Intervistato da Giuseppe Sciascia su “La Prealpina” e da Fabrizio Fabbri sul “Corriere dello Sport” dopo la prestazione di 19 punti con la maglia della Nazionale nel match vinto in Spagna, Guglielmo Caruso ha rilasciato un commento su questa prestazione: “Non mi aspettavo una cosa del genere: ho cercato di trarre il massimo da ogni opportunità per aiutare la squadra a vincere e sono molto contento della mia prestazione perché è servita a fare risultato. È solo un punto di partenza, pur su un palcoscenico importante come quello azzurro, per me come persona e giocatore è una grande gratificazione”.

Caruso ha anche parlato del suo rapporto con il ct Pozzecco: “È molto diretto e da ex giocatore utilizza come arma le motivazioni: sa come parlare e che cosa i cestisti hanno bisogno di sentire. Non è la settimana di raduno che può diventare anche pesante: si è creato un bel gruppo e un bel clima. E, a dispetto del ricambio che c’è nelle finestre FIBA, va sottolineata la capacità del Poz e dello staff: hanno fatto un gran lavoro dando poche idee ma chiare, il resto lo fanno la chimica e le motivazioni”.

Per la crescita nella sua carriera, il lungo di origine napoletana deve moltissimo a Varese: “Tantissimo. Credo di aver fatto nella vita sempre delle scelte coraggiose e di essere stato ripagato. La prima fu quando da ragazzino ho lasciato Napoli e il suo caldo sole per Torino. Lì ho capito di poter fare il giocatore di basket. Poi, il volo successivo in aereo è stato ancora più lungo, perché ho deciso di accettare la borsa di studio dell’Università di Santa Clara. Un’esperienza formativa a livello umano e cestistico, e di nuovo il sole come nella mia città. Quindi Varese. Lo scorso anno per un infortunio quasi non ho visto il campo, poi quando sono stato meglio ho iniziato a mettere insieme minuti”.

Giocare per l’Openjobmetis vuol dire sentire il peso della tradizione: “Si percepisce appena metti il naso nel Palazzo dello Sport. Questa per noi è una grandissima responsabilità, perché la gente non dimentica i campioni di ieri e allo stesso tempo ci chiede di dare forza alle loro ambizioni. L’importante è trasformare la pressione della tradizione in un propulsore per crescere sempre di più, senza essere schiacciati da paragoni con ciò che si è fatto nel passato”.

Adesso Caruso riporterà questo entusiasmo azzurro a Varese: “Ultimamente le cose non stavano andando bene sia come squadra che a livello individuale, certamente la prova di domenica mi dà carica e consapevolezza di quel che devo fare. Da oggi torno in gruppo con l’obiettivo di prepararmi al meglio