L’ex presidente della Nutribullet Treviso Paolo Vazzoler – che ha lasciato la carica lo scorso 27 febbraio – ha rilasciato a Il Gazzettino le seguenti dichiarazioni dopo la salvezza del club in Serie A:
«Il patema è lo stesso, perché l’affetto è lo stesso. E non cambierà mai: Treviso Basket è come un figlio, un pezzo di me, ho contribuito a crearlo e ci rimarrò legato a vita. Dopo aver disputato 5 campionati di A2, il prossimo sarà il sesto in Serie A di seguito: in 13 anni dalla fondazione, direi non male. Aver confermato la categoria, pur soffrendo, è molto importante. Basta vedere la lotta per salire che c’è in A2, con piazze di rilievo per bacino d’utenza e investimenti. Non nego di preferire una squadra con otto italiani e due stranieri, è più facile affezionarsi. Però questo è il vertice del movimento e giocare nel basket d’elite era una delle missioni che ci eravamo posti quando siamo partiti».
«Chiaro che, come ogni anno, ci sarebbe piaciuto soffrire un po’ meno, l’auspicio era raggiungere una tranquilla salvezza. Ci siamo arrivati all’ultima giornata, quindi senza alcuna possibilità di appello, benché potessimo contare su tre potenziali risultati utili. Bello averla vinta noi, senza dover niente a nessuno. Poi, per la classifica avulsa, siamo arrivati undicesimi».