in foto: Davide Alviti in tiro contro Brindisi. Crediti: Ciamillo
di Yuri Pietro Tacconi
Basket Magazine ha intervistato Davide Alviti, ala della Allianz Pallacanestro Trieste, autore di un inizio di stagione fenomenale. Alviti è stato recentemente incluso nella long list di Meo Sacchetti per il Pre-Europeo di Tallinn.
In questa stagione lei è partito col botto: il progresso è visibile. Di cosa è più orgoglioso? Personalmente, oltre al tiro da 3 costante con il doppio dei tentativi, trovo notevole il dato sulle palle recuperate: 1 e mezza a partita.
Non è il fatto di essere orgoglioso: credo tanto nel lavoro e nel sacrificio. Sto avendo possibilità di giocare minuti importanti, sto giocando veramente tanto (28 minuti di media, ndr) e con tanta fiducia. Considerando i 14-15 dell’anno scorso sono il doppio. Ho tanta fiducia da parte dello staff tecnico e da parte di Eugenio (Dalmasson, coach di Trieste ndr), mi lascia sbagliare e mi da indicazioni se qualcosa sta andando storto. Mi serviva questo, avevo bisogno di giocare con serenità e fiducia, di poter sbagliare; è così che si impara. La fiducia dell’allenatore fa tanto.
È arrivato a Trieste quest’estate e il presidente ha da subito detto che sarebbe stato una scommessa, ma con molto da dare. Il progetto è ambizioso e state competendo ottimamente. Qual è per lei l’obiettivo di stagione? Dove pensa possa arrivare una squadra come Trieste?
Adesso è l’inizio, ci sono state difficoltà iniziali con gli infortuni (Ike Udanoh, Myke Henry), abbiamo dovuto firmare 3 ragazzi nuovi, non è facile amalgarsi all’inizio di stagione, soprattutto dopo un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. Penso che vedendo con un occhio al futuro questa squadra, con i rientri di Udanoh e Henry, potrà fare molto bene. Dobbiamo allenarci tutti insieme e sperare di non avere altri infortuni, perché quelli sono sempre dietro l’angolo. Siamo una bella squadra, non ho la palla di vetro, bisogna guardare partita dopo partita.
Chi è il compagno di squadra con il quale si trova meglio, sia in campo che fuori?
Devo essere sincero, con tutti. Anche i ragazzi americani sono strasimpatici, mi hanno accolto in maniera veramente bellissima, come mi aspettavo. Mi ricordo che quando ho firmato per Trieste il primo che mi ha mandato un messaggio è stato Andrea Coronica, non lo conoscevo e mi ha scritto diverse cose riguardo a Trieste, la città e la squadra. Mi hanno accolto molto bene.
Con un inizio così, non poteva mancare la convocazione nella long list di Sacchetti per la bolla di Tallinn. Congratulazioni! Che aspettative ha per questa esperienza? Sia a livello personale che di risultato.
Devo dirti la verità, è stata inaspettata come convocazione perché non penso mai a quello che verrà, vivo giorno per giorno. Mi scrisse mio fratello, mi disse “Davide, sei in nazionale” e io gli dissi “Ma come?”. Mi mandò la lista ed è come se ci fossimo abbracciati virtualmente. Sono rimasto a bocca aperta, non ci credevo. È un’esperienza nuova che ogni ragazzo che gioca a basket sogna di fare. Penso che la strada sia ancora lunga, è ancora una long list quindi niente di certo.
Se dovesse progredire oltre la fase della long list e dovesse essere convocato ufficialmente, con chi non vede l’ora di giocare ed allenarsi?
Il mondo del basket è un mondo piccolo, con Amedeo Tessitori ho giocato due anni di fila a Treviso, con Akele, Spissu, Ruzzier, Pecchia ho fatto la sperimentale due anni fa, con Pippo Ricci ho giocato a Tortona. Conosco già un paio di ragazzi, gli altri li conoscerò perché per ora li conosco solo di vista. Sono tutti ragazzi che meritano. C’è da imparare da tutti: si può imparare da un tipo di tecnica di tiro, di passaggio, da uno scivolamento o una lettura. Tutti ti possono dare qualcosa a saper ascoltare, cerco di prendere da chiunque.
Tutti gli appassionati, e immagino anche i professionisti, hanno un giocatore di basket preferito. Qual è il suo? Chi l’ha spinta a prendere in mano la palla a spicchi?
Io guardavo Kobe Bryant. All’inizio, ero piccolino, Internet non era come adesso, mi mettevo col computer di casa su YouTube, cercavo il suo nome e guardavo tutti i video di Kobe che trovavo.
Ultima domanda: dopo cinque giornate, a caldo, chi è per lei la sorpresa di stagione?
Un ragazzo che sta facendo veramente bene è Niccolò De Vico. Penso sia lui la sorpresa, ho visto un paio di partite e anche lui sta trovando tanta continuità. Quello che conta è essere continui. Mi spiace per la sfortuna e che si sia fatto male, in queste prime cinque giornate è lui la sorpresa.