È arrivato un bel scatto d’orgoglio della Fortitudo nella serie dei quarti di finale con Cento. Si è visto atteggiamento e faccia giusta da tutti i componenti del roster. Giocatori pronti a lottare e a sbucciarsi le ginocchia. Un atteggiamento che praticamente mai si era visto durante tutto l’arco della stagione. Poi ovviamente qualcosa a livello tecnico-tattico va ancora sistemato. In gara4 la Effe è incappata in qualche difficoltà, ma alla fine con il canestro di Italiano ha strappato il pass per le semifinali. Ora è attesa al test Vanoli Cremona.
A questo punto, ci vien da dire, che rimane un po’ di amarezza per non aver visto questa Fortitudo prima e allora viene naturale pensare che qualcosa nei confronti di coach Dalmonte dall’esterno e dall’interno non funzionasse proprio alla perfezione.
Quel che resta è che ci auguriamo che le difficili situazioni societarie possano sistemarsi in tempi brevi altrimenti queste rischiano di essere “vittorie di Pirro”.
Le condizioni economiche del club rimangono precarie, l’attuale proprietà non è in grado di garantire un cambio di passo. Già sarà dura garantire la sopravvivenza nell’immediato e se questa sarà rischia comunque di rimanere un’agonia che si protrarrà nel corso dei mesi. I segnali che arrivano dal pubblico sono sempre più di stanchezza fino al punto di disertare il palazzo. Lo dimostrano i dati delle due partite casalinghe nella serie con Cento. Sugli spalti del PalaDozza sono accorsi meno tifosi rispetto alla media stagionale. E ora si tratta di playoff dove la posta in palio aumenta, il pubblico si fa sentire e storicamente la Fortitudo può vantare su un sesto uomo non indifferente. Invece per le partite con Cento la media di presenze è stata inferiore alla media della regular season. Sono segnali chiari in cui si innesta un movimento di opinione, che ha portato alla nascita del gruppo “LiberiAMO la Fortitudo”, e di una opinione generale che si riconosce più nel nuovo che avanza. Si tratta di Matteo Gentilini, nel suo entusiasmo, nella sua passione genuina, spontanea e accalorata come è nel tipico DNA fortitudino. Ora tutti fanno il tifo per lui affinché possa essere lui con la sua cordata a garantire un futuro roseo all’Aquila. Un futuro che magari può voler dire anche promozione in A1. Gentilini si è posto l’obiettivo di farlo entro tre anni, crescendo sempre di più. E non negando la promozione sul nascere come, invece, ha fatto l’attuale proprietario stroncando perciò anche il diritto di sognare…