EURO EMOTICON
Riccardo Moraschini, tra i peggiori dell’Olimpia/Foto Ciamillo-Castoria
di Andrea Ranieri
Per la seconda settimana in fila l’Eurolega ci regala un turno giocato per intero, cui si sono aggiunti due recuperi. Ha infatti giocato ben due incontri casalinghi l’Olimpia Milano, impostasi facilmente sull’Alba Berlino, ma autrice di uno brutto scivolone, stile Stella Rossa, contro il Panathinanikos. Per il resto, l’unica sorpresa del turno è la netta vittoria (59-77) del Baskonia sul campo di un brutto Efes. Intanto, grazie ai recuperi, la classifica ha lineamenti sempre più definiti.
CHI SALE
CSKA Mosca. Settima, dicasi settima, vittoria consecutiva per la macchina da guerra di coach Dimitris Itoudis, i cui meccanismi sembrano sempre meglio oliati. A impressionare, nella vittoria contro l’Olympiacos, è una difesa che concede appena 61 punti, sfruttando al meglio una fisicità che appartiene a poche squadre in questa lega. Quando l’assetto con il doppio lungo verrà assimilato, saremo davanti alla rivale annunciata del Barcellona.
Danilo Barthel. Nella difficilissima trasferta di San Pietroburgo il Fernerbahce ritrova finalmente il sorriso, anche grazie a una grande performance del lungo tedesco. Prova a tutto tondo per Barthel, che sigla 15 punti tirando 7/8 dal campo, catturando 5 rimbalzi e distribuendo 4 assist. La sua duttilità non potrà che far bene al sistema di coach Kokoskov.
Panathinanikos. Vincere a Milano quest’anno deve essere considerata a tutti gli effetti un’impresa, soprattutto per le squadre di più basso profilo. I Greci subiscono il veemente impatto della difesa milanese nel primo tempo, ma ribaltano tutto nella ripresa. I 50 punti segnati nei secondi venti minuti non parlano di un bel gioco, ma di una squadra brava a sfruttare gli uno contro uno sui cambi difensivi, trovando anche canestri estemporanei. La pallacanestro può essere anche questo, soprattutto se a roster hai Nemanja Nedovic.
Luke Sikma. Ogni settimana che passa sembra sempre più meritevole di considerazione da parte delle big della competizione. Dopo la brutta partita di Milano è lui il protagonista del colpaccio berlinese a Valencia. Il suo tabellino parla di una prova da 15 punti (7/10 dal campo) e 12 rimbalzi, per un 24 complessivo di valutazione. Impressiona per la capacità di leggere il gioco.
Baskonia. Non li si può mai considerare fuori dalla corsa per le prime otto posizioni. A fronte di un roster non stellare continua a essere la solita mina vagante, capace di piazzare colpi come quello di Istanbul contro l’Efes, nonostante l’assenza di Luca Vildoza. Tutto parte da una difesa solidissima, poi c’è la bravura di Dusko Ivanovic, capace di mettere sulla rampa di lancio Pierria Henry, Rokas Giedraitis, Achille Polonara e di ridare spessore tecnico a ottimi giocatori di sistema quali Alec Peters e Zoran Dragic.
CHI SCENDE
Kostas Sloukas. Persiste a non vedersi lo splendido giocatore ammirato al Fener, uno dei playmaker più forti d’Europa. Le sue difficoltà si riflettono nell’incostanza dell’Olympiacos. Non si tratta tanto dei problemi nel far girare la squadra (4 assist a fronte di 5 perse), ma anche dell’incapacità di rivelarsi un fattore realizzativo, caratteristica sempre mostrata nei momenti di necessità con coach Zelimir Obradovic.
Zenit San Pietroburgo. E’ chiaro a tutti: gli ottimi risultati della squadra russa sono stati frutto finora di una grande difesa, seconda, per punti concessi, solo a quella del Barcellona. La partita persa in casa contro il Fener fa però emergere la grande stortura. Non sempre giocare in maniera celestiale in una delle due metà campo può bastare. Prima che questa diventi seriamente una costante, coach Xavi Pascual deve trovare nuovi orizzonti offensivi per i suoi.
Khimki. Altro giro, altro incontro con il team di Alexey Shved fra i bocciati della settimana. Sembrava davvero fatto il colpo a Monaco contro il solito solido e resiliente Bayern. Invece nulla, anche stavolta la squadra si è sciolta nel momento decisivo del match. Si riesce a coinvolgere di più Greg Monroe, ma l’insipienza difensiva e la dipendenza totale da Alexey Shved sono mali di cui non ci si riesce a liberare. Si inizia finalmente a vociferare dell’unica soluzione realmente possibile, l’esonero di coach Rimas Kurtinaitis.
Riccardo Moraschini. Si sarebbe potuto coinvolgere Vladimir Micov come fattore negativo della sconfitta contro il Panathinaikos, ma preferiamo virare sul nativo di Cento. Ettore Messina da tempo lo sta impostando come playmaker e, in assenza di Sergio Rodriguez, spetta a lui il ruolo di backup di Malcolm Delaney. In difesa è una soluzione già ora molto efficace, ma in attacco c’è una lacuna nella gestione del pick and roll, ingestibile a questi livelli. Una provocazione: provare ad affidare le chiavi della regia a Kevin Punter?
Efes Istanbul. La squadra e i singoli sono ben lontani dagli standard della scorsa stagione. L’interruzione di quella che pareva una cavalcata trionfale verso il titolo continentale pare aver inciso molto negativamente sulla psiche dell’Efes. Anche la capacità di sopperire agli infortuni sembra essersi smarrita, e con essa la fluidità offensiva che aveva fatto le fortune della truppa di Ataman. Urge destarsi, oppure il ruolo di contender non potrà più competere ai Turchi.
LA CLASSIFICA
Barcellona 9-2; CSKA Mosca 9-3; Bayern Monaco 8-4; Valencia 7-4; Real Madrid 7-5; Zenit San Pietroburgo 6-3; Olimpia Milano 6-4; Baskonia 6-5; Efes Istanbul 6-5; Olympiacos 5-5; Zalgiris 5-7; Fenerbahce 5-7; Panathinaikos 4-8; Alba Berlino 4-7; Maccabi Tel-Aviv 4-8; Stella Rossa 4-8; ASVEL 3-7; Khimki Mosca 2-9