Matteo Gentilini, amministratore delegato di Flats Service, main sponsor della Fortitudo Bologna, e vicepresidente del consorzio Fortitudo, è intervenuto a “Vitamina Effe”, trasmissione condotta da Giacomo Gelati, Mario Giuliante e Michele Fiorenza su Radio Nettuno Bologna Uno .
Queste le sue parole:
La serie con Cento. “Fino a 10 giorni fa era impensabile andare in semifinale. Ora sotto con Cremona che, arrivati a questo punto, di certo non potrà dormire sonni tranquilli. È arrivato il momento di dimostrare di essere la mina vagante del campionato. Con Cento è andata bene, ora vediamo con la Vanoli.
Vivere le partite a bordo campo è bellissimo. Si avverte il calore del pubblico e anche i giocatori negli ultimi giorni hanno completamente cambiato volto e body language. Noto un atteggiamento diverso, c’è unione di squadra, compattezza. Mi sembra che tantissime cose siano cambiate”.
La mancata promozione sarebbe un fallimento? “Dobbiamo ricordarci da dove siamo partiti e quali sono state le dichiarazioni ad inizio anno. Ho sempre detto che in tre anni mi piacerebbe portare la squadra in A1. In società sono state etichettato come “mitomane” e “visionario”. Qualora non accadesse subito non sarebbe un fallimento. Intanto gettiamo le basi per farlo nel prossimo futuro”.
L’epilogo di Dalmonte. “Mi ero ripromesso di stare tranquillo. Tutti sanno il mio rapporto con Dalmonte, mi sono sempre schierato a suo favore. Voglio assolutamente dire che sono stato informato a cose fatte. Luca Corazza, presidente del Consorzio, mi ha telefonato e mi ha annunciato l’esonero. Cinque minuti dopo mi ha chiamato lo stesso Dalmonte dandomi anche lui stesso la notizia. Non nascondo che con il coach ci sentivamo spesso durante la settimana e dopo tutte le partite. Si era creato un ottimo rapporto. Io non sarei mai stato d’accordo sul esonero. Non avrei mai mandato via una persona a cui era stato chiesta una cosa, cosa poi raggiunta. A lui erano chiesti i playoff e ai playoff ci è arrivato. Però devo dire che gli ultimi risultati stanno dando ragione a chi ha preso questo tipo di decisione”.
Ci sono le basi per andare subito in Serie A. “Ieri tanti tifosi fuori dal palazzo mi hanno chiesto se nel frattempo erano cambiati. Io conosco molto bene i conti della Fortitudo e del suo consorzio. Se, come si vocifera, a metà giugno ci potrebbe essere un cambiamento societario con nuove cordate allora tutto è possibile. E si spiegherebbe l’esonero di Dalmonte e l’arrivo di Banks Ma questo tipo di domanda va fatta al proprietario, non a me”.
Il supporto del pubblico nei suoi confronti. “Me l’aspettavo. Sapevo perfettamente a cosa andavo incontro. Ho sempre seguito la Fortitudo, dal 1994. Ho fatto numerose trasferte nel corso degli anni. So cosa significa tifare questa squadra e cosa vuol dire appartenere a questo club. Per questo motivo non voglio deludere nessuno nel senso di non raggiungere l’obiettivo prefissato. Non potrò mai essere il presidente perché il carattere non me lo permette. Mi piace seguire la squadra, mi appassiona e voglio continuare a farlo. Poi continuarlo a fare come azionista di maggioranza o main sponsor non mi cambia molto. Ma quello che voglio vedere è l’entusiasmo di questo popolo”.
Il programma sul futuro. “Ribadisco il mio piano. In tre anni questo club deve tornare in Serie A. Se succedesse già in questa stagione vorrebbe dire che qualcuno ha messo capitali importanti per questo passo”.
La carica dei giocatori vista negli ultimi giorni. “Ho visto dal vivo tutte le partite. I tifosi mi hanno sempre chiesto di vedere i giocatori che si consumano i gomiti sul parquet. Ora – senza timore di smentita – mi sembra proprio che stia capitando”.
