Dino Meneghin su un suo possibile arrivo alla Fortitudo nel 1986: “Arrivò un’offerta, poi restai a Milano perchè mi sentivo a casa”

Dino Meneghin su un suo possibile arrivo alla Fortitudo nel 1986: “Arrivò un’offerta, poi restai a Milano perchè mi sentivo a casa”

La leggenda del basket Dino Meneghin è stato ospite di “Sport Club” trasmissione di Jack Bonora su ETV, queste le sue dichiarazioni riportate da Bologna Basket:

Sul fatto che sembri il campionato di Messina e Scariolo: “Essendo tifoso di Milano sto con Messina, senza nulla togliere a Scariolo che ha dimostrato di essere un grande allenatore”

Sulle differenze tra Milano e Virtus: “Grandi squadre, ruoli molto coperti, devono stare attenti a centellinare i giocatori soprattutto all’inizio e stare attenti alle fatiche dell’Eurolega. E serve anche un po’ di fortuna per evitare problemi e infortuni che spingerebbero a cambiare le carte in tavola”

Sui consigli che darebbe a Belinelli e Teodosic, dato che lui ha smesso a 44 anni: “Sarebbe come insegnare ai pesci come nuotare, loro sanno esattamente cosa fare, sono intelligenti, conoscono il gioco e le proprie possibilità. Io nel 1990 andai a giocare con Trieste mentre mio figlio iniziava a Varese, e facemmo 1-1. Fin dai 33 anni ho cominciato a ragionare di contratti annuali per vedere come stavo, solo a Trieste feci un biennale e idem al mio ritorno a Milano, solo che ad un certo punto capii che le idee andavano più veloce delle gambe e che era il caso di smettere”

Se una sua presenza nella gara 3 di finale del 1984 avrebbe potuto portare lo scudetto a Milano: “Servirebbe il mago Otelma. Io tirai i polsini per stizza colpendo un arbitro, ma non era mia intenzione. Ognuno dovrebbe avere due vite a disposizione, con la prima a cercare di fare il minor numero di errori possibili, e aspetto la seconda”

Su un suo possibile arrivo alla Fortitudo nel 1986: “Arrivò una offerta, poi però restai a Milano perchè mi sentivo a casa. A malincuore non arrivai a Bologna, ma restai in un ambiente dove conoscevo tutti e mi sentivo come un topolino nel formaggio”

Su un suo possibile approdo alla Virtus Bologna: “Io ho cambiato poche squadre in carriera. Ho rinunciato alla Fortitudo, per cui in generale sono sempre stato bene vicino a casa. Anche se la Virtus è un jolly che tutti vorrebbero giocarsi, ma Porelli non mi ha mai cercato”

Più pericoloso Sabonis o Cosic? “Ho foto con Cosic dove eravamo entrambi così magri… poteva giocare in 5 ruoli, ne ero innamorato e provai a imitarlo ma senza successo, anche facendomi crescere il pizzetto. La prima volta che incontrai Sabonis vidi subito le sue potenzialità, arrivò all’ultimo momento e fece di tutto.”

Sulla polemica tra Petrucci e la Virtus: “Non so cosa sia successo, ma tra persone intelligenti ci si chiarirà. Vivere di polemiche fa male al movimento.”

Riguardo le polemiche di Zanetti sugli arbitraggi riguardo le scorse finals di LBA: “E’ impensabile che una società abbia così tanto potere, sarebbe insultante pensare che gli arbitri si possano fare condizionare da un nome. Negli anni 70 parlavano di sudditanza psicologica verso Varese, poi verso Milano… Ogni volta che una società vince esce fuori la stessa cosa, ma come diceva Nikolic il primo che canta nella foresta è quello che ha paura. Il campo dice sempre la verità”

La Virtus e Milano potranno arrivare ai playoff dell’Eurolega“Siamo a inizio stagione, è ancora presto per entrambe. Compito difficile, cammino lungo: Milano ora sta soffrendo molto e paga dazio, ma basta vincere 2-3 partite quando avranno il roster completo e saranno un’altra squadra. Bologna sta andando molto bene, mi piace molto come gioca, fare strada sarebbe un grande risultato”

Sul fatto che Messina stiaF diventando molto sgarbato. “Non ho mai visto una sua conferenza stampa. Sarà preoccupato per gli infortuni e per i giocatori che gli mancano, sarà il periodo. Poi vi inviterà tutti a pranzo. Ma non può essere messo in discussione, e ha fatto carriera meritatamente, lui come Scariolo. Sul campo vige la meritocrazia.”