di Mario Arceri
“Sarà un quadriennio di cambiamento e di rivoluzione. E noi dobbiamo aver fiducia in questa rivoluzione”. Così, citando le parole di uno scrittore francese dell’Ottocento, Giovanni Petrucci ha concluso il suo intervento programmatico nella 48ª Assemblea Ordinaria della Federazione Italiana Pallacanestro, iniziata questa mattina nella grande sala delle conferenze, allo Stadio Olimpico di Roma.
Iniziata, ma non conclusa, anche se l’epilogo non può riservare alcuna sorpresa, visto che le candidature sono bloccate: tante nomine disponibili per quanti sono i personaggi che si sono candidati. Ma non è questa l’unica, e comunque non la più importante, curiosità di questa Assemblea che celebra l’elezione del governo federale che dovrà portarci al 2024 e ai Giochi Olimpici di Parigi. Si concluderò solo martedì quando le schede, votate da 92 dei 93 delegati nelle sedi di 18 Comitati Regionali (si sono uniti Campania e Molise, e Umbria e Marche), arriveranno a Roma per procedere allo spoglio e alla conta dei voti: l’unico motivo di incertezza in questa elezione è l’eventuale numero di schede bianche.
La pandemia di Covid ha impedito la consueta presenza corale imponendo la partecipazione e il voto a distanza, ed è stato evidentemente l’elemento centrale degli interventi, peraltro limitati a Giovanni Petrucci e Giovanni Malagò, eppure di grande importanza politica. La 49ª contestuale Assemblea Straordinaria per le modifiche allo Statuto si è esaurita in pochi minuti con l’approvazione delle nuove norme: obbligo di tesseramento “atleti/e 3×3” per tutti coloro che intendono fare esclusiva attività di 3×3 Fip; partecipazione, senza diritto di voto, dei presidenti delle Leghe ai lavori del CF; possibilità del Presidente federale di ricorrere contro le decisioni del Tribunale federale.
Atteso quindi l’intervento del presidente Petrucci che ha indicato i tre punti chiave del suo programma: “Reclutamento, formazione e sviluppo, investimento tecnico”, ricordando l’importanza di fare chiarezza sullo svincolo dei giocatori (“La legge delega lo vorrebbe cambiare tutto, ma è fondamentale che le società che formano i giocatori abbiano dei ritorni economici. Lavoreremo per lo snellimento dei regolamenti. Come serve che lo Stato ci aiuti. Valga l’esempio della Francia, dove è proprio lo Stato ad offrire prestiti garantiti per dieci anni”), sottolineando come “un bilancio sano ci abbia consentito di impegnare quest’anno dieci milioni di euro tra tasse non riscosse e aiuti al movimento, una somma tuttavia che dobbiamo impegnarci a recuperare a breve termine”.
Un altro argomento chiave è il rapporto con la scuola (“Ci serve sostegno, ma l’unico ministro ad averci dato una mano fu Gelmini”) – anche perché si dovranno recuperare tesserati che la pandemia ha tolto -, così come l’incremento del livello tecnico del nostro basket: “Manchiamo da diversi anni dai Giochi olimpici, eppure nonostante la mancanza di questo traino, a livello giovanile le nostre ragazze sono prime in Europa e i ragazzi si sono notevolmente avvicinati ai vertici. Sono buone notizie in prospettiva, non dimenticando che il basket è sport olimpico, e che i Giochi misurano anche il livello della cultura sportiva di un Paese. Il 3×3 è disciplina olimpica, le nostre ragazze hanno vinto un oro mondiale, per dargli un ulteriore impulso abbiamo ufficializzato lo specifico tesseramento”.
