di Maurizio Roveri
La differenza. C’è. Ed evidente. Mi riferisco alla differenza fra il Roca Team del Principato di Monaco, in piena salute, gonfio d’ energia e di intensità, al gran completo (rinunciando addirittura alla superstar Mike James, sospeso temporaneamente dal Club monegasco) e una Virtus Segafredo un tantinello ammaccata, ancor senza due giocatori preziosi come Ojeleye e Cordinier, e con i suoi “centri” che mostrano chiari limiti in Euroleague contro squadre d’alto livello.
Il confronto con Donta “High Flying” Hall e il roccioso Donatas Motiejunas è stato impietoso per Mam Jaiteh e per Ismael Bako.
I due pivot della lanciatissima formazione monegasca di coach Sasa Obradovic hanno prodotto – insieme – punti, rimbalzi, stoppate nella partita di ieri sera, dentro la “Salle Gaston Medecin” di Monaco. Presenze forti. A garantire consistenza e concretezza.  Una battaglia che i due centri virtussini hanno perso. Poco pericolosi, sicuramente meno efficaci rispetto ai colleghi che difendono i colori della squadra del Principato. Bako ha raccolto 8 punticini, sì, ma… soltanto 2 rimbalzi in 16’45”. E un -7 di plus/minus. Mam Jaiteh, che sarebbe dovuto essere particolarmente motivato poiché i rumors di mercato sussurrano di un interessamento proprio del Club monegasco al virtussino in scadenza di contratto, si è presto eclissato: 4 punti e 3 rimbalzi in 16’19”. E un modesto 5 di Performance Index Rating.
E allora, sconfitta inevitabile per la squadra che propone due “centri” con queste prestazioni. Nelle lotte dentro l’area si è salvato soltanto il power forward-pivot Jordan Mickey, rivisto finalmente abbastanza attivo e reattivo dopo un periodo prolungato di ombre che facevano pensare a misteri: per lui , ieri sera, 14 punti e 17 di PIR. Però anche Mickey non è stato sufficientemente competitivo a rimbalzo.
Ci sta che non avesse ritmo né riflessi Toko Shengelia, al rientro in gruppo dopo lo stop per la varicella.
Morale: nella sconfitta 68-81 subita a Montecarlo, contro una delle squadra più belle di questa Euroleague, pesano i 16 rimbalzi offensivi che la Virtus Segafredo ha concesso al Monaco. Sedici “seconde opportunità” lasciate nelle mani reattive del gruppo ottimamente guidato da coach Sasa Obradovic.
Complessivamente, tra rimbalzi difensivi e offensivi, il team monegasco ne ha catturati trentanove di rebounds. La Virtus soltanto ventisei. La chiave della sconfitta di ieri sera sta, principalmente, in questi numeri.
La V nera di Bologna, con dignità, con organizzazione, è stata aggrappata alla partita per ventisette minuti. Daniel Hackett, con due tiri liberi, aveva agganciato il Monaco sul 51-51 a 5’01 dal termine del terzo quarto. Quintetto virtussino con Hackett-Teodosic-Abass-Mickey-Bako. Poi…i cambi. Hackett e Abass per Mannion e Pajola. Successivamente, fuori Bako per Shengelia e dentro Belinelli al posto di Teodosic. 
E’ con il quintetto Mannion-Pajola-Belinelli-Shengelia-Mickey che la Segafredo s’è inceppata. Facendosi sovrastare dall’atletismo, dai ritmi e dalla difesa veramente robusta della squadra monegasca. E’ stato un attimo. Jordan Loyd, John Brown e Donta Hall – mani rapaci, opportunismo, scelta di tempo, dinamicità – hanno azzannato la Virtus e in pochi minuti l’hanno spinta sul -10. E il gap ha progressivamente toccato anche le diciotto lunghezze (60-78) nell’ultimo quarto, dominato dal talento e dalla sicurezza in regia di Elie Okobo, dagli agguati velenosi di di Jordan Lloyd e Alpha Diallo. Giocatori che sprigionano una fisicità che questa Virtus Segafredo non in salute non poteva sostenere. Ma anche fosse stata in condizioni migliori, difficilmente la V nera sarebbe riuscita a reggere per tutta la partita quel bagliore di fuochi che è il Monaco straordinario di questa stagione di Euroleague. 
Squadra – questa del Principato – che produce una pallacanestro dinamica, incisiva, gonfia di energia e di certezze. Il Monaco, alla distanza, ha tolto alla Virtus l’attacco in transizione. Che non ha avuto alternative, poiché le soluzioni dalla lunga distanza non hanno conosciuto buona sorte: 33.3% nel tiro da tre punti. Credo che l’aver preso 33 tiri dalla lunga distanza sia stato un eccesso. Dunque, l’aver tolto la transizione alla V nera è l’altra chiave di lettura (oltre ai rimbalzi) per capire questa sconfitta nel Principato di Monaco. Sconfitta che era anche prevedibile, per le condizioni precarie di Shengelia e di Pajola, per le le assenze di Cordinier e Ojeleye ma, principalmente, perché la squadra di Montecarlo è di un altro livello. Il terzo posto in classifica, con già 19 partite vinte, ad insidiare la seconda posizione del Real Madrid e a sole due vittorie dalla capolista Olimpiacos, è il capolavoro di Sasa Obradovic. Coach serbo (nato a Belgrado cinquantaquattro anni fa) estremamente rigoroso e professionale. Il suo Monaco ha una caratteristica: cattura tanti rimbalzi d’attacco perché raramente vedrete questa squadra andare con un solo giocatore a caccia del rimbalzo offensivo, ce ne sono sempre due – reattivi, esplosivi di gambe, mani rapaci – a volare per strappare giù il pallone. Ovviamente anche in difesa il team di Sasa Obradovic lavora forte a rimbalzo. Tempismo e grandi riflessi.
Un’altra caratteristica del Monaco è l’abilità nelle stoppate. Con Donta Hall, John Brown, Jafron Blossongame. Strepitoso ieri sera quel “block” di Elie Okobo, il playmaker francese che da due partite sta sostituendo Mike James (attualmente “in punizione”) alla guida della squadra monegasca. Regìa lucida. Con personalità, visione di gioco, sicurezza. E mi sembra che la manovra sia più fluida, più equilibrata.
Credo che il Monaco sia la squadra più “verticale” dell’Euroleague 2022-23.
La Virtus Segafredo con questa sconfitta è tornata indietro d’una posizione. Di nuovo dodicesima. 13 partite vinte, 16 perse. Playoff addio? Non ho mai pensato che, in questa edizione così competitiva di Euroleague, il Club della V nera potesse entrare nelle prime otto. E’ una squadra di decoroso livello, apprezzabile per professionalità, ha combattuto con dignità, ha anche illuso, ha firmato “colpi” suggestivi come quelli di Madrid e di Barcellona, e lo stop imposto al Fenerbahce a Bologna, dove ha reso la vita dura all’Olympiakos. Senza dimenticare la notte dominante quando rifilò 30 punti al Valencia. Ha fatto quel che ha potuto, lodevolmente. E’ una buona squadra, ma non buonissima. Quest’Eurolega è servita da esperienza, da primo impatto. Per conoscere, capire, verificare.
Si sta già programmando il futuro. Cominciando, intanto, dai messaggi con i vertici di Euroleague. Si dice che la Virtus Segafredo stia lavorando per ottenere una licenza triennale. E che potrebbe, anche, diventare uno dei Partners commerciali di Euroleague.