L’Italia è tornata ai quarti di finale a 25 anni dall’ultima volta e sulla sua strada come accaduto l’ultima volta che gli azzurri raggiunsero questo traguardo (nel lontano 1998) ci sarà ancora team USA. Dovevano essere compagni, invece domani l’Italia e Paolo Banchero si affronteranno nei quarti di finale del Mondiale, un connubio che sembrava doversi formare nel 2020 ma che invece non è mai andato in porto. Il lungo dei Magic in questa World Cup è stato subito decisivo contro la Nuova Zelanda al debutto, contro la squadra dell’Oceania arriva la sua miglior prestazione fin’ora dove realizza 21 punti, mettendo a referto anche quattro stoppate. Le sue cifre sono calate drasticamente con l’andare avanti del torneo però, sono arrivati prima 8 punti con la Grecia e gli 8 con la Giordania. Banchero ha avuto difficoltà ben più evidenti contro Montenegro (ancora 8 punti per lui) e nell’ultima gara persa contro la Lituania (dove ha chiuso a 6 punti). Diversamente da quanto avvenuto nella sua prima stagione in NBA con i Magic, coach Steve Kerr ha deciso di lanciare il giocatore come centro e non nel quintetto ma come primo ricambio di Jaren Jackson Jr. Come spesso accade ai giocatori giovani formatosi negli USA, è un atleta che può incidere nella metà campo offensiva mentre tende a lottare poco in quella difensiva e soprattutto a concedere sotto i tabelloni. Le sue cifre alla World Cup comunque sono buone 10 punti e 3.4 rimbalzi di media in 16 minuti di utilizzo, che rendono il giocatore un’arma molto pericolosa per l’Italbasket, che proprio sotto canestro ha una delle sue più evidenti carenze. Come abbiamo potuto vedere nelle due sfide contro Montenegro e Lituania, il giocatore fatica contro centro molto fisici e che hanno la mano per tirare anche dietro l’arco da tre punti, guarda caso Vucevic per i montenegrini e Valanciunas per i lituani nel tempo hanno sviluppato questa caratteristica ed hanno saputo in questo modo far la differenza contro un giocatore ancora acerbo come Banchero, che necessita del tempo per ambientarsi anche nelle competizioni FIBA. Il suo punto di forza invece è l’atletismo, che sa sfruttare molto bene in attacco ed anche in difesa, dove può cambiare sui blocchi per difendere anche sugli esterni. Il suo “tallone d’achille” però sembre essere una scarsa propensione alla lotta sotto i tabelloni, non a caso Vucevic e Valanciunas hanno fatto proprio la differenza vicino al ferro stravincendo la lotta rimbalzo. Questo potrebbe essere un fattore a favore anche dell’Italbasket, dato che sia Melli che Ricci (nel caso fosse lui in campo contro Banchero) sono due giocatori che potrebbero mettere in difficoltà il lungo dei Magic sfruttando la loro fisicità e stazza in attacco, ma soprattutto potrebbero garantire agli azzurri degli extra possessi preziosi sfruttando la pesante lacuna difensiva che Banchero dovrà cercare di colmare nel tempo.
Riavvolgiamo ora il nastro per capire come Paolo Banchero è arrivato a giocare il Mondiale per il team USA. Il 23 giugno 2020 riceve la cittadinanza italiana e dunque è a tutti gli effetti un giocatore arruolabile dall’Italbasket (a quei tempi guidato da Meo Sacchetti). Sin da subito la volontà del giocatore di vestire l’azzurro sembrava ben chiara. Tra il mancato matrimonio tra Banchero e l’Italbasket di mezzo si è messo in mezzo anche il destino, infatti il 21 novembre del 2020 arriva la prima chiamata in Nazionale, coach Sacchetti lo ha convocato per il raduno che si terrà a Roma. Proprio in quel momento un parente del giocatore contrae il Covid-19 e così l’italoamericano il 23 novembre annuncia che per questa ragione non potrà prendere parte al raduno. La conferma che il sodalizio tra il giocatore e l’Italbasket possa andare in porto viene data anche dalla sicurezza con cui conferma la scelta di vestire la maglia dell’Italbasket il 24 giugno 2022 a poche ore dal Draft NBA (dove poi si presenterà con la bandiera dell’Italia).
Paolo Banchero al Media Day prima del Draft NBA
Il giocatore viene scelto con la chiamata numero 1 dagli Orlando Magic e con l’avvio della stagione, complice l’interessamento di team USA, nella testa del giocatore iniziano ad affiorare i primi dubbi. Successivamente il presidente FIP Gianni Petrucci, insieme al CT Gianmarco Pozzecco decidono di andare negli USA per convincere definitivamente Banchero. La parola fine alla storia viene detta il 24 giugno 2023 quando il giocatore annuncia che giocherà il Mondiale con team USA e che ad influenzarne la decisione è stata la madre, Rhonda Smith (ex cestista statunitense), affermando anche che giocare per gli Stati Uniti è stato il suo sogno fin da quando era bambino.
Una scelta che sin da subito si è rivelata comprensibile, essendo che il giocatore ha trascorso tutta la sua carriera negli USA, venendo solo una volta in Italia (quest’estate in vacanza), ma quello che ha fatto discutere è stata il tipo comunicazione utilizzata dal giocatore durante l’intera vicenda. I suo comportamenti attuati dopo aver preso la decisione hanno sorpreso anche l’Italia, che almeno si aspettava gli venisse comunicata la decisione dal giocatore stesso e che non dovesse venirlo a scoprire dagli organi di stampa. Banchero infatti dopo il termine di questa vicenda si è distaccato totalmente dall’ambiente italiano, come conferma la sua risposta alla vigilia ella sfida, dove si è rifiutato anche di lanciare alcun tipo di messaggio ai tifosi italiani, rispondendo alla domanda con un secco “no”.
L’Italbasket sa di aver fatto tutto il possibile per cercare di convincere il giocatore ad accettare l’invito azzurro, presentando anche un piano marketing illustrato dal DG Trainotti creato appositamente ad hoc per il giocatore dei Magic. Bisogna considerare il fatto che l’Italia ha dimostrato di saper ben figurare nonostante sia una delle pochi Nazionali a non aver a roster naturalizzati (alcuni con storie ben più articolate di quella su Banchero). Una vicenda che ha fatto a discutere a lungo, ma come dimostra il campo l’Italbasket ha saputo dimostrare il suo valore in questa World Cup anche senza Banchero, dimostrando una coesione, un gioco di squadra e la voglia di buttare il cuore oltre l’ostacolo invidiabile da tutte le squadre del torneo. Infine il mancato arrivo del giocatore, reduce dalla vittoria del Rookie of the Year in NBA, potrebbe anche aver avuto anche risvolti positivi, dato che in quel caso sarebbe stato da analizzare il modo in cui si sarebbe inserito nelle squadra e se non avesse alterato l’alchimia e la chimica che si è venuta a creare ed ha saputo trasmettere coach Pozzecco nell’ambiente italiano.
Valerio Laurenti