Un altro aspetto a cui Petrucci tiene è la normalizzazione del rapporto con gli Enti di Promozione Sportiva. “Hanno molte frecce al loro arco, ma su molte cose non ci troviamo d’accordo. Sentiamo reciprocamente la necessità di una sintesi che deve peraltro avvenire nel rispetto delle nostre regole”. Una mano tesa e un’iniziativa importante alla vigilia del 2021 nel quale ricorreranno i 100 anni della nascita della Federazione Italiana Pallacanestro: “Vorremmo festeggiare nel modo migliore il Centenario di una Federazione che, non dimentichiamolo, è stata quella che ha dato vita anche alla Fiba. Io ne sarò ancora il presidente, non è stato facile finora, è stato fatto quello che era possibile fare, ma il prossimo quadriennio dovrà essere di cambiamento e di rivoluzione”.
Questa la promessa di Giovanni Petrucci, ancora più coraggiosa se si tiene conto della situazione socio-sanitaria del Paese e delle non felici previsioni del futuro. Petrucci lo aveva peraltro ricordato all’inizio del suo intervento, con un durissimo attacco al progetto di riforma dello sport firmato da Spadafora: “E’ un momento difficile per tutti, e ancora di più per lo sport italiano sotto l’incubo di una legge di cui non si capisce la filosofia, ferma al palo da due anni senza alcun miglioramento, che schiaccia una realtà straordinaria come lo sport italiano. Il Coni è sempre stato un’eccellenza assoluta. Io ricordo bene quando, da giovanissimo funzionario del presidente Onesti, arrivavano da tutto il mondo a studiare il nostro modello, oggetto di rispetto anche dai maggiori governanti come Moro o Andreotti.
“Come si può pensare che Consiglio Nazionale e Coni possano non seguire i principi statutari del Cio, con membri nominati dai ministeri, mentre noi siamo eletti dalle nostre società? Come si possono togliere al Coni degli istituti basilari e parte integrante dello sport italiano e della sua storia? Come si può fare una legge sullo sport contro il Coni? Noi restiamo al fianco del Coni: questa legge, come per miracolo, ha fatto trovare una concreta unità all’intero sport italiano”, ribadisce Petrucci che del Comitato Olimpico Nazionale è stato presidente per oltre quattordici anni, invitando: “Malagò e Mornati andate avanti, ci avete al vostro fianco contro questa legge zibaldone. Nel 2000 sono stato 5 ore seduto accanto a papa Woytila, proprio qui allo Stadio Olimpico, durante il Giubileo degli Sportivi da presidente del CONI. Auguro lo stesso a Giovanni Malagò per il prossimo Giubileo del 2025”.
A Petrucci ha risposto il presidente Giovanni Malagò: “Ringrazio Gianni per le sue parole, del resto il Coni è la sua storia: è fondamentale che le Federazioni diano sostegno alle nostre sacrosante e doverose istanze per difendere l’autonomia dello sport”, ricordando anche gli anni con la Virtus Roma, da presidente e da amministratore delegato, “Vincendo una Coppa…”, episodio ormai lontano.
Il presidente del Coni ha sottolineato la risposta positiva della Fip ad un anno molto complicato: “L’avere un bilancio a posto, e non tutte le Federazioni lo avevano, ha consentito interventi di sostegno alle società: non è una situazione che possa procrastinarsi all’infinito, ma è stato comunque importante quello che s’è fatto. Ma c’è anche l’aspetto più squisitamente sportivo, agonistico. L’interesse del Coni per gli sport di squadra è alto, dal calcio, al volley, alla pallanuoto, certamente anche al basket, atteso dalle qualificazioni olimpiche. Ebbene io vi dico di essere pronti, perché nel 2021 può succedere di tutto, anche sovvertire situazioni negative che si ritengono consolidate: basti vedere quello che sta accadendo in questi giorni, dal calcio al ciclismo, ad altri sport. Molti valori si sono alterati, condizionati dallo stato dell’arte: la possibilità di allenarsi adeguatamente, l’aggressione del covid, la situazione ambientale. Ecco perché ce la dobbiamo sempre mettere tutta: ci sono sul tavolo carte nuove che dobbiamo provare a giocarci. E, in prospettiva, occhio al futuro: con la Francia qualificata d’ufficio a Parigi 2024, si libera, per uomini e donne, un posto che, con i nostri giovani in grande crescita, possiamo fare nostro”.
Arrivederci a martedì, per fare i conti.