzione, l’ennesima che si giocherà il nuovo campionato nella speranza che si sia imparato dagli errori della scorsa.

Il pagellone di fine anno:

Mannion N. 9; McDermott S. 8; Moretti D. 7.5; Spencer S. 6.5; Brown G. 7; Ulaneo S. 5.5; Hanlan O. 7; Besson H. 7; Gilmore B. 6; Young J. SV; Cauley-Stein W. 5; Okeke L. 6.5; Shahid W. 5; Librizzi M. 6; Virginio N. SV; Woldetensae A. 5;