Sarà una giornata colma di emozioni quella odierna per Guglielmo Caruso, chiamato a debuttare in Coppa Italia con la sua Openjobmetis Varese in una città alla quale, in virtù dei trascorsi da giovanissimo nella PMS Moncalieri, è indiscutibilmente molto legato: “Sono stati gli anni tra la prima e la quarta superiore, quelli dell’adolescenza e della formazione, quando stringi amicizie importanti che ancora resistono” ha raccontato il numero 30 a Tuttosport a Damiano Franzetti

“Io legai molto con Federico Zampini che oggi gioca a Cento in A2: eravamo compagni di banco, di squadra e di camera e tutt’ora è una delle persone a me più care. E poi voglio ricordare Vincenzo Di Meglio e Andrea Bausano: furono loro a volermi a Moncalieri, siamo ancora in contatto”.

Per il lungo varesino, dunque, il match di stasera contro la Carpegna Prosciutto Pesaro avrà un significato speciale: “Tornare a Torino è piacevole e tra l’altro giocherò per la prima volta al PalaAlpiTour: spero di rivedere qualche compagno di scuola sulle tribune. Sono all’esordio in una competizione con questa formula e non nascondo di avere voglia di fare bene: siamo una squadra di rookies, debuttanti cioè, ma abbiamo tanta energia da riversare in campo”.

Se si parla d’energia, quella sottocanestro non manca di certo a Varese, formazione che, assieme a Caruso, schiera in vernice un giocatore che negli ultimi tempi ha alzato di molto il proprio rendimento come Tariq Owens: “Tra di noi c’è un ottimo rapporto, abbiamo legato a livello personale anche se poi scatta la giusta competizione in palestra. Del resto nel ruolo di pivot ci siamo noi e dobbiamo dividerci i minuti in campo, lo sappiamo e siamo entrambi professionisti che mettono al primo posto il bene della squadra. Siamo contenti se l’altro gioca bene e aiuta a far vincere Varese. Inoltre entrambi abbiamo caratteristiche che si sposano con il sistema voluto da coach Brase: Tariq è più atletico, io più tecnico, siamo complementari” ha spiegato Caruso, convinto che l’esperienza vissuta oltreoceano lo stia aiutando parecchio quest’anno a comprendere e inserirsi al meglio nel sistema di coach Brase.

“Nel mio college, Santa Clara, si giocava un basket più all’europea, però in dubbiamente l’esperienza americana mi è stata d’aiuto con il nuovo corso varesino per quanto riguarda il rapporto con il coach, la tipologia di allenamento e il vivere la struttura interna alla squadra. Entrare in sintonia con Brase, per me, è stato facile” ha chiosato il nativo di Napoli.

Fonte: legabasket.it