“A quarter with Kyle Hines” è una serie di colloqui tra il centro dell’Olimpia e un altro giocatore a turno incentrati sulle loro esperienza dentro e fuori del campo, giunta alla sua seconda stagione sulle piattaforme di EuroLeague. Il primo “ospite” di Hines quest’anno è stato Zach LeDay. In comune hanno la capacità di eccellere nonostante siano dei cosiddetti “undersized” e la scelta contemporanea di venire a Milano, lavorare sotto Coach Ettore Messina, con l’impegno come dice LeDay “di mettere da parte il proprio ego e lavorare solo per il bene comune in modo da realizzare qualcosa di importante per tutti noi. E’ quello che per cui stiamo cercando di lavorare ogni giorno. Per me è un po’ diverso perché sono uno dei giovani della squadra e trovandomi in mezzo a tanti veterani il mio obiettivo è essere al loro livello, che è molto alto. La mia sfida personale è essere sempre pronto, ogni giorno, imparare ogni giorno da tutte le persone che sono qui”.

Zach LeDay ha parlato anche della vita fuori del campo, della scoperta di Milano, limitata dalle restrizione attualmente in atto (“Sono affascinato dall’architettura della città, dalle gallerie d’arte, ogni giorno scopri qualcosa di differente”), dalla lingua (“L’obiettivo è imparare due parole nuove ogni giorno”), dell’esperienza di giocare senza tifosi (“I fans ti trasmettono energia che usi per giocare, ma in questo momento è secondario rispetto a proteggere la salute di tutti”), della sua carriera che l’ha portato ogni anno finora a giocare per squadre differenti. “Si tratta di adattarsi ogni volta, ma io mi preoccupo di imparare e migliorare ogni giorno, è tutto quello che mi interessa”.

“Dove mi vedo in 10 anni?”. L’ultima domanda di Hines ha colto di sorpresa Zach. “Significa che avrò 36 anni, sarà l’ultimo anno, o uno degli ultimi anni della mia carriera, penso che pregherò ogni giorno di essere in salute. Con la tecnologia, prendendosi cura del proprio fisico, con quello che impariamo, ci sono giocatori che vanno forte a 40 anni, e magari riuscirò ad essere uno di loro, in grado di giocare a questo sport che amo”.

Fonte: olimpiamilano.com