Marco Belinelli e Milos Teodosic: foto Ciamillo-Castoria

di Alessandro Stagni 

E venne il giorno di Marco Belinelli, il ritorno in maglia Virtus, dopo diciassette anni passati fra uno scudetto vinto con l’altra metà di Bologna, un titolo NBA ed un riconoscimento all’All Star Game di vincitore della gara da tre punti, primo e unico italiano nella storia. Domani alle 17,15 sulle tavole della Segafredo Arena, salvo impedimenti dell’ultima ora, avverrà quello che i tifosi Virtussini sperano da giorni, il secondo esordio in maglia bianconera, dell’ex ragazzo prodigio di San Giovanni in Persiceto, per dare alla società che lo fece esordire nel 2002, quel qualcosa in più che in tanti chiedevano da tempo, una maggiore pericolosità nel tiro da 3 punti. In realtà, se si vanno a leggere le statistiche, la Virtus non è proprio tra le peggiori in questo fondamentale in campionato, ancora meno in Eurocup, ma indubbiamente, l’arrivo di Marco Belinelli, specialista proprio nel tiro da lontano, può dare al gruppo di Coach Aleksandar Djordjevic un’opzione in più per mettere in difficoltà le difese avversarie. Marco sta pian piano riprendendo la forma fisica ideale, ma è giusto sottolineare che è rimasto diversi mesi lontano dalle competizioni, dal contatto fisico con gli avversari e soprattutto, negli ultimi 13 anni, ha giocato in un mondo cestistico molto diverso da quello Europeo, quindi è doveroso scrivere che non si potranno subito pretendere da lui prestazioni e minutaggi importanti, nonostante non si stia parlando di uno qualunque. Servirà pazienza e molta calma, da parte di tutti, Marco è un ragazzo intelligente e un giocatore che ha sempre lavorato con grande serietà ed impegno, mettendosi ogni volta a disposizione delle squadre in cui ha giocato, evitando inutili personalismi e accentrando il gioco sul proprio tiro, nonostante ne avesse le prerogative per poterlo fare. Nel suo secondo esordio di domani, troverà una squadra in fiducia, reduce da cinque vittorie consecutive fra campionato e Eurocup, un gruppo che dopo la querelle con la società, si è stretto attorno al proprio Coach e sta giocando con grande piglio per proteggere il proprio condottiero, insomma un buon momento per entrare ed iniziare a dare il proprio contributo.

Ironia della sorte, domani si troverà davanti quell’Olimpia Milano contro cui vinse lo scudetto nel 2005, e a guidarla colui con cui iniziò ad allenarsi nella prima squadra della Virtus di allora, quell’Ettore Messina che ha poi ritrovato come assistente sulla panchina di San Antonio, la società Texana che ha dato la gloria a Marco, con quel numero 3 sulla schiena, che lo accompagnerà anche in questa sua nuova avventura in Virtus. 

Domani, scenderanno in campo le due squadre più titolate d’Italia, 28 scudetti, 6 coppe Italia 3 Supercoppa Italiana per Milano, 15 scudetti, 8 Coppe Italia e 1 Supercoppa per Bologna dall’altra, che si vanno a sommare ai numerosi trofei continentali.

Alla Segafredo Arena, non andrà in scena una partita come le altre, lo dice la storia, le sfide fra Olimpia e Virtus sono state per molto tempo la partita di cartello del campionato Italiano. Dopo anni in cui, per vari motivi, le società si erano defilate in posizioni di secondo piano, con l’avvento di Armani in casa Meneghina e Zanetti in quella Felsinea, si ripropongono oggi come le società più ambiziose del panorama nazionale, e non solo. Infatti, se per Milano l’Eurolega è da tempo una certezza con la licenza pluriennale, per la Virtus è ad oggi l’obiettivo più importante a cui rivolgere i propri sforzi e le proprie risorse.

Proprio la settimana che volge al termine, ha visto la Segafredo chiudere il girone di Eurocup imbattuta, con dieci vittorie su altrettante gare giocate, un percorso netto che la dice lunga sulle intenzioni di Coach Djordjevic e dei suoi ragazzi, e di quanto ci tenga la società a ben figurare nella competizione.

In campionato invece, le cose non sono andate così bene, alcune distrazioni di percorso, hanno reso un pò più arduo il cammino, nonostante si possa affermare che vincere oggi, non è così determinante come farlo a maggio, vista anche la quasi inutilità di avere il fattore campo a favore mancando il pubblico.

Ma quella di domani rimane comunque una sfida che presenta tante motivazioni per dare il massimo e provare a conquistare i due punti. Milano è l’avversaria storica da sempre in Italia, è l’unica società che gioca in Eurolega, obiettivo principale della Virtus da quando la società è stata acquisita dal gruppo Segafredo. L’Olimpia è allenata da Ettore Messina, il grande ex dell’incontro, colui che per primo ha portato la Virtus a primeggiare in Europa oltre vent’anni fa.

In realtà anche Coach Djordjevic è un ex della gara, era in campo vestendo la casacca di Milano proprio in quella finale persa contro la Fortitudo di Belinelli e di quell’ultimo tiro di Douglas all’istant replay. Fra le fila delle scarpette rosse, c’è anche un altro ex bianconero, quel Riccardo Moraschini che è cresciuto nelle giovanili Virtus, e che con la maglia della società bolognese ci ha pure giocato, e che solo lo scorso anno aveva pensato di ritornarvi, salvo poi scegliere di giocarsi la grande chance di mettersi in gioco in Eurolega.

Le due società arrivano alla gara clou della giornata di campionato con differenti risultati, la Virtus come scritto sopra, è reduce da un filotto importante di vittorie, mentre Milano ha lasciato per strada qualche gara soprattutto nella competizione continentale.

Entrambe lamentano purtroppo qualche assenza nei propri ranghi, Milano ha Micov fermo per Covid, mentre Bologna ha visto il “Cinno” Alessandro Pajola, fermarsi per un problema alla pianta del piede che da tempo lo faceva soffrire, culminato proprio martedì durante la gara vinta contro Andorra, in cui il ragazzo ha avvertito l’ennesimo dolore e si è fermato, questa volta in modo definitivo. Ci sarà bisogno di tanta pazienza e del migliore supporto medico per rivederlo in campo nelle condizioni ideali. Difficile oggi poter prevedere una tempistica precisa, purtroppo certi malanni sono fastidiosi quanto complessi.

Tatticamente sarà una gara difficile, Milano sulla carta è più forte e completa, ma la Segafredo può opporre la propria voglia di vincere finalmente una gara casalinga dopo quattro sconfitte consecutive, e soprattutto regalare al proprio Coach la soddisfazione di appendere uno scalpo di grande prestigio. Ciò che potrà inoltre sovvertire i pronostici della gara, potrebbe essere il “fattore Belinelli”, di solito quando un giocatore rimane tanto fermo, nella gara in cui riprende a giocare, ottiene spesso risultati entusiasmanti, basti ricordare cosa successe a Teodosic lo scorso anno all’esordio contro Venezia…..