Jimmy Butler ricorda Jamie Foxx nel celebre film “Any given sunday”. Sguardo deciso, da duro. Di quelli che sanno quando accelerare per cogliere l’attimo prima che fugga via.
È stato così a Boston. La prima sfida delle finali di Conference a Est ha detto Miami. E prima di aver annichilito i Celtics con un terzo quarto sontuoso è toccato a New York subire la legge di Jimmy. Le sue giocate da autentico leader hanno lasciato di sasso Spike Lee e tanti altri Vip presenti al Madison square garden.
Accanto a lui non c’è Tony D’Amato né un pallone da football. Ci sono Spoelstra, coach pacato e riflessivo e, soprattutto Pat Riley. Lui si che ricorda il personaggio interpretato sapientemente da Al Pacino. Pensi a Miami, agli Heat come ai fantasiosi Skarks e Jimmy Butler non può essere che collocato nel Parnaso delle personalità della città.
Lui proprio come fecero Sonny Crockett e Rico Tubbs, eroi di “Miami Vice”, ha messo in riga chiunque abbia provato a fare la voce grossa. Ha eliminato i malcapitati Bucks – udite, udite, i primi della classe – con un poderoso 4-1 andando contro ogni legge della razionalità. Adesso sotto con i Celtics per far comprendere a Tatum e compagni che servirà molto più di quello che i biancoverdi hanno messo in gioco contro Philadelphia per avere la meglio sui suoi Heat.
Butler vuole vendicare la sconfitta dello scorso anno e tornare in finale dopo la bolla di Orlando. Parole e musica di Jimmy Butler, idolo degli Heat. Miami sogna, gongola e si gode il suo campione.
Foto tratta da Facebook: Jimmy Butler