Questo weekend va in scena l’ottava giornata del campionato di Serie A2, con una classifica che si sta delineando, tra sorprese e conferme, per l’anteprima di questa giornata abbiamo intervistato Pierluigi Marzorati, un campione del basket italiano, vincitore di due scudetti, due Coppe dei Campioni e quattro Coppe delle Coppe, tutti vinti con la Pallacanestro Cantù, mentre con la Nazionale Italiana ha conquistato un Europeo nel 1983, è stato inserito nella ‘FIBA Hall of Fame’ e ‘Italia Basket Hall of Fame’ nel 2007. Ci ha concesso del tempo per parlare della sua carriera, di cosa si occupa ora, della nuova Cantù e dei big match di questo weekend.
RICORDI DI VITTORIE E ATTUALITÀ
-Com’era l’atmosfera negli spogliatoi in città durante gli anni d’oro, delle vittorie in Europa e in Italia con due scudetti e due coppe dei campioni?
“Non posso fare un confronto perché non frequento gli spogliatoi di oggi, all’epoca c’erano uno o due stranieri e gli altri italiani, all’epoca avevamo più un senso di appartenenza, di vivere un gruppo, un momento, ora invece mi sembra che si crei più una squadra che cerca di andare avanti in qualche maniera, oltretutto una volta c’era l’appartenenza anche per il tesseramento e quindi non si cambiava così tanto spesso la squadra come si fa oggi anche durante la stagione. Cambiando così spesso diventa anche più difficile migliorare e ottenere i risultati, lo vediamo nei tempi moderni dove gli americani, per questione di mentalità, ogni uno o due anni cambiano una squadra. Noi europei abbiamo un nucleo, un gruppo, che porta avanti un obiettivo ed è chiaro che poi l’unione è meno complicato, continuando a cambiare, nello sport come nella vita, si vivono esperienze ma non sempre positive.
-Dopo la sua lunga carriera nel basket, di cosa si occupa oggi Pierluigi Marzorati?
“Dal mese di maggio sono in pensione, però siccome ho ancora energie e mio figlio Francesco è architetto abbiamo uno studio di progettazione, ci occupiamo di impiantistica sportiva e ci divertiamo tantissimo. Il lavoro va bene, si hanno soprattutto delle belle soddisfazioni da parte dei clienti perché la cosa più bella non è quando vieni pagato, ma quando il cliente si complimenta, questa è la parte più importante. Abbiamo anche un’associazione, lo spunto è arrivato dal mio amico Juan Antonio Corbalan (ex cestita Real Madrid, rivale di Marzorati in campo europeo, ndr), abbiamo messo in piedi questa associazione chiamata LIBA che ha come obiettivo di promuovere i valori veri dello sport sui giovani e di farli crescere non solo come atleti ma come persone.
IL BASKET ITALIANO
-Un pensiero sul basket italiano attuale, tra lotte Scudetto ed Eurolega dove le nostre squadre provano sempre a figurare bene?
“Non è un momento bello perché, secondo me, non abbiamo ancora capito che il fulcro di tutto il movimento italiano sta nel settore giovanile, per cui se noi riusciamo a gratificare i pochi che investono su esso e tirano fuori, ogni tanto, qualche giocatore come Procida. Abbiamo bisogno che gli appassionati di basket, che da un punto di vista considero anche benefattori, investano in energie, tempo e anche soldi, per avvicinare i ragazzi a fare attività sportiva e in particolar modo il basket, tutto parte da lì, se non riusciamo a creare una base fatta di persone li avvicinano al basket, con dei coach che non per forza devono essere tattici, ma soprattutto devono aiutare sull’aspetto umano. Ricordo che il mio allenatore veniva a parlare con mia mamma per convincerla a farmi andare in trasferta, ci portava lui in giro, c’era un atteggiamento paternalistico. L’obiettivo è far divertire i ragazzi, non obbligarli a diventar campioni, in tal caso avremmo fallito come allenatori, come dirigenti e soprattutto sui risultati perché non diventeranno mai grandi giocatori se li obblighiamo a diventare grandi campioni.
-Il livello di questa Serie A2 è molto alto, potrà migliorare anno dopo anno diventando sempre più un campionato competitivo?
“Sicuramente c’è una concorrenza non da poco, francamente non seguo molto il campionato di A2 per motivi di tempo e di lavoro, la LIBA mi impegna parecchio e quindi ogni tanto mi piace andare a vedere Milano, soprattutto in Eurolega, anche se purtroppo ci sono alcune cose che non funzionano. Sappiamo tutti benissimo quanto è importante Armani, sia come persona, appassionato di basket, che come investitore, l’Olimpia Milano, meriterebbe sicuramente più soddisfazioni, non ne beneficerebbe solo lui ma tutta la pallacanestro italiana. Bisogna anche ringraziare la Virtus Bologna Segafredo con Zanetti, anche loro stanno investendo, ma a questo punto in A1 abbiamo anche Tortona, Venezia, ma anche in A2 c’è Verona, Trieste, Treviglio, Udine, Forlì, tante squadre, oltre a Cantù, che stanno lavorando molto bene. Non ci dimentichiamo del settore femminile, importante nel movimento per portare anche le ragazze a fare basket, credo che sia un momento dove bisogna investire, non solo in soldi ma anche in persone, da allenatori a dirigenti, nel settore giovanile, più allarghiamo la base della piramide più possiamo sperare di alzare il vertice a livello di club che partecipano alle competizioni internazionali.
