La GeVi Napoli arriva alle Final Eight Frecciarossa con un entusiasmo un po’ annacquato, viste le tre sconfitte consecutive culminate in quella del PalaRadi.
La piazza si divide tra chi ha i piedi per terra e chi, dopo una prima parte di stagione straordinaria, vorrebbe ancora di più.
C’è da sentirsi più vicini ai primi; Igor Milicic ha costruito una squadra capace di momenti di grandissimo basket ma che, come detto e ridetto dalla dirigenza e dallo stesso coach, aveva come obiettivo una salvezza tranquilla.
La squadra sta facendo decisamente meglio delle previsioni, vero, ma guai a credersi più di quanto effettivamente non si sia.
L’obiettivo primario attende soltanto la vidimazione della matematica, il viaggio a Torino è già un di più, un eventuale playoff renderebbe la stagione straordinaria.
Dare per scontato quanto si è fatto finora sminuirebbe ingiustamente il lavoro di area tecnica, coach, staff e giocatori.

IL MOMENTO
La GeVi Napoli attraversa una fase verità della propria stagione.
La tendenza ad alternare strisce positive e negative nel corso del campionato era già emersa a fine 2023, tuttavia l’ingresso a roster di Markel Brown pareva aver ridato equilibrio ad una squadra che difficilmente ha trovato vie di mezzo. Ora serve capire cosa fare da grande.
La sconfitta casalinga contro la Germani Brescia ha visto per la prima volta Ennis e compagni uscire dalla partita senza opporre resistenza, tuttavia qualche problema è emerso – anche nella vittoria di Brindisi – quando coach Igor Milicic ha deciso di partire con il “quintetto base” Ennis-Brown-Sokolowski-Zubcic-Owens.
Se già al PalaPentassuglia questo starting five si è ritrovato ad incassare un parziale di partenza di 11-0, contro la Virtus il bilancio è stato di 0-12 dopo la tripla iniziale di Brown. Con Brescia il copione è stato identico, solo che il break è lievitato fino al 2-24 che ha indirizzato la gara dopo appena 5’.
Ci si aspettava un pronto riscatto nella trasferta contro la Vanoli Cremona e, come sottolinea Milicic, qualche segnale positivo c’è stato, pur avendo incassato il terzo KO consecutivo.
Si è rivisto a sprazzi Zubcic, reduce da gare a dir poco impalpabili e con le polveri bagnate, appena 2/14 il saldo dal perimetro nelle 3 precedenti uscite, c’è stata la reazione veemente del terzo periodo.
Napoli, insomma, è ancora viva e vegeta, anche se un po’ acciaccata.

IL PUNTO DI FORZA
Questa GeVi ha bisogno di correre.
Lo dimostra il fatto che sia l’unica squadra del campionato a tenere il ritmo della Varese del “MoreyBall” e lo spettacolo che dà nelle transizioni rapide.
Anche a rimbalzo si vede questa vocazione, i giocatori partenopei si predispongono già in fase di volo a servire la corsa del compagno, spesso riuscendo a farlo prima dell’atterraggio.
Dal suo canto, invece, Tyler Ennis è quanto di più vicino ci sia in questo campionato al playmaker vecchio stampo, principalmente passatore.
Non che le capacità balistiche e di attaccare l’1vs1 gli manchino, ci mancherebbe altro, tuttavia la sua predisposizione principale è a far segnare i compagni. E infatti si è preso la testa della classifica degli assist men della LBA con quasi 7 passaggi vincenti ad allacciata di scarpe ed un record di 15 ottenuto contro la Reyer Venezia.
Se la giornata è giusta, infine, Napoli ha una batteria di tiratori dall’arco di tutto rispetto. Da Brown a Zubcic, passando per Sokolowski e Pullen; anche Owens ci prova, fatturando un più che rispettabile 32% per il suo ruolo.
Difensivamente, infine, la GeVi è la squadra che fa tirare peggio le avversarie dal perimetro.

IL PUNTO DEBOLE
Le difficoltà degli uomini di Milicic aumentano con lo scorrere del cronometro dei 24”. È a difesa schierata che la squadra fa fatica a creare vantaggi, specialmente nel momento in cui viene a mancare la brillantezza fisica.
Si vede molto meno, rispetto al passato, la partenza centrale dal passaggio consegnato ad Ennis o la ricerca del mismatch tra Zubcic ed un esterno in post basso, fattore che Napoli ha sfruttato più volte quest’anno anche attraverso serie di blocchi.
C’è poi il problema delle rotazioni ridotte, sufficienti per la salvezza tranquilla posta come obiettivo a inizio stagione, risicate se si vuole alzare l’asticella.

L’UOMO CHIAVE
Non può che essere Tomislav Zubcic.
Ritrovare la miglior versione del lungo scuola Cibona Zagabria è imperativo categorico se si vuole coltivare anche solo la speranza d’impensierire la gioiosa macchina da canestri (semi citazione di una Prima Repubblica agli sgoccioli) agli ordini di Alessandro Magro.
Apparso nervoso nelle ultime gare (anche quelle vinte con Pesaro e Brindisi), “Zuba” è alla ricerca dell’MVP devastante del mese di novembre, capace di colpire in tutti i modi senza soluzione di continuità.
Con quel Tomislav, le cose cambiano.

ASSENZE
Sarà assente il lungodegente Justin Jaworski che non è passato sotto i ferri per la sublussazione patita il 17 dicembre scorso durante la gara con Scafati; la terapia scelta è stata conservativa e dovrebbe comunque portarlo ad un rientro graduale già nella pausa per le nazionali.
A partire da lì, toccherà a coach Milicic scegliere chi lasciare in tribuna di volta in volta tra i 7 stranieri a roster.

OBIETTIVO
Per una squadra che è partita per salvarsi le Final Eight rappresentano una vetrina dove divertirsi e giocare con la mente libera, sapendo di non aver nulla da perdere. È questa la mentalità con cui la squadra approccerà una kermesse da cui la città mancava da ben 17 anni e che aveva lasciato i migliori ricordi dell’era Maione con il successo del 2006.

PRONOSTICO
La bilancia è fortemente squilibrata in favore di una Germani Brescia che ha fatto un ulteriore salto di qualità nel proprio gioco e si è dimostrata squadra completa sia nelle rotazioni che nelle caratteristiche da cui può attingere coach Magro.
A Napoli non resta che provare a sfruttare l’eventuale pressione che può colpire la detentrice del titolo, facendo tesoro della lezione impartitale proprio dai prossimi avversari al PalaBarbuto.
Un upset avrebbe del clamoroso, come direbbe il CT Gianmarco Pozzecco.

 

In foto Zubcic (Ciamillo Castoria)

Elio De Falco