Se c’è un numero da giocarsi sulla ruota di Napoli, quello sicuramente è il numero 4.

Mai tormento fu più insistente nel mercato partenopeo che quello della nuova ala forte. Se con Gates saranno i tribunali a far valere le ragioni del club, visto che il giocatore aveva firmato il contratto ma non aveva risposto per due volte alla convocazione, Emmitt Williams si era presentato con grande entusiasmo e voglia di fare nel suo anno da rookie in Europa, mostrando anche buone abilità dal punto di vista dell’atletismo.

Ma la sfortuna ci vede benissimo e si presenta in forma di lesione muscolare che terrà l’ex Agua Caliente Clippers lontano dai campi per un periodo più o meno lungo.

I partenopei, però, non si sono scoraggiati, ma rimboccati le maniche ed hanno chiuso in tempo record per Dimitrios Agravanis, ala forte reduce da un Eurobasket in cui ha castigato l’Italia dal perimetro e contribuito al successo della sua Grecia. Per lui contratto a gettone, ma con la possibilità di allungarne la durata, e clausola di uscita in caso d’interessi (molto probabili) da Eurolega o Eurocup.

Le redini della squadra sono affidate, dopo l’arrivo a stagione in corso, a Maurizio Buscaglia, con un primo assistente di lusso come Cesare Pancotto, vecchio lupo di mare dei parquet italiani.

La salvezza ottenuta in extremis ha fatto da pungolo per la dirigenza partenopea che ha puntato ad uno svecchiamento pronunciato del roster: nessuno dei nuovi arrivi ha più di 30 anni, con il solo Zanotti a toccare le tre decadi, un bel contrasto con la carta d’identità dei vari Rich, Elegar, Pargo e simili.

Profili fatti, ma non stagionati in eccesso, quindi, per il nuovo roster partenopeo ed un’idea chiara: il pitturato è competenza esclusiva di Jacorey Williams.

Nel mezzo del mercato, però, la perdita di Parks – nonostante il rinnovo da poco firmato – poteva rappresentare un problema; Bolognesi ha rimediato con Elijah Stewart. Non poco.

 

IL COACH – MAURIZIO BUSCAGLIA

Arrivato a stagione in corso, il tecnico si era trovato un roster molto distante dalla sua idea di basket e con quasi nulle possibilità di manovra sul mercato (Gudaitis l’unica aggiunta). Quest’estate ha voluto innanzitutto assicurare il forzato periodo di assenza a causa dell’impegno con la nazionale olandese, da qui l’arrivo di Pancotto, poi ha voluto cambiare totalmente volto e caratteristiche alla squadra.

Dinamismo, esperienza europea (tutti tranne Zanotti e Dellosto hanno giocato le coppe) e campo allargato da 4 elementi con il tiro pesante nelle corde, lì sotto spazio al miglior centro della stagione 2020-21.

Buscaglia, però, può trovare anche quintetti XL spostando Gates in ala piccola, con Zanotti e Zerini a scambiarsi tra ala forte e centro, o XS, con Johnson spostato nello spot di ala piccola e Stewart a fare il quarto esterno con Howard in campo.

 

IL ROSTER

Playmaker: David Michineau – Jordan Howard
Guardie: Robert Johnson – Lorenzo Uglietti
Ali piccole: Elijah Stewart – Nicolò Dellosto
Ali grandi: Dimitrios Agravanis – Simone Zanotti – Emmitt Williams
Pivot: Jacorey Williams – Andrea Zerini

Aggiungere al referto due giovani del vivaio.

Anche quest’anno la GeVi adotta il 6+6, completando il pacchetto italiani con due ragazzi del vivaio a referto. Nell’ultima gara della scorsa stagione aveva esordito Simone Sinagra, uno dei gioiellini del settore giovanile che ha incantato nei vari tornei di categoria. Sembra lui, tra l’altro anche parente di Diego Armando Maradona Jr., il più pronto a tenere il parquet.

La coppia di playmaker rappresenta lo Yin e lo Yang della squadra: Michineau, titolare designato, è più simile al concetto classico del regista, abile nel far girare la squadra e nel mettere in ritmo i compagni. Per lui parlano anche gli oltre 20’ di media disputati nella scorsa Eurocup, un’Eurolega bis, visto il livello.
Di tutt’altra natura Jordan Howard, grande realizzatore, ma talvolta temerario nel cercare la giocata ad effetto, come dimostra il rapporto tra assist e palle perse. Lo statunitesnse naturalizzato portoricano sarà colui che spariglierà le carte in tavola partendo dalla panchina, potendosi adattare senza difficoltà anche nello spot di guardia, lasciando l’onere della gestione al collega di reparto.