Un commento sulle parole di Gianluca Muratori in cui dichiarava di non aver visto la famiglia Gentilini da tempo e che non si fa vedere. “Rispondo in maniera molto semplice. Una persona di mia fiducia ha incontrato due volte Gianluca Muratori. Hanno parlato di cosa si aspetta lui e noi cosa abbiamo in testa. Mio padre l’ha chiamato dopo le schermaglie sui giornali. Tra noi non c’è una grossa empatia. Ho visto la sua intervista e alcuni suoi atteggiamenti non mi sono affatto piaciuti. Le risatine, le sue dichiarazioni sul fatto di dare la Fortitudo a chi ama questo club. Quindi non vedo perché non andrebbe bene Matteo Gentilini”.
C’è la proposta? “Siamo partiti in tre. Ora si sono aggiunte altre due/tre persone che non conosco personalmente. Sono mesi che ci incontriamo due volte a settimana con il mio commercialista per provare a visionare i conti della Fortitudo. Conosco tutti i conti e i debiti non sono quelli citati in quella trasmissione. Non è così semplice perché se lo fosse sarebbe già venduta vedendo le tante famiglie facoltose presente a Bologna. Noi comunque stiamo andando avanti. Non ci vuole fretta perché se facciamo un passo di un certo tipo vogliamo avere una base solida. Non vogliamo fare figuracce e scivoloni. Stiamo andando avanti, non ci siamo tirati indietro. Mi è stato chiesto di tenere la bocca chiusa, lo sto facendo.
Ho pagato tutte le quote di sponsorizzazione. E penso che qualunque sponsor dopo il trattamento ricevuto nella famosa festa della Polizia si sarebbe arrabbiata. Ho mandato invece solo una mail a Di Pisa manifestando il mio disappunto”.
La famosa discontinuità. “Voglio vedere cambiamento, discontinuità. Vorrei entrare come socio, ma se non vedo come cambiamento non lo faccio. L’anno prossimo continuerò a garantire una sponsorizzazione di oltre 300mila euro. Cifra che in A2 nessuno ha. Poi da quello dopo vediamo. Dopo le mie sparata alla tv di Andrea Tedeschi non vengo più considerato dalla società. Perciò se devo fare la figura di quello emarginato, senza potere decisionale, allora non ci sto. Inoltre sono il vicepresidente del consorzio Fortitudo, che quest’anno ha totalmente fallito”.
Quali sono le problematiche di relazione con Muratori? “L’unica cosa per cui Muratori ha stima di Gentilini è che quest’anno abbiamo sempre dato soldi e mai presi. Abbiamo fatto tutte le trasferte a nostro carico. Speravo che per questo avrei potuto avere più voce in capitolo.
Ho presentato il ragazzo (tifoso) che gestisce i social al presidente Di Pisa e che da fine gennaio lavora in Fortitudo. E i risultati anche a livello grafico sono sotto gli occhi di tutti.
L’unica cosa che ha sempre funzionato in questa società è lo store. E noi in un anno abbiamo fatto solo due eventi nel negozio.
Stessa cosa vale per il sito internet. Ci sono contenti vecchi e poi tutti griffati Kigili. La Fortitudo ha un potenziale enorme e va sfruttato!
Bisogna tornare nelle scuole a parlare, mi sono proposto ma nessuno mi ha mai dato il permesso. Mi dispiace – da vicepresidente del consorzio – non essere coinvolto”.
Le maggiori problematiche in Fortitudo. “L’unica cosa che ho visto forte è la mancanza di iniziativa. Questa cosa mi fa rabbia. La Fortitudo ha un popolo in cui è pronto a seguire ovunque. Chi è quella società che fa i numeri di affezionati che fa la Fortitudo? Poi non perdiamo occasione per fare figuracce. La famosa maglia alla festa della Polizia è uno scivolone. Ma perché c’è poca attenzione. Di Pisa mi ha chiamato e si è preso le colpe, ma non deve assolutamente succedere”.