Su BM 84 appena uscito in edicola, nei suoi consueti e sferzanti Appunti del Mese, il nostro vice direttore Fabrizio Pungetti, oltre ad in commento sul nostro Europeo tra emozioni (tante) e qualche errore azzurri, pone l’attenzione sul difficile, da sempre, rapporto tra basket e media in Italia. Dove si preferisce, nel giorno del volley mondiale e dell’impresa di Italbasket contro la Serbia, titolare quasi a tutta pagina…su Risse da var (neanche su festa sportive di squadre o calciatori) e agli altri lasciare piccoli ed angusti richiami. Mentre in Francia il giornale sportivo più autorevole del mondo, l’Equipe, titola a pagina intera, sulla vittoria della loro Nazionale contro di noi (ed era solo un quarto di finale, non una medaglia) ma anche in Spagna e altri Paesi accade che gli onori principali vengano dati anche a quello che non è calcio. E di presume che anche da loro i giornali li facciano per venderli, e anzi li vendono bene eccome. Quello che in Italia non accadde mai. Responsabilità di una cultura sportiva basse e latente e di un modo di fare giornali vecchio e quasi monotematico ma anche colpa del nostro basket incapace di rinnovarsi e valorizzarsi (vedi la Nazionale, il miglior prodotto, invisibile in chiaro alla massa degli sportivi). Inutile dare sempre la colpa solo agli altri, piangersi addosso e basta. Il nostro movimento ha il dovere di guardarsi dentro e meditare sui propri errori che sono tanti, per cercare soluzioni e nuove strategie, e in questo il volley ci sopravanza. Ci vorranno anni, certe cose non cambieranno forse mai, ma migliorarsi si può e si deve: per questo bisogna muoversi subito e fare presto. Un approfondimento tutto da leggere volutamente un po’ polemico, un sasso nello stagno, quello del nostro vice direttore, per muovere le acque e spronare il nostro basket a riprendersi la scena che merita e come è stato si tempi belli. Pur tenendo conto che molte cose sono cambiate, ma purtroppo non il modo di dare visibilità anche a quello che non è calcio, che, semmai è peggiorato, ma il basket ha un debito e un dovere morale, di rispetto per se stesso ed i suoi tanti appassionati, di provarci. E fare di meglio è possibile, di può e si deve.
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