Con la retrocessione in Serie A2 della Fortitudo Bologna iniziano ad emergere cifre, dati e tutte le difficoltà economiche del club emiliano.
La Gazzetta dello Sport parla di bilancio approvato a fine giugno 2021. Inoltre la rosea fa il punto sulla situazione debitoria del club: 5.262.014 euro il totale dei debiti, 4.195.858 il passivo. Come noto, la Fortitudo ha fatto richiesta all’Agenzia delle Entrate per spalmare e ristrutturare il debito e al momento si è ancora in attesa di risposta. C’è comunque ottimismo sull’iscrizione alla prossima stagione di A2 anche se c’è assoluto bisogno di una boccata d’ossigeno a livello economico e dirigenziale. Nonostante le notizie emerse nelle ultime ore – per quanto ci risulta – non ci sono cordate interessate concretamente all’acquisizione del club. Per garantire un futuro alla Fortitudo avrà bisogno di nuove figure dirigenziali. I prossimi mesi in tal senso saranno “caldissimi”.
Al momento, come riporta il Corriere di Bologna, la situazione societaria è nelle mani del Consorzio Club Fortitudo che conta 35 soci per 108mila euro versati rispetto ai 150mila deliberati, se ne può dedurre che trattasi di cifre che non risolvono il problema anche se entrassero gli altri annunciati soci di cui non si sa più nulla. Ricordiamo che si entra con 1000 euro come quota minima. Fortitudo Pallacanestro detiene un capitale sociale di 10mila euro.
Tra i soci di Club Fortitudo c’è Consorzio Innova (il direttore generale è Gianluca Muratori) che versa 20mila euro. Tra questi soci ci sono anche persone fisiche come Nicola Biagi, Guglielmo Carrozzi, Stefano Albertini, Piero Merighi, Andrea Tedeschi e Federica Terzi.
Sempre il Corriere di Bologna fa un approfondimento sul bilancio della Fortitudo spiegando come i maggiori problemi siano nati nell’estate 2020 ma la situazione debitoria si era già creata ai tempi della A2 con esose v campagne acquisti, oltre al progetto tecnico dei giovani improvvisamente abbandonato: in questi anni la società ha perduto Candi, Campogrande, Montano, Baldasso e Totè (incassando byout per i primi due – anche se per Campogrande il parametro era stato fissato pari al costo di quando arrivò, una scelleratezza e superficialità difficilmente spiegabili e certamente un clamoroso errore – e per l’attuale giocatore di Milano)
Nel 2020 – scrive il Corriere -la società raddoppiò i costi con un progetto tecnico ambizioso. Dicasi coach Meo Sacchetti e gli acquisti di Adrian Banks e Ethan Happ. Tutti rivelati dei grandi flop. Ma questo è avvenuto confidando nella pronta ripresa economica e nella piena capienza del palasport.
Qui si inserisce, nostra ricostruzione, la strana gestione degli abbonamenti con una certezza però : la risposta sempre presente del popolo biancoblu. Nella stagione 20-21 la società indisse (unica in Italia) comunque la campagna abbonamenti chiedendo il pagamento di metà di esso, solita grade risposta dei tifosi.
Quando a inizio stagione la capienza era al 25%, venne fuori che quanto pagato valesse per il girone di ritorno, quindi anche a quel 25% che poteva entrare, fu chiesto di pagare il biglietto anche se abbonati … al girone di ritorno quando i palazzi restarono – già da prima – completamente chiusi e nessuno poté usufruirne ma pochissimi ne chiesero il rimborso con ennesimo atto di generosità a fondo perduto. Anche quest’anno la risposta degli abbonati è stata concreta e quindi, contrariamente alle altre squadre, i mancati ricavi sono stati piuttosto contenuti (anche grazie a prezzi sempre molto alti).
Infine a bilancio è stata inserita la rivalutazione del marchio, in attivo per oltre due milioni, sinonimo di ultima spiaggia economica. In assenza (parziale, come spiegato più sopra) di ricavi il debito con l’erario è cresciuto sempre più.
In ultimo, in ordine cronologico, già lo scorso anno a campionato in corso ci furono problemi con la Com.Te.C con il mercato bloccato fino ad adeguamento dei parametri economici ed impossibilità di tesserare Stojanovic in piena lotta salvezza, arrivata comunque in questo caso grazie all’ottimo lavoro di coach Dalmonte, poi inspiegabilmente non confermato e nemmeno richiamato dopo le dimissioni, sospette, di Repesa che al di là della questione salute, era molto contrariato dalla realtà che aveva trovato con grande sua sorpresa a fronte di quanto gli era stato garantiti. Ma la storia (corsi e ricorsi, che sarebbe stato meglio evitare) si è ripetuta in questa stagione, con la Com.Te.C.a esigere altri pagamenti immediati pena il rischio di una penalizzazione, problemi poi faticosamente risolti, ma se due indizi fanno una prova.. Infine, poche settimane fa, la questione, esplosa dopo la gara con Venezia, di alcuni ritardi nei pagamenti degli stipendi la presa di posizione della squadra. Insomma, un quadro foschissimo e per nulla tranquillizzante, servirà davvero una terapia d’urto, che il pubblico individua in un repulisti totale, sperando di essere in tempo utile per scrivere un nuovo, e molto diverso, futuro.