Il big match di giornata vede opposte la Dinamo Banco di Sardegna e la Virtus Segafredo Bologna: continua il momento d’oro per la squadra bianconera, che porta comodamente a casa la vittoria e che segna ben 108 punti contro i 77 dei padroni di casa. Sassari ritrova tutti i suoi effettivi ma si vede che la condizione fisica (ed anche mentale) è provata dalle tante partite in poco tempo, a Bologna manca Markovic ma Djordjevic trova risposte importanti dalla panchina, che manda a referto tutti gli effettivi e segna più della metà dei punti della squadra.
Al via coach Pozzecco può finalmente schierare il suo quintetto classico composto da Spissu, Gentile, Burnell, Bendzius e Bilan, a cui risponde coach Djordjevic con Pajola, Belinelli, Weems, Ricci e Tessitori.
Partenza lenta per entrambe le squadre, che dopo 3’ di gioco segnano solo un canestro per parte. Sul 6-7 rivede il campo anche Kruslin, fermo nella partita giocata in Germania giovedì, e poco dopo rivede il parquet anche Katic, come Spissu fermo causa covid da oltre 2 settimane; partita significativa per il play croato, che esordì in LBA proprio all’andata contro le V nere, risultando determinante per la vittoria della sua squadra.
La difesa alternata uomo-zona del Banco manda in confusione la Virtus che non trova con continuità il fondo della retina ed anzi paga a fine quarto un passivo di 9 punti nei confronti dei padroni di casa; i ragazzi del presidente Sardara pur pasticciando un po’ nella metà campo offensiva convincono e conducono alla prima sirena per 22-13.
Partono invece bene i bolognesi nella seconda frazione, con una schiacciata di Gamble ed un layup di Teodosic che consigliano a Pozzecco di chiamare un timeout dopo appena 55”: i bolognesi però sono in missione ed orchestrati da Teodosic arrivano svelti alla parità a quota 24, break fermato dal primo canestro di Spissu che si iscrive alla partita segnando da dietro l’arco dei 6,75.
Primo vantaggio Virtus con 4’10” da giocare dopo il bel jumper di Pajola dalle tacche, ma Sassari risponde subito con un’azione da highlights della settimana che vede Spissu segnare dalla lunga dopo un passaggio di Bendzius dietro alla schiena. I bolognesi però trovano un buon momento di Belinelli e di Abass, 5 punti di fila per il numero 55 in maglia bianca, ed è +4 Virtus sul 39-41. Ci pensa Katic a rimettere il punteggio in parità con 4 tiri liberi, ma due triple consecutive di Pajola mandano gli ospiti al riposo avanti sul 43-49.
Fuga secca della Virtus ad inizio secondo tempo, con un parziale di 10-2 che manda i bolognesi avanti sul 45-59; un tecnico a Gentile ed uno a Pozzecco certificano il nervosismo dei biancoblù.
Belinelli diventa il primo giocatore della partita ad oltrepassare quota 10 punti, ma in generale la Segafredo gioca decisamente meglio e scappa sul +20 quando mancano 4’ alla fine del terzo quarto.
Partita che sembra finita in quel momento, perché la Dinamo non riesce più a trovare il bandolo della matassa mancando anche nella più basilare impostazione di gioco, e si presenta all’ultimo intervallo sotto di 26 sul 55-81: il parziale di 12-32 è impietoso ma veritiero per quanto visto in campo.
L’ultima frazione effettivamente non ha più nulla da offrire: Pozzecco spende il suo ultimo time out dopo 2’45” di gioco sul -30, la Virtus arriva a quota 100 a 4’25” dalla fine e la partita scivola via fino alla sirena come la più classica delle partite tra due squadre ai poli opposti della classifica; che la situazione in campionato veda le due squadre una al terzo ed una al quarto posto sembra quantomeno impreventivabile per quanto visto negli ultimi trenta minuti.
L’ultimo punto della partita viene segnato dal giovane Deri, e fa sì che tutti i 12 giocatori in maglia bianconera entrino nel tabellino dei marcatori; la Dinamo schiera 9 giocatori ed 8 di questi segnano, ma i 61 punti arrivati dalla panchina bolognese contro i 22 di quella sarda ed i 41 rimbalzi a 27 catturati dalla squadra ospite certificano se non bastasse il punteggio una partita con veramente poco da raccontare.
Marco Belinelli: foto Ciamillo-Castoria
Diego Scalas