Come riporta Spicchi d’Arancia, da anni FIP e Lega Basket annunciano a intervalli irregolari parametri più severi e più poteri alla Com.Te.C per gestire le ammissioni eppure poco o nulla si è fatto e si può fare per evitare casi come la Virtus Roma oggi e di diversi club ieri che hanno più o meno smantellato durante la stagione. Eppure basterebbe prendere a esempio il sistema dei budget preventivi adottato dalla LNB francese e gestito in maniera indipendente dalla Direction Nationale du Conseil et du Contrôle de Gestion des Clubs Professionnels (DNCCGCP). Si tratta di un organismo autonomo di 11 membri composto da professionisti permanenti (esperti di diritto e di controllo di gestione) e altri di nomina LNB con uno schema di commissioni incrociate che ne garantiscono la totale indipendenza da LNB e la più assoluta
riservatezza circa l’operato. Ogni anno dal 2001 l’organismo presenta inoltre un rapporto dettagliato sullo stato economico dei club di LNB analizzando stato dell’arte, trend ed eventuali problematiche offrendo un prodotto il più conforme possibile alla realtà. Ogni anno entro il 30 giugno i club di LNB (Jeep Elite e Pro B, equivalenti di A1 e A2) devono inviare un budget preventivo con pezze documentali di tutte le entrate previste (contratti scritti con sponsor, sovvenzioni e previsione di incassi). Ricevuto tutto il materiale DNCCGCP divide i club in tre categorie. Nella prima ci sono i club virtuosi, con conti storicamente in ordine e documentazione impeccabile, a cui viene approvato il budget e viene lasciata all’interno del budget stesso libertà sul monte stipendi lordo per la squadra (per il 2020-21 il 32% medio in Jeep Elite e il 31% in Pro B su budget ridotti rispettivamente del 9% medio e del 5% rispetto al 2019-20) con possibilità di sforare dalla massa salariale del 10% in corso d’opera e di una somma maggiore solo dietro documentata (e da approvare) richiesta di maggiori ricavi avuti. Nella seconda fascia vi sono i club a cui viene approvato il budget, ma il monte stipendi viene imposto da DNCCGCP senza deroghe per garantire equilibrio tra spese e ricavi. Nella terza fascia ci sono i club a cui non viene riconosciuto il budget previsto (es. contratti di sponsorizzazione ritenuti non affidabili o sovrastima degli incassi previsti) e a cui ne viene imposto
uno inferiore fatto salvo che ai controlli intermedi sui bilanci del club non vengano effettivamente dimostrati introiti superiori. Insomma, la versione pratica del detto “pagare moneta, vedere cammello”. Spazio a professionisti seri e indipendenti che hanno libera azione nel valutare fidejussioni sospette, preventivi gonfiati e bilanci zoppicanti senza dovere rendere conto a nessuno e senza l’onere di dovere motivare le proprie scelte magari al TAR di turno. Sicuramente qualcuno pagherebbe dazio a un sistema rigido, probabilmente i più furbi e non i più bravi, e diversi budget ne uscirebbero contratti. Ma altrettanto sicuramente non
ci sarebbero più campionati che perdono i pezzi, diminuirebbero lodi e BAT per stipendi non pagati e forse ci sarebbe un campionato più autorevole capace di presentarsi a sponsor e spettatori con maggiore credibilità.