Ci avviciniamo a gara-3 di questa finale playoff di Serie A2 che potrebbe già regalarci la seconda promossa in Serie A per il prossimo anno: Cantù torna a Desio sul 2-0 nella serie, un fattore campo completamente ribaltato e ben tre match-point da qui alla fine della serie, di cui ben due in casa, da sfruttare.
Rimini è chiamata a fare l’impresa, ribaltare uno 0-2 casalingo, per farlo ha bisogno di vincere questa sera a Desio. Nell’anteprima, forse l’ultima di questa stagione, di oggi, BM ha intervistato Renzo Vecchiato, figura storica di Rimini prima in campo e poi da dirigente, per oltre 20 anni, ci ha presentato questa gara-3 e come la squadra di Dell’Agnello potrebbe cambiare la storia di questa finale.

Da ex figura storica di Rimini, cosa fare a questo punto per ribaltare questa serie?
“Crederci, prima di tutto. Faccio un esempio di attualità, domenica scorsa dopo il 2-0 di Sinner sembrava fatta, però alla fine ha perso, poi magari l’altro è stato più bravo ma sicuramente non si è demoralizzato, e alla fine ha avuto ragione lui. Di sicuro non è facile, perchè vai in un palazzetto di una squadra forte e costruita per vincere, bisogna provarci. E’ stato bravo coach Dell’Agnello che ha detto di essere pronto a tutto, i giocatori devono seguirlo.

Cosa ha avuto Cantù in più finora?
“Rimini ha avuto percentuali di tiro non continue, gara-1 è partita bene poi si sono persi per strada, gara-2 è stato un tiro al piccione, quindi deve ritrovarsi, è una squadra che ha chiuso il campionato davanti a Cantù, d’altro canto però si vede che De Nicolao viene da un’altra lega, però aldilà della sapienza tattica in gara-2 è andato a prendere un rimbalzo che è stato determinante. C’è poi Moraschini, che in gara-2 è stato fondamentale, diciamo che i giocatori che devono venire fuori in questi momenti si sono fatti vedere. McGee ha lasciato il segno nel momento in cui bisognava farlo, quando il gioco si fa duro vengono fuori queste individualità che fanno la differenza.

Le difficoltà di Robinson e Marini hanno segnato questa serie finora?
“E’ evidente, è un dato di fatto, ecco perchè Rimini deve crederci, stiamo parlando di due giocatori che possono fare la differenza in ogni momento, come diceva il saggio ci sono anche gli altri. Come Rimini prepara la partita contro Cantù, lo stesso fa Rimini con i giocatori avversari più rappresentativi, probabilmente hanno trovato il modo giusto per non farli esprimere al meglio. Sono due giocatori che possono accendersi in un attimo.

Come si affronta una gara-3 spalle al muro, si ricorda la tensione di quei momenti?
“Io ero uno che sentiva molto le partite importanti, però questo mi dava anche carica e una volta entrato in campo questa cosa si trasformava in energia positiva. La vigilia era piena di nervosismo, poca fiducia, ma una volta sul parquet, con il coach che ti dava le motivazioni giuste passava, una volta dentro si pensava solo a fare il meglio possibile, era prima che c’era la tensione.

Cosa cambierebbe vincere questa gara-3 per Rimini?
“E’ chiaro che ci sono due visioni diverse, Cantù è a lì ad un passo da chiudere la serie e finalmente tornare in Serie A, d’altra parte Rimini sa di non avere quasi nulla da perdere, si presenta a Desio con la faccia di quelli che son sotto 2-0. Bisogna provarci e crederci, senza mai mollare, non si pensi che Cantù non sia sotto pressione, forse il motivo di per cui hanno avuto alti e bassi in stagione è la pressione della piazza. Non stanno preparando lo champagne ma sanno che non sarà una passeggiata, figurati poi uno come coach Dell’Agnello, soprannominato Sandokan, non ci pensa nemmeno ad andare a Desio con la bandiera bianca, farà di tutto per vincere questa partita, sono sicuro.

In caso di sconfitta invece, cosa dovrebbe portarsi dietro Rimini per ripartire l’anno prossimo e riprovarci?
“I saggi dicono che per vincere una finale bisogna prima farla, io insisto che Rimini ha già dato prova di quanto sia valida la propria stagione dopo aver battuto 3-2 Brindisi, quello è già stato uno scoglio importante. Conosco Bucchi, gli ho fatto da assistente, e so la qualità di come allena, e poi anche la forza di Brindisi, quindi già lì è stata brava, non è stato facile. E’ chiaro che la formula dice che solo una salirà in Serie A tramite i playoff, purtroppo solo una, Rimini ha certamente le capacità societarie per sapere che la strada intrapresa è questa, poi tra vincere o perdere le finali si passa tra particolari. Nello sport fortunatamente vige ancora la regola del tutto può succedere, il lavoro fatto è stato straordinario, poi la città parla solo di basket, cosa che non accadeva da decenni, il palazzetto ha indici altissimi di riempimento. Questo rimane, aldilà di vincere o no questa finale, poi ovviamente bisognerà rinforzare la squadra in meglio copiando un pò Cantù, ma mi sembra che una base solida sia un buon punto di partenza.

