Quarti di finale a Lignano Sabbiadoro, avanzano in semifinale anche Pistoia (81-71 su San Severo), Treviglio (76-66 su Casale Monferrato) e Udine/Cento.

Si apre con una clamorosa sorpresa il weekend del Bella Italia ESA Village di Lignano Sabbiadoro: la Givova Scafati, detentrice del trofeo sollevato nel 2020 nella cornice della Milwaukee Dinelli Arena di Cento, ha dovuto arrendersi alla neopromossa Umana Chiusi dopo un overtime.

Ad inaugurare le Final Eight di Supercoppa, però, è stata la sfida tra Giorgio Tesi Pistoia ed Allianz San Severo, con i biancorossi di coach Brienza che si sono imposti per 81-71 al termine di una gara controllata senza grossi patemi, con la coppia Jazz Johnson (21) – Lorenzo Saccaggi (18) a fare da traino per gli uomini di coach Brienza.

Il +16 (41-25) con cui la Giorgio Tesi va all’intervallo lungo è già una garanzia; San Severo ruota attorno al solito Sabin (16) e ad un ottimo Serpilli (18), ma non è mai realmente insidiosa e conferma la sensazione che l’attacco degli uomini di Luca Bechi non riesca a sopperire alle battute a vuoto del sistema difensivo su cui dovrà, per forza, costruirsi la stagione giallonera.

Il quarto periodo è mero garbage time, Pistoia allunga le rotazioni e si rilassa, consentendo all’Allianz di rientrare fino ad un più onorevole -10.

 

Continua il momento speciale della nuova Gruppo Mascio Treviglio di Michele Carrea: l’ex tecnico di Pistoia incassa un nuovo successo, stavolta ai danni della sorprendente Novipiù JB Monferrato, con il risultato di 76-66.

Dopo una fase a gironi che aveva messo in evidenza il talento di Federico Miaschi (16 di media nelle tre gare disputate nel girone giallo), prendono il testimone i più esperti Giddy Potts (23), Yancarlos Rodriguez (15) e Wayne Langston (14) per reagire ad una partenza sprint dei rossoblu, giustizieri della Reale Mutua Torino nella fase precedente, tra le cui fila spicca la linea verde di Fabio Valentini (17) e del classe 2000 Alvise Sarto (15).

Una volta preso il comando, però, Treviglio non molla più la presa, e mantiene le distanze; Casale si riavvicina a metà quarto periodo, Okeke mette i liberi del -3 che potrebbe riaprire clamorosamente i giochi, ma 7 punti consecutivi di Rodríguez ricacciano indietro il tentativo di aggancio.

In semifinale ci va la Blu Basket.

 

Arriviamo, quindi, al clamoroso ribaltone di giornata: la corsa della Givova Scafati, detentrice del titolo, si arresta al cospetto della neopromossa terribile Umana Chiusi dell’ex di turno Bernardo Musso con il risultato di 71-74.

È un passaggio a vuoto fatale, quello della formazione di Alessandro Rossi; i gialloblu appaiono lontanissimi parenti della schiacciasassi che ha stradominato il girone arancione e ben presto si trovano ad inseguire gli avversari, spinti dal duo Medford (16) – Pollone (15) e dominanti sotto le plance con un monumentale Jeremiah Wilson (12+12r).

La Givova, aggrappata a Clarke (17) e Monaldi (15), paga le pessime percentuali dall’area, un 29% che dice tutto sulla poca lucidità di elementi come Ed Daniel, ombra di sé stesso, ma resta in partita tirando dall’arco e dalla lunetta.

Chiusi non fa poi tanto di più, certamente concede qualche libero di troppo, complice anche il talento superiore degli avversari; il match sfila sui binari dell’equilibrio, con una distanza massima di 4 punti.

Nel momento decisivo dei tempi regolamentari Monaldi fa e disfa dall’arco, poi perde una palla sanguinosissima che propizia il controsorpasso della formazione etrusca, con Medford a chiudere per il +3.

L’ex Napoli si riscatta assistendo Cucci che impatta a 21” dalla fine con il gioco da 3 punti, Pollone fallisce la tripla sulla sirena. Si va all’overtime.

Il risveglio di Ed Daniel, 4 punti consecutivi per lui, sembra indirizzare la gara sui binari previsti dai pronostici della vigilia, tuttavia sale in cattedra Lester Medford, straordinario protagonista nel break di 10-0 che spariglia definitivamente le carte della Givova.

I campani provano a riaprire i giochi con la tripla di Clarke; l’ex Mantova accorcia fino al -1 con il 2/2 dalla lunetta, ma Monaldi, l’uomo dei finali decisivi, stavolta commette l’errore decisivo ad 1” dalla fine. È upset al Bella Italia ESA Village.

 

Soffre, ma alla fine prevale l’APU Udine di Matteo Boniciolli. Il coach triestino imbriglia la sorprendente Cento con la sua proverbiale difesa triangle and two e sopperisce alla serata storta dei suoi al tiro.

Sugli scudi Marco Giuri, 18 punti e 4/7 da 3 per l’ex Reyer.

Si arrende la Tramec di Andrea Mecacci, nonostante i due USA Barnes e James, 12 punti a referto per entrambi, provino a rispondere “presente”; i biancorossi pagano dal punto di vista difensivo, riuscendo a strappare soltanto 4 palloni dalle mani degli avversari, e non riescono a trovare la via della lunetta, solo 4 liberi tentati a fronte di 13 falli fatti e 16 subiti. Udine, a cronometro fermo, tira 10 volte, segnando in 7 occasioni.

Il primo quarto si chiude su un 7-9 che è un manifesto di quello che saranno gli altri tre parziali; le polveri dei tiratori, salvo Giuri, sono più che bagnate, ma la solidità dell’APU viene fuori nel secondo tempo.

Antonutti & co. si prendono l’inerzia della gara ed operano il sorpasso poco dopo il rientro dagli spogliatoi, riuscendo a prendere il largo poco a poco, senza grossi strappi.

Non sarà sempre un’APU così imprecisa, la palma di favorita le spetta di diritto.

 

 

 

Elio De Falco