È un dato di fatto, la Fortitudo Bologna fa e farà sempre parlare di sé. L’Aquila – nel bene e nel male – catalizza le attenzioni del mondo della pallacanestro italiana.
La Kigili – in attesa del match di questa sera al PalaVerde di Treviso – si trova ad affrontare quello che quasi certamente è il momento più difficile della propria storia recente.
La Fortitudo si trova immersa in una forte crisi societaria che poi ovviamente si ripercuote, di conseguenza naturale, sulle prestazioni in campo della squadra.
È una situazione veramente complicata, che fa preoccupare sempre più i fedelissimi tifosi fortitudini. Sui social e non solo, infatti, non mancano commenti di rabbia e dolore per questo momento. In ultimo, ha fatto infuriare i supporter biancoblu la cessione di Leonardo Totè che segue quella di un altro giovane su cui si sarebbe potuto investire, Tommaso Baldasso. La lite con coach Antimo Martino durante la partita casalinga contro Brindisi non è mai stata risanata e quindi si è preso la decisione di cederlo a Napoli. È compito di un allenatore tutelare il potenziale ed il capitale di una società e – in questo – i due giocatori citati, in particolare Totè, era un vero patrimonio per il club. Ma i vertici societari hanno avvallato questa decisione.
La cosa inquietante in tutto ciò è che ai tifosi biancoblu sembra di rivedere un film già visto, purtroppo oltre dieci anni fa. La società ha sbagliato scelte più e più volte, sono state prese decisioni cervellotiche e senza obiettivo, programmazione tecnica e fine chiaro. A partire dagli anni di A2 in cui si decise di interrompere il “progetto giovani” con gioielli quali Leonardo Candi, Matteo Montano e Luca Campogrande, per dar seguito a scelte basate su giocatori costosissimi. Proprio come in queste settimane in cui si è perso Totè e Baldasso. Italiani sulla cresta dell’onda che sarà difficile o forse impossibile rimpiazzare. Quindi è chiaro – anche alla luce di stranieri mediocri in roster – che questa sia stata una scelta prettamente economica quasi come già ad arrendersi ad una retrocessione certa.
La pausa della Final Eight e della Nazionale non è servita a risanare il gap con le avversarie, almeno dal punto di vista tecnico. Si è parlato di cessioni di Groselle (con tanto di comunicato ufficiale del Wuzburg) e alla fine è arrivata quella di Totè. Ma la Fortitudo non lo ha rimpiazzato con nessuno. Di fatto perciò non si è rafforzato la squadra, ma si è data l’impressione di guardare al tornaconto economico.
La salvezza sul campo è complicata, ma la squadra deve dare tutto per provare ad ottenerla. Non è facile, ma anche i giocatori – soprattutto quelli più carismatici – sono chiamati a rispondere con prestazioni sul rettangolo di gioco. Poi se arriverà la retrocessione, deve arrivare in maniera dignitosa e decorosa.
I tifosi della Fortitudo – che minacciano l’assoluto dissenso nel firmare altre cambiali in bianco in favore della causa – meritano risposte da parte della società. Invece, inquieta il silenzio che dura da mesi e mesi. Nelle scorse settimane sono emerse problematiche con la Com.Te.C, poi risanate, ma è chiaro che sia il preludio a qualcosa di serio che non va. Si parlava di ingresso di nuovi soci (20? 30? 40? 60? ma comunque tutte entrate di piccola portata) entro i primi dieci giorni di febbraio, poi questa data è stata rimandata a fine febbraio e ora entro metà marzo. Ci vuole più chiarezza, i tifosi lo meritano, soprattutto alla luce di una situazione chiaramente complicata.
Questo perciò deve essere il momento delle risposte, sia in campo che fuori. I tifosi biancoblu, dalla Fossa dei Leoni con lo striscione “Che futuro ha la Fortitudo?”, all’importante associazione “Il Fortitudino” con un duro comunicato e ai supporters tutti su ogni mezzo stampa.
Foto Ciamillo-Castoria