Per presentare la Frecciarossa Final Eight che prenderanno ufficialmente il via oggi (mercoledì 14 febbraio, ndr) per assegnare domenica 18 il titolo, abbiamo chiesto l’opinione di una bandiera della pallacanestro italiana, Dino Meneghin.

Uno dei giocatori che hanno segnato un’epoca d’oro per il panorama cestistico italiano e vero intenditore di Coppa Italia avendone vinte ben 6 con le maglie di Varese (4) e Milano (2), ci ha concesso un’intervista per darci una sua opinione e una chiave di lettura sulla kermesse che stiamo per vivere.

Favorita al successo finale

“La Coppa Italia è una competizione strana, perché sono tutte partite secche. Quindi sarà necessario che tutti i giocatori abbiano la massima concentrazione non avendo alcuna seconda possibilità nel caso di una partita storta. Giocando così tante gare in pochi giorni, la differenza la farà la panchina, che permetterà ai coach di poter gestire meglio le energie. Per cui seguendo questa logica direi Olimpia Milano e Virtus Bologna. Ma è pur sempre vero che se guardiamo la classifica, non possiamo escludere dal novero della favorite Brescia, squadra che ha molto entusiasmo e sta giocando molto bene. Se il campo dice la verità, come spesso accade, direi che Brescia è favorita. Ovviamente il compito di Brescia sarà più difficile: lo scorso anno ha vinto e ora è prima in classifica per cui tutti staranno molto attenti alla squadra di coach Magro.”.

Possibile sorpresa

“Un nome su tutti? Venezia, che con gli ultimi innesti sul mercato (Kabengele e Heidegger, ndr) ha ancora più forza. Oltretutto è una squadra con esperienza e molto bene allenata da Neven Spahija. Le altre sono tutte delle ottime formazioni, altrimenti non si sarebbero qualificate, ma non le vedo potenziali vincitrici, anche se la pallacanestro è bella per questo: nulla è mai scontato, specie in una competizione dove ogni partita può essere paragonata a una finale”.

Sui giocatori da tenere d’occhio

“Tutte le squadre sono ben attrezzate, specialmente Olimpia Milano, Virtus Bologna e Brescia. Se un giocatore non rende al massimo o attraversa un piccolo momento di difficoltà, in panchina c’è sempre una validissima alternativa pronta a dare il suo contributo. E questo è il bello del basket: se un giocatore va in difficoltà e viene sostituito, poi avrà ancora la possibilità di rifarsi immediatamente quando il suo allenatore lo rimetterà in campo. Spero che questa kermesse permetta a qualche giocatore italiano di mettersi in mostra. Non solo perché così verrebbe ripagato dei sacrifici fatti, ma per dare fiducia all’allenatore e ai tifosi. Mi auguro che il protagonista della competizione sia un giocatore italiano”.

Sui giocatori italiani 

“I nostri giocatori devono giocare ogni partita come se fosse la finale di EuroLeague. Sta poi ai singoli giocatori dimostrare la loro forza partendo dall’allenamento per poi mostrare tutto il loro talento e potenziale anche sul campo. Solo così potranno far vedere al loro coach che meritano più spazio di quello che hanno avuto a disposizione sino ad ora. Tutto passa da mentalità e applicazione: il duro lavoro paga sempre”.

Sull’approccio che devono avere i giocatori 

“Come diceva sempre Dan Peterson, quelli che entrano in campo devono sempre dare un contributo alla squadra. Se un giocatore porta un contributo positivo alla causa, ha sicuramente fatto il suo dovere. Per cui per giocare in queste competizioni occorre entrare in campo ed essere produttivi sin da subito e determinati. La paura va lasciata nello spogliatoio, perché altrimenti i compagni iniziano a non fidarsi più. Come dice Tanjevic, i giocatori devono essere tutti protagonisti, nessuno deve fare la comparsa. Questo dà fiducia tanto al coach quanto ai compagni di squadra.”

Sulla gestione stranieri di Olimpia Milano e Virtus Bologna

“Sicuramente è la parte più difficile dell’essere allenatore di questa tipologia di squadre. Non è mai semplice ogni partita decidere chi far giocare e chi no, saper scegliere non è certo una cosa semplice. Per poi non trovarsi giocatori scontenti, vuoi perché giocano meno e perché meno impiegati rispetto le loro aspettative, bisogna farli ruotare tutti. Le scelte, a mio avviso, variano anche a seconda delle squadre che si devono affrontare. Ovviamente, non sempre è possibile farlo, specie in una competizione dove non c’è un domani.”.

Sulle possibilità di vittoria dell’Olimpia Milano

“La stagione ha già abituato la squadra a giocare tante partite ravvicinate. Adesso che ha recuperato gli infortunati sta anche migliorando dal punto di vista tecnico e fisico, specie rispetto a un mese fa. La motivazione sarà anche il voler “vendicare” la prematura eliminazione della scorsa stagione, per cui mi aspetto una Milano che vada in campo molto concentrata. Le attenzioni sono su Milano e Virtus, e i giocatori dell’Olimpia devono far vedere che la fiducia risposta in loro dal Signor Armani è meritata e guadagnata. Al di la di questo, Milano vorrà far vedere che è una squadra forte, costruita per vincere Coppa Italia e Scudetto, perché è stata allestita per questo, e provare a entrare nelle prime otto di EuroLeague.”.

Sulla finale Milano-Bologna

“Da tifoso di Milano spero ovviamente che ci sia questa finale, anche se tutte e due devono stare molto attente. La Coppa italia negli ultimi anni ha sempre riservato qualche sorpresa rispetto alle aspettative iniziali. Sono due squadre molto forti e che stanno dando vita a una bella rivalità negli ultimi anni. Ovviamente spero vinca Milano (ride, ndr) anche se in finale non ci dovesse essere la Virtus. Tutte le squadre che si contenderanno il titolo giocano molto bene, per cui sono convinto che lo spettacolo sarà assicurato”.

 

In foto (Ciamillo Castoria)

Stefano Sanaldi