Non dovrebbe avere gli stessi problemi patiti in Serie A2 Robert Johnson, protagonista della prima parte della stagione scorsa con Cantù e strappato ad una folta concorrenza. Nella tappa di Varsavia, la guardia classe ’93 ha migliorato ulteriormente le proprie cifre, superando i 20 punti ad allacciata di scarpe e mostrando capacità di attaccare in molteplici situazioni e contro molteplici difese. Da non sottovalutare la tendenza ad essere glaciale nei momenti che contano.

Minore spazio si prospetta per capitan Uglietti. L’ex Treviso aveva concluso la stagione scorsa da effettivo sesto uomo, con un paio di puntate in quintetto e con la solita energia difensiva. Ora le gerachie lo vedono più indietro, ma un minor minutaggio potrebbe massimizzarne il rendimento difensivo, specialità della casa, senza troppo timore del limite di falli.

Ala piccola titolare sarà Elijah Stewart. L’ex Cluj Napoca, eletto nel miglior quintetto della scorsa Basketball Champions League, è un giocatore diametralmente opposto al suo predecessore Parks: difensore più sulle linee di passaggio che sulla palla, Stewart è più perimetrale rispetto al neo veneziano, pur non disdegnando scorribande nei pressi del ferro, sorrette da una buona dose di atletismo.
In grande spolvero alla Summer League di Las Vegas, non sono pochi gli addetti ai lavori che ne avrebbero pronosticato almento un two-way contract dall’altra parte dell’oceano. Napoli è stata più svelta e convincente.

Dietro lo statunitense (e non solo…), Nicolò Dellosto proverà ad imparare allenamento dopo allenamento, sperando di guadagnarsi minuti in campo e di riannodare quel filo di crescita che si è bruscamente interrotto nelle due tappe di Ferrara e Cento.

Senza infortuni, staremmo parlando di Emmitt Williams, giocatore giovane e grezzo nel talento che aveva mostrato qualcosa di buono già in precampionato, facendosi apprezzare in appoggio a JaCorey Williams.

In sua mancanza, il posto spetterà a Dimitrios Agravanis, 2,08m per 116kg da Atene, stabilmente nel giro della nazionale ellenica e reduce da un’ottima stagione da oltre 13 punti e 6.9 rimbalzi al Promitheas Patrasso.

Profilo più interno rispetto ai suoi predecessori, Agravanis non disdegna – citofonare italbasket – la soluzione pesante, specialmente se in seguito a pick ‘n pop, qualità che lo rende spendibile anche come pivot, soprattutto contro squadre che non hanno doppia dimensione nel ruolo.

A dare il cambio al greco sarà Simone Zanotti, anche lui capace di colpire dal perimetro, ma più grosso e capace anche di fare il pivot all’occorrenza. Reduce da una stagione positiva in quel di Pesaro, Zanotti è chiamato a dare minuti di sostanza in uscita dalla panchina, mantenendo le spaziature per Williams, ma anche complementandosi con Zerini.

Il nuovo pivot titolare degli azzurri è una vecchia conoscenza del campionato: Jacorey Williams torna in LBA dopo aver dominato in quel di Trento. Dategli spazio, direbbe un certo filosofo siracusano, e vi solleverà il Mondo, ed in effetti il roster è costruito anche intorno alle sue caratteristiche.

Dalla panchina, infine, ecco la certezza chiamata Andrea Zerini, monumentale nel finale della scorsa stagione, ancora oggi annoverabile tra i migliori italiani del massimo campionato sia per capacità difensive che per range di tiro. Dal suo movimento nei pick&pop Buscaglia si attende ulteriori dividendi.

 

COSA ASPETTARSI

L’obiettivo dichiarato è quello di una salvezza davvero tranquilla, senza la necessità di andare a prendersela con l’acqua alla gola nella tana del lupo. Il primo passo è stato ridurre al minimo le possibilità di essere costretti a cambiare più volte l’asse play-pivot.

Sulla carta, la squadra è attrezzata per raggiungere quanto prefissato, ma può serenamente coltivare l’ambizione d’infilarsi nella contesa per uno degli ultimi posti validi per i playoff.

 

IL COLPO DI MERCATO – ELIJAH STEWART

Dalle parti di Las Vegas c’è ancora chi si chiede come abbiano fatto 30 franchigie ad ignorare le ottime prestazioni offerte in Summer League; la piazza aveva bisogno di un giocatore capace di far dimenticare il dolore per l’addio di Parks, beniamino del PalaBarbuto, e Stewart ha tutte le carte in regola per riuscirci. E magari tornare a giocare le coppe all’ombra del Vesuvio.

 

Elio De Falco