Appuntamento #5 della nostra NBA Summer, dedicato a un campione assoluto, un vincente dentro e fuori dal campo che resterà per sempre con noi. Dopo l’ultimo episodio, dedicato a Simone Fontecchio e Kevin Durant, vediamo insieme gli ultimi avvenimenti dell’estate NBA.
IL GRANDE BILL
Dopo una vita piena di successi e di lotta, nel tardo pomeriggio di domenica ci ha lasciato Bill Russell, centro dei Boston Celtics e membro della Hall of Fame. Il giocatore più vincente di sempre (11 anelli in 13 anni in NBA), l’unico capace di vincere 8 campionati di fila (nessun altro ne ha mai vinti più di 3 di fila), capace di dominare in difesa limitando un altro gigante come Wilt Chamberlain. Ma Bill Russell non era solo questo.
Russell era campione ancor di più fuori dal campo. Un uomo capace di sopportare il terribile razzismo dei tifosi di Boston, che lo insultavano, lo inseguivano per picchiarlo, gli negavano ogni diritto, fino ad arrivare al punto di defecargli nel letto. Quando fu ritirato il suo numero di maglia la cerimonia fu a porte chiuse. Eppure Russell continuava a giocare. Era la sua vendetta. E intanto, lottava. Celebre la foto che lo ritrae con Muhammad Ali e Kareem Abdul-Jabbar, amico fraterno.
In giro per l’associazione sono in molti a condividere storie personali e celebrare il grandissimo Russell. Tra tutti, oltre al commosso ricordo da parte di Jaylen Brown (a sua volta attivista oltre che atleta, nonché alunno di Russell stesso), spicca la dedica di Adam Silver, commissioner NBA. La potete trovare a questo link.
OLTRE AL DANNO LA MULTA
Ancora arenate le discussioni di possibili scambi per Kevin Durant e Donovan Mitchell. Soprattutto per il secondo continuano ad insistire i New York Knicks, disperati ed in cerca di una vera stella. E i guai non finiscono qui per la franchigia di residenza al Madison Square Garden: secondo Chris Haynes, la NBA ha deciso di indagare sulle modalità di firma di Jalen Brunson da parte dei Knicks.
Non è una novità che nel momento esatto dell’apertura della free agency i giocatori firmino in pochi minuti. Bene, sarebbe tutto regolare se fosse svolto nei normali termini di tempo. Ma capita a volte che qualche affare, in maniera ufficiosa, venga discusso anche in precedenza. Fu il caso dello scambio Bogdan Bogdanovic, che, in teoria diretto ai Bucks, venne arrestato in seguito alla scoperta della lega di un caso di tampering. Bogdanovic finì ad Atlanta e Milwaukee perse una scelta al secondo round, quella del Draft, appena svolto, 2023.
Secondo la NBA potremmo trovarci davanti ad un caso simile. Questa volta niente ritorno di Brunson a Dallas, in quanto il contratto è stato firmato in free agency e non coinvolgeva nessuno scambio. I Knicks, però, rischiano di perdere scelte e subire multe, e ciò di certo non aiuta il morale dei tifosi impazienti.
GLI SVINCOLATI
Nonostante la totale immobilità del mercato, ci sono ancora giocatori che sperano di essere chiamati da qualche squadra, magari anche solo per giocare 10-15 minuti a partita. Il più ricercato è Collin Sexton, guardia di grande spessore in forza, la passata stagione, ai Cleveland Cavaliers. Sexton ha giocato appena 11 partite nella stagione 2021-22 prima di rompersi il menisco, chiudendo così la stagione in anticipo. I Cavaliers vorrebbero rifirmarlo, seppur non al massimo, e sarebbero disposti a privarsene solo tramite sign-and-trade: in prima fila Utah Jazz e Washington Wizards.
Ma non solo lui tra i tanti è in cerca di una nuova casa. Molti sono i nomi che potrebbero orientarsi verso l’Eurolega, alcuni sperano ancora di restare oltreoceano. Tra i tanti, segnaliamo i nomi di Montrezl Harrell (sesto uomo dell’anno nel 2020), Carmelo Anthony, Dennis Schröder, Rajon Rondo, PJ Dozier, Jeremy Lamb, Lou Williams, Andre Iguodala, Blake Griffin, DeMarcus Cousins, Tristan Thompson e Hassan Whiteside.
FOTO: Bill Russell (NBA.com)
Yuri Pietro Tacconi