Trieste prende il controllo della partita a metà secondo quarto, allunga il distacco e gestisce fino alla sirena, finisce 83-72 e Trieste torna in Serie A dopo appena un anno di Serie A2 battendo 3-1 Cantù.
Una partita che fino a metà secondo quarto sembrava anche equilibrata ma che poi è andata a delinearsi evidenziando come la forza della squadra di Trieste sia troppo superiore per una Cantù privata di Moraschini. Trieste va al doppio della velocità di Cantù che invece per creare movimenti e azioni punta tanto, troppo, sui suoi lunghi che spesso arrivano a perdere palla, mentre i padroni di casa riescono a girare la sfera a spicchi rapidamente creando facilmente spazi liberi per i propri tiratori. La difesa di Cantù sale di livello solo nel quarto periodo quando il distacco diventa troppo ampio da poter recuperare velocemente ma c’è poco da fare, gli errori durante l’arco dei 40 minuti sono troppi e si fanno sentire sul risultato finale. Vincere una gara così importante senza l’apporto di un giocatore fondamentale come Hickey è quasi impossibile, soprattutto se non riesce a segnare lay-up facili in contropiede, farlo difendendo malissimo lo è anche di più, le penetrazioni concesse liberamente a Trieste e i lunghi in maglia rossa lasciati da soli sotto canestro o difesi con superficialità fotografano il match, inoltre il 7/33 da fuori l’arco costa tanto agli uomini di Cagnardi che in confronto a Trieste tirano molto meglio da due (18/25) ma rispetto alla squadra di Christian, 9/26, segna molto meno da tre.
La sconfitta di Cantù passa per questi fattori, oltre al fatto di aver sottovalutato in gara-1 una Trieste in formissima e che ha dimostrato la propria netta superiorità nei confronti delle avversarie in questi playoff, perdendo solo una partita di un punto e poi vincendole tutte. A Cantù restano i rimpianti per una gara-2 che poteva finire in un modo diverso, per l’infortunio di Moraschini che ha ridotto le rotazioni in gara-4 oltre ad aver escluso dalla partita uno dei migliori giocatori canturini in questi playoff. Manca anche quest’anno il passo finale per arrivare in Serie A, nelle ultime tre stagioni due volte in finale e una in semifinale non riuscendo mai a tornare nella massima categoria, è un qualcosa da risolvere per non trasformarla in una maledizione.
Trieste ha dominato questa post-season, record di 9-1 con 6 vittorie in trasferta ribaltando tre volte su tre il fattore campo dopo una stagione regolare al di sotto delle aspettative, sì per colpa di alcuni infortuni importanti ma anche per un’identità di squadra che si è andata a creare nel momento più importante, ovvero quello dei playoff. Dopo un anno Trieste torna in Serie A dominando questa post-season e battendo due squadre favorite alla promozione come Forlì e Cantù. Il fattore Reyes ha deciso in parte questa off-season perchè è il nucleo della squadra che ha fatto la differenza, partendo da Vildera, passando per Ruzzier, Filloy, Candussi fino ad arrivare a Brooks e al coach Jamion Christian, criticato a inizio stagione per un gioco propenso al tiro da tre e allo “spettacolo da Nba”, si è poi abituato alla categoria e al campionato decidendo di fare sul serio nei playoff. Trieste torna in Serie A!
LA CRONACA
Trieste entra in campo con un solo obiettivo: chiudere la serie in casa per evitare una gara-5 che al PalaDesio e con l’inerzia dalla parte di Cantù potrebbe diventare una Caporetto per Trieste che quindi parte fortissimo creando spazi e andando a canestro velocemente andando anche sul +8 ma chiudendo solo sul 20-14 il primo periodo. Cantù sembra accendersi segnando le uniche due triple del primo tempo in fila e andando sul 22-20 ma poi entra in partita Ruzzier che in circa un minuto e mezzo segna due bombe da tre, una più difficile dell’altra, e un assist al bacio per Vildera, parziale di 8-0 che sposta gli equilibri creando una “sliding door” decisiva per la partita, il 33-22 non sarà più recuperato però dalla squadra di Cagnardi.
Il secondo tempo sembra essere l’inizio di una nuova partita con le due triple di Young che permettono a Cantù di tornare sul -8, 42-34, prima del fatidico “break” di Trieste che segna 21 punti contro i soli 15 di Cantù chiudendo il terzo periodo sul 63-47. L’ultimo quarto è una formalità, Cantù ci prova in tutti i modi a vincere e Hickey recupera una palla importante che può portare i canturini più vicini a Trieste, lo statunitense però sbaglia clamorosamente il lay-up in contropiede e poi Young non riesce a completare il tap-in schiacciando, è questa la giocata che chiude e riassume la partita: una Cantù in netta difficoltà come il suo trascinatore di gara-3 Hickey.
Trieste vince 83-72 e torna in Serie A dopo appena un anno, Cantù invece si ferma nuovamente dopo due anni a un passo dalla promozione, stavolta in gara-4.
Foto di Ciamillo Castoria