LA NUOVA CANTÙ
-Una Cantù nuova e diversa dopo la gestione Sacchetti, quali sono le rivali di quest’anno per arrivare in Serie A?
“Innanzitutto io ci sono rimasto molto male di come è stato allontanato Sacchetti perché si poteva fare qualche mese prima, però lo sport mi ha insegnato che chi non rispetta le persone prima o poi non verrà rispettato da qualcun altro, quindi prendiamone atto. Trapani, la Fortitudo, Forlì, Udine, Treviglio, Trieste e Verona sono tutte squadre che potenzialmente lottano per andare in A1, come al solito il campionato di A2 si concentrerà nei playoff per cui è importante la stagione regolare per acquisire il miglior piazzamento possibile, ma è fondamentale arrivare in buona forma, tecnica e mentale, al momento giusto, quando si deciderà in poche partite chi salirà in A1.
-Quali sono i giocatori che piacciono di più in questa Cantù, se c’è qualcuno che giochi alla Marzorati, forse il playmaker Hickey?
“Lui è qui da poco e non si può già dare una valutazione, secondo me c’è uno che ha capito la mentalità della Pallacanestro Cantù perché è anche una questione di appartenenza, credo sia proprio Nikolic, non ancora un perfetto giocatore ma può migliorare, però dare il 100% è proprio un simbolo di Cantù e lui, secondo me, lo sta rappresentando.
-Un pensiero sulla retrocessione di Cantù in A2 qualche anno fa che è comunque una piazza importante che manca al basket italiano, viene seguita anche giocando in campo neutro, a Desio, con dei numeri vicini a quelli della Fortitudo.
“Desio non è poi tanto neutro perché comunque fa parte della Brianza, e bisognerebbe anche valutare l’opportunità di allungare il territorio, perché se vogliamo tornare in Europa bisogna pensare che una cittadina di 40.000 abitanti non può avere grandi investitori come Armani, che in una città come Milano di un milione e mezzo di persone dà un certo reclamo. Secondo me bisogna allargare la ‘base’ geografica, parlando di Brianza, e a quel punto non si tratta solo di fare un palazzetto di 10.000 posti perché sarebbero un milione di persone. Desio è la casa di Cantù, non un campo neutro, e bisognerebbe investire su questa cosa, soprattutto guardando al futuro.
-Cantù affronta Agrigento in trasferta questa giornata, per continuare sulla striscia delle vittorie con Trapani e Torino.
“In un periodo come questo non ci sono ancora gli equilibri di metà campionato dove c’è differenza tra metà e fondo classifica, in quel caso stando in alto si è motivati, con entusiasmo per andare avanti e crederci sempre di più, mentre se uno si trova nei bassifondi della classifica subentra la rassegnazione, si pensa all’anno successivo, ed è più facile prevedere un risultato guardando la classifica. All’inizio del campionato, invece, è tutto ancora in gioco quindi può venire fuori una sorpresa e ogni partita è pericolosa, ovvio che la squadra va in campo sapendo ciò che può dare, non pensa all’avversario, per cui risultato è aperto, sappiamo che potenzialmente Cantù è superiore ad Agrigento, ma non è scritto che vinca.
ANTEPRIMA OTTAVA GIORNATA SERIE A2
-Analisi di due big match per girone, iniziamo da quello Rosso, Verona-Forlì, una sfida molto interessante di questa giornata, con le due squadre molto vicine tra loro.
“Probabilmente Verona ha qualche possibilità di vincere in più perché gioca in casa, non sono molto distanti e tutto può succedere, una sfida molto equilibrata e bella da seguire.
-Altra partita molto interessante, Trieste-Udine, i triestini vorrebbero ritornare subito in Serie A, ma stanno perdendo un po’ troppo, e questo allenatore americano deve ancora ambientarsi.
“Attenzione perché è un derby, che può sempre riservare sorprese, quindi niente di scontato. È una partita molto sentita, proprio da triestini e friulani e quindi è un bell’argomento e ovviamente, poi, il campo darà il risultato. Trieste ha, inoltre, giocato in settimana, mentre Udine è ferma da domenica, tutto può succedere.
-Nel Girone Verde c’è Juvi Cremona-Urania Milano, con la Juvi che è la sorpresa di questo inizio campionato e l’Urania che è incappata in qualche sconfitta di troppo.
“Cremona è partita bene, per cui sta già accumulando quell’entusiasmo che permette di essere motivati ad andare avanti, perché poi quando arrivano i risultati, gli allenamenti sono più sereni, il clima più tranquillo, i tifosi sono più contenti, però bisogna sempre stare in allerta perché quando le cose vanno troppo bene il rischio di perdere è dietro l’angolo. Giocando a Cremona credo che la Juvi avrà qualche vantaggio ma l’Urania se la giocherà.
-Ultima domanda e ultima sfida, Treviglio-Trapani, big match del Girone Verde, con Treviglio che, vincendo, aggancerebbe in classifica Trapani, sconfitta solo da Cantù.
“Trapani è una bella scommessa, un presidente che sta investendo molto per cui è assolutamente benvenuto. C’è un vantaggio del campo di Treviglio che gioca in casa, ma Trapani potenzialmente è una squadra che punta all’A1 e sicuramente potrà dire la sua, poi bisognerà giocarsela, secondo me sarà una partita molto equilibrata.
Nell’immagine Marzorati, Foto AlessiaDoniselli / Ciamillo-Castoria
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Alessio Apicella