Un titolo a tavolino dopo le polemiche, tante, che hanno contraddistinto gli ultimi scontri diretti tra Crvena Zvezda e Partizan è stato l’epilogo di una finale nazionale in Serbia destinata a fare discutere.
Nella seconda partita della serie, col Partizan avanti 57:45, in controllo della gara dopo avere aperto il secondo tempo con un parziale di 9:2, gli arbitri hanno infatti interrotto l’incontro a seguito di ripetuti cori da parte dei Grobari (la tifoseria di casa) nei confronti del presidente della Zvezda, Nebojša Ćović.
Dopo un’interruzione di circa due ore, la compagine ospite si è ripresentata sul campo da gioco per riprendere la partita, senza tuttavia incontrare la squadra di casa che, così, è stata penalizzata con uno 0:20 a tavolino, perdendo serie e titolo.
A tingere la decisione di giallo è la dichiarazione da parte del Partizan di non avere ricevuto comunicazione alcuna in merito al ripristino della gara che, sempre secondo fonti della squadra di casa, le due compagini si sarebbero accordate di ripetere l’indomani.
Polemiche a non finire
La decisione degli arbitri aumenta tensioni già ben evidenti nella prima partita della serie, al seguito della quale, con la Zvezda vittoriosa per un solo punto (89:88), l’allenatore del Partizan, Željko Obradović, ha lamentato un arbitraggio non all’altezza di una competizione nazionale.
La denuncia di Obradović, del resto, reitera un messaggio già condiviso con la stampa a seguito della serie di semifinale, vinta per 2-1 contro la Mega, nella quale, soprattutto nella seconda partita, il Partizan avrebbe ricevuto un trattamento sfavorevole.
Prima ancora, in occasione della serie finale di Lega Adriatica, vinta nettamente dalla Zvezda per 3-0, il Partizan aveva recriminato un arbitraggio dalla dubbia qualità, apertamente a vantaggio della compagine avversaria.
Una competizione interessante sul campo
Restando sul piano sportivo, l’interruzione della partita è stata un vero e proprio peccato, poiché, per la prima volta dopo sette sconfitte consecutive, il Partizan stava finalmente riuscendo a battere la Zvezda in uno scontro diretto.
Sarebbe infatti stato molto interessante vedere come Ioannis Sfairopoulos, l’allenatore della Zvezda, avrebbe risposto alla molto probabile vittoria di Obradović, in una ‘bella’ che, sul piano sportivo, avrebbe fornito un duello di assoluto interesse.
I due allenatori, infatti, sono tra i più ricchi in termini di playbook, soprattutto sul versante difensivo. Nel corso delle semifinali, altesì, sia Obradović, che Sfairopoulos hanno potuto contare su una varietà di giocatori capaci di dare il proprio contributo.
Da un lato, il Partizan nel piegare la Mega ha potuto contare su <span;>Uroš Trifunović ed Aleksa Avramović in gara 1, Bruno Caboclo (che ha lasciato la Serbia senza autorizzazione, ed è stato dunque sanzionato dalla società) e Jaleen Smith in gara 2, e Zach LeDay, assieme a Danilo Anđušić in gara 3.
La Zvezda, impegnata contro la sua squadra satellite, l’FMP, ha ricevuto risposte da Yago Dos Santos (assente nella finale perché convocato da coach Aco Petrović con la nazionale brasiliana), Luka Mitrović, Nemanja Nedović e Miloš Teodošić a chiudere entrambe le partite in doppia cifra, oltre a Rokas Giedraitis e Stefan Lazarević a superare quota dieci punti in gara 2 e gara 1 rispettivamente.
Il precedente della passata stagione
Il campionato serbo sembra destinato a regalare polemiche e sorprese di carattere disciplinare e burocratico. Già nella scorsa stagione, infatti, fece scalpore la decisione della lega nazionale serba di non ammettere il Partizan ai playoff per via di cavilli burocratici.
In una postseason priva di una squadra, il Partizan di Obradović, capace di vincere la Lega Adriatica e di sfiorare la qualificazione alla Final Four di Eurolega, la Zvezda, allora allenata da Duško Ivanović, ebbe vita facile nell’aggiudicarsi il titolo.
Riepilogo della finale
Crvena Zvezda vs. Partizan 89:88 – statistiche
Partizan vs. Crvena Zvezda 0:20 (interrotta sul 57:45) – statistiche
Matteo Cazzulani
Nella foto: Branko Lazić (in maglia bianca) e Kevin Punter (in maglia nera). Credits: Dragana Stjepanović / ABA League