Giovedì 16 novembre nell’intervallo della partita tra Olimpia Milano ed Anadolu Efes Istanbul, l’Olimpia celebrerà Kruno Simon, che è stato appena incluso nella Hall of Fame societaria. Kruno Simon ha vinto lo scudetto del 2016, due Coppe Italia e una Supercoppa, da MVP
Fino ai 27 anni di età, Kruno Simon aveva giocato solo in Croazia e tra l’altro neppure nella squadra simbolo del paese, il Cibona. Era sottovalutato, considerato troppo poco atletico per giocare ad un livello altissimo nonostante la creatività, l’estro, il tiro mancino, la diabolica capacità di passare o tirare in salto, senza equilibrio, senza luoghi in cui atterrare. “Sarà uno dei nostri punti di forza, perché con lui è come avere due playmaker in campo”, disse invece Coach Jasmin Repesa presentandone l’arrivo. Kruno giocava da guardia e da ala piccola, ma poteva portare palla e vedeva il gioco due passaggi avanti. Nel 2012, aveva lasciato per la prima volta la Croazia arrivando a Malaga in Spagna, poi aveva giocato in Russia alla Lokomotiv Kuban ed era diventato una pedina fissa della Nazionale croata (nel 2016 fu uno dei protagonisti della vittoria al Preolimpico di Torino che escluse l’Italia dalle Olimpiadi di Ro de Janeiro). Ma l’Olimpia era la sua grande occasione di dare una svolta decisiva alla carriera. A 30 anni di età. Non avrebbe fallito.
Arrivò all’Olimpia in una squadra da ricostruire attorno ad Alessandro Gentile. Nel corso della stagione 2015/16 arrivarono altri tre giocatori a correggerla e rinforzarla, Mantas Kalnietis, Rakm Sanders ed Esteban Batista. Sarebbero stati con lui e Gentile il cuore della squadra guidata da Repesa.
L’Olimpia faticò nella prima parte di stagione, perse la finale di Supercoppa contro Reggio Emilia e venne infatti eliminata subito in EuroLeague, ma con le correzioni si mise in ritmo e Kruno Simon fu grande protagonista di una galoppata che l’avrebbe condotta alla conquista della Coppa Italia (tre vittorie a Milano con scarti record, superati solo nel 2021) e poi dello scudetto. La stagione successiva cominciò con la vittoria in Supercoppa e poi in Coppa Italia a Rimini. Con Simon, di fatto, l’Olimpia vinse quattro trofei italiani consecutivi nell’arco di due anni. Sfortunatamente, gli infortuni che ne condizionarono in parte il biennio milanese, emersero proprio nei playoff del 2017. Simon (che era stato obbligato a guardare dalla panchina già le Final Eight di Rimini) fu costretto ad alzare bandiera bianca dopo Gara 2 della semifinale persa con Trento. Provò a rientrare dopo Gara 4, con la squadra sull’orlo dell’eliminazione, ma non fu possibile farlo. Peccato, perché un Simon a pieno regime non solo avrebbe potuto cambiare la storia di quella stagione ma magari anche la sua storia all’Olimpia, che si chiuse proprio allora.
In ogni caso, in due anni all’Olimpia ha vinto uno scudetto, due Coppe Italia e una Supercoppa. Venne nominato MVP proprio della Supercoppa vinta nel 2016 a Milano (25 punti in finale contro Avellino), e fu decisivo nello scudetto conquistato pochi mesi prima. Fu suo il canestro della vittoria in Gara 6 a Reggio Emilia dal post basso, un fade-away mancino che era la fotografia della sua versatilità.
Tiri e passaggi in salto, infallibile dalla lunetta, tatticamente intelligente, mancino: con queste qualità, Kruno superava i limiti atletici. Nei playoff del 2016 ebbe 12.8 punti di media con il 42.8% da tre. In due stagioni ebbe 75 presenze in Italia con 1.014 punti segnati, 31 apparizioni in EuroLeague e 331 punti segnati. Numeri di qualità.
Via da Milano, sacrificato nella rivoluzione seguita all’eliminazione dai playoff del 2017 e il conseguente esonero di Coach Repesa, Simon ha giocato cinque anni all’Anadolu Efes Istanbul vincendo due volte l’EuroLeague e meritandosi il ritiro della maglia numero 43.
Fonte: olimpiamilano.com