Qual è il suo giudizio sul livello arbitrale, come si sono comportati gli arbitri in questa finale?
“Gli arbitri non dovrebbero vedersi, queste partite le ho viste tutte da RaiSport ma non mi sembra di aver visto situazioni difficili da gestire, al massimo dopo la partita ma lì gli arbitri potevano far poco. Il risultato sicuramente non è stato inficiato dagli arbitri, almeno a me non sembra, poi magari per qualcun altro sarà diverso, ma non mi sembra ci sia di che lamentarsi.

Ha qualche ricordo sui duelli di una volta con i grandi di Cantù, in particolare Marzorati che BM ha intervistato nell’ultima anteprima?
“Quando ho cominciato a giocare da giovane aggregato alla squadra di Milano, allora c’erano Milano, Varese e Cantù, qualcosa a Bologna stava nascendo ma era più legato alla tradizione. Sfide passate che ovviamente si sono portate negli anni, poi Cantù ha avuto qualche ribaltone, come può succedere, ma alla fine la tradizione paga, perchè una delle piazze storiche, che ha avuto periodi di difficoltà, sta tornando alla grande, poi con il palazzetto nuovo.
A volte ritornano, senza a volte (ride, ndr).

Quale delle sue Rimini le ricorda questa attuale?
“E’ una pallacanestro completamente diversa, molto più atletica, anche l’anno in cui abbiamo vinto avevamo due stranieri di colore ma non avevano la fisicità che ha ora Camara, è un basket diverso. Ogni periodo ha una storia a sè, ogni giocatore è forte nella propria epoca, non si possono fare paragoni, quello che accomuna tutto è che come vent’anni fa il palazzetto è pieno, e questo ci dice che Rimini è una città di basket, il basket fa parte del tessuto della città, questo è innegabile.

I brutti episodi accaduti nel derby tra Rimini e Forlì sono un segnale da non sottovalutare, come risolverli?
“Non ne ho idea, ma sono molto preoccupato. Pochi giorni fa un arbitro di Under 13 di calcio un genitore ha buttato giù la porta del suo spogliatoio e gli ha spaccato quattro costole. Da dove si comincia?
Io vado sui campi, ma c’è stato un degrado negli ultimi anni spaventoso e veramente preoccupante, la cosa più spiacevole e deprimente è che più si va giù di età peggiori sono le situazioni. Tutti si indignano, ma purtroppo è sempre peggio, io lo dico da tempo, i segnali sono raccapriccianti. Speriamo che questa sera sia una festa, dai!

Questa formula della Serie A2 è promossa quindi?
“In questi anni ne ho viste di tutti i colori, questa è la formula. Anche ai nostri tempi si cambiava di volta in volta, ma questa è la migliore, la più brava della regular season sale, mentre un’altra viene promossa dai playoff. L’unica cosa è che forse 38 partite sono un pò troppe, con le pause nazionali e altro, Rimini prima del playoff con Brindisi è stata ferma due settimane, nel pieno della stagione uno stop del genere come fai a gestirlo, lo staff è stato bravissimo in questo. E’ stato però un campionato bellissimo, intenso, con partite incredibili, tanti giocatori che possono giocare al piano di sopra, non per far numero ma per esser protagonisti.
Io ormai di Serie A1 vedo solo due o tre partite l’anno, di Serie A2 invece le vedo tutte, per quel che posso.

Perchè questa scelta?
“E’ un campionato che mi piace molto, tutti possono vincere con tutte, e viceversa possono perdere. Quest’anno ho visto alcuni giocatori stranieri che son tornati alla grande. E’ un bellissimo campionato, intenso, avvincente, con tante persone.

E’ il campionato di A2 con il livello più alto di sempre?
“Questi paragoni assoluti non riesco a farli, dovrei andare a spulciare ricordi, ma io dico che ogni anno, periodo, ha la sua storia. E’ difficile dire con certezza. Si va più che altro a ricordi o a sensazioni, magari quell’anno ti sei sposato o hai vinto al Totocalcio allora per te è il migliore, è legato molto a ricordi personali.

QUI il CALENDARIO della FINALE di SERIE A2

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