Si è conclusa la XXXIII Olimpiade moderna e nella pallacanestro sono stati tanti gli strascichi rimasti dalla finale olimpica, discussioni sul nuovo modo di fare basket, se gli Stati Uniti sono ancora i migliori al mondo e tanto altro.
Nei giorni precedenti si è parlato di MVP, miglior quintetto, giocatori che hanno sorpreso, altri che hanno deluso e altri ancora che hanno performato come gli veniva chiesto, oggi andremo a fare la top 10 di questa Olimpiade di basket ma, stavolta, non inseriremo i migliori giocatori, altrimenti sarebbe simile o uguale a quelle diramate dalla FIBA.
In questa speciale classifica ci saranno i migliori 10 giocatori del torneo, ognuno di una squadra diversa, che hanno trascinato la propria Nazionale, tentando imprese o facendolo solo per la bandiera e per i propri tifosi, sorprese per la propria squadra nel torneo che sono poi risultati decisivi nel percorso. Non sarà divisa per ruolo o per media punti, ma i dati statistici che verranno presi in considerazione saranno diversi, in particolare il plus minus, ovvero la differenza di punti fatti e subiti dalla squadra del giocatore in questione durante la sua permanenza in campo, in questo modo riusciremo a capire veramente quanto sia stato impattante l’atleta nel contesto di gioco e quindi sul parquet. Inoltre parleremo anche di efficienza, statistica che somma le voci positive del tabellino e sottrae quelle negative.
Seguiremo la classifica finale dell’Olimpiade per l’ordine dei giocatori inseriti, andando dall’atleta nella nazionale classificata più in basso a quello che gioca nella squadra più in alto.
–Yuki Kawamura
Point guard di 1.72m classe 2001, in questi Giochi Olimpici ha trascinato il Giappone quando Hachimura, in NBA con i Lakers, non era in campo, 29 punti con la Francia e 21 con il Brasile, media di 20.3, 7.7 assist (terzo in tutto il torneo) a partita ed efficienza di 17.3, con un plus minus di -6.0, il migliore dei giapponesi che sono stati più di 15 minuti di media in campo. Un torneo giocato per il suo Paese che avrebbe meritato di vincere contro la Francia per poi giocarsi il passaggio come migliore terza contro il Brasile. Il Giappone ha un futuro luminoso, sia Kawamura, appena 23 anni, sia Hachimura, 26 anni, vogliono riportarlo all’Olimpiade di Los Angeles 2028, provando a conquistare una clamorosa vittoria che per poco, e forse con un arbitraggio migliore, sarebbe già arrivata in questi Giochi Olimpici, peraltro contro i padroni di casa.
–Santi Aldama
Ala piccola classe 2001, 2.11 l’altezza, probabilmente consacrato dopo questa Olimpiade, 27 punti contro l’Australia e 19 con la Grecia, con una sua prestazione migliore la Spagna avrebbe battuto il Canada e sarebbe passata ai quarti. 17.7 punti di media, 9.3 rimbalzi, quarto nel torneo giocando solo 3 partite, 22.7 di efficienza e un plus minus di -2.0 giocando 28 minuti a gara. Sotto canestro hanno fatto meglio solo Jokic, Hawkinson e Wembanyama, da migliorare solo le percentuali al tiro e poi potrà essere lui il trascinatore di questa Nazionale.
–Nuni Omot
Ala piccola classe 1994 di 2.06m, nella sorpresa Sud Sudan che avrebbe meritato, per il gioco e per ciò che ha dimostrato in campo, di andare ai quarti di finale, Nuni Omot ha avuto un ruolo fondamentale, 24 punti contro gli Stati Uniti in una partita che grazie alle sue giocate la nazionale africana ha quasi vinto, media di 16.7 a partita con un plus minus di 3.7, l’unico positivo della sua squadra, il tutto in 29 minuti in campo a partita. Esperienza ed esplosività per un giocatore che ha sì sorpreso ma che ha fatto venire gli incubi alle difese di Serbia, USA e Portorico.
–Giannis Antetokounmpo
Purtroppo qui bisogna scegliere il “big”, Giannis ha giocato un torneo incredibile, 25.8 punti a partita, 6.3 rimbalzi e un plus minus di -0.5, in una squadra che ha perso tre delle quattro partite giocate, 33 minuti a gara, trascinatore assoluto perchè senza di lui la Grecia non sarebbe riuscita nemmeno a passare come migliore terza. A questa Nazionale manca la forza del gruppo e di non affidarsi al singolo, risolto questo problema potrebbero arrivare grandi risultati.
–Jock Landale
In una squadra con Giddey e Mills prendersi il ruolo di trascinatore non è mica facile, Landale lo ha fatto in particolare nella sfida con la Spagna, decisiva per il passaggio del turno grazie soprattutto alla larga vittoria, 20 punti con un plus minus di +30, praticamente senza di lui in campo la Spagna è riuscita a segnare 18 punti in più dell’Australia. Purtroppo il suo mancato aiuto ai quarti contro la Serbia pesa, se avesse giocato sul livello delle prime tre sfide l’Australia probabilmente sarebbe andata in semifinale, chiude il torneo con 14.5 punti, 62% dal campo e 8.8 rimbalzi, sesto tra tutti i giocatori ai Giochi. Un centro molto interessante, forse il migliore in questa Olimpiade.
–Rj Barrett
Classe 2000. ruolo ala piccola, lo stesso di Dillon Brooks, riesce a prendersi il ruolo di protagonista facendo anche meglio della stella NBA Shai Gilgeous-Alexander, 23 punti con la Grecia e 24 con l’Australia con un plus minus di +12 con la Spagna e di -1 contro la Francia ai quarti, ciò vuol dire che senza di lui in campo i francesi hanno segnato 8 punti in più del Canada. Chiude il torneo con 19.8 punti di media, 65% da due, 3.5 assist e un plus minus di +6.5. Rj Barrett torna in NBA, a Toronto, da assoluto protagonista della spedizione canadese a questa Olimpiade.
–Isaac Bonga
Point guard, stesso ruolo di Dennis Schroder, arrivato da gregario si è preso la scena a suon di triple e punti, con lui in campo la Germania cambiava volto, 58% da tre e 9.2 punti di media, con un plus minus a gara di +10, da sottolineare però il dato statistico contro la Grecia ai quarti di finale, partita cominciata malissimo e poi recuperata, quando Bonga calpestava il parquet la Germania faceva 22 punti in più della Grecia, ed è stato anche lui la chiave della rimonta tedesca. Guardia molto interessante per tutte le squadre europee.
–Nikola Jokic
Difficile trovare qualcuno di più dominante e trascinatore nella Serbia di lui, una macchina che funziona sia in ambiente NBA che FIBA, 18.8 punti, 10.7 rimbalzi e 8.7 assist, quasi una tripla doppia a partita, senza considerare le rubate, 2 di media, il migliore del torneo sia negli assist che nei rimbalzi, sesto per punti. Un fenomeno che dimostra nuovamente al mondo perchè ha vinto tre volte il premio di MVP in NBA, per finire plus minus di +6.8 ed efficienza media di 31. Un fenomeno che per almeno un’altra Olimpiade, forse anche due, guiderà la Serbia ad altissimi livelli.
–Isaia Cordinier
In questa squadra il suo ruolo era di gregario, in modo da aumentare le rotazioni della Francia e far rifiatare i giocatori migliori, poi però ha iniziato a prendere in mano questa squadra e a trascinarla nel momento in cui la situazione si faceva più difficile, ovvero dai quarti, quando segna 20 punti con il Canada e poi replica con altri 16 e 7 rimbalzi contro la Germania, segnando i due tiri liberi finali che regalano alla Francia la seconda finale olimpica consecutiva, peccato per la prestazione in finale con gli Stati Uniti, probabilmente l’approccio di Cordinier avrebbe potuto cambiare la partita (anche se con un Stephen Curry in quella forma difficilmente gli USA non avrebbero vinto l’oro) ma per un giocatore che a inizio torneo doveva essere un giocatore di rotazione ed è poi diventato protagonista va benissimo così. 8.8 punti a gara con il 47% dal campo, un plus minus di +6.3, il migliore, con distacco, dell’intera Francia (dopo di lui c’è Ntilikina con +3.8 e soli 13.3 minuti a gara), il tutto giocando appena 19 minuti a partita. Grandissimo torneo per il virtussino Cordinier.
–Anthony Edwards
In una squadra in cui si è parlato di LeBron James, Stephen Curry, Kevin Durant, dove Booker è “l’MVP silenzioso”, Anthony Davis il centro titolare ed Embiid un giocatore che contribuisce, non poco, a portare gli USA in finale, c’è un uomo, una formica anzi, che ha dimostrato di essere pronto a vestire i panni di nuova stella della pallacanestro statunitense. Aveva detto, con sbruffonaggine e tono provocatorio, di essere lui la prima scelta offensiva di Team USA, sicuramente non lo è stato ma ha avuto comunque un ruolo molto importante nella squadra (a differenza di Tatum, Haliburton, White e, se vogliamo, anche Bam Adebayo) e, inoltre, Edwards ha appena 23 anni ed era la sua prima Olimpiade.
Pochissimo minutaggio concessogli in finale, solo 10 minuti, e ha chiuso con 8 punti e un 2/3 dall’arco, in tutto il torneo invece ha segnato 12.8 punti a partita, 58% dal campo e un plus minus di +7.7, inferiore solo ai veterani LeBron, Curry, Durant e Booker, il tutto in appena 16 minuti a gara. In particolare è interessante il suo plus minus contro la Serbia, un +16, il che significa che senza Edwards in campo gli USA hanno segnato “soltanto” 10 punti in più della Serbia.
Un giocatore che quindi sarà il volto e la stella, insieme ad altri giocatori, della nuova generazione di Team USA, chiamato quindi a confermare la medaglia d’oro all’Olimpiade 2028, a Los Angeles, in casa.
La top 10 ha dovuto lasciare fuori due Nazionali che sono Portorico e Brasile, i portoricani sono stati una scelta abbastanza semplice, considerando che sono stati i peggiori di questi Giochi Olimpici e che forse, giocando il PreOlimpico in qualche altro Paese, non ci sarebbero nemmeno arrivati a Parigi. Escludere il Brasile invece è stato più complicato, la scelta era con Sud Sudan e Giappone, che però sono state due sorprese di questi Giochi con storie incredibili capaci di farsi tifare da persone di altre Nazioni, quindi ho deciso di fare queste scelte e di prendere i 10 giocatori ognuno dalle Nazionali che avevo scelto per la top 10.
Photo: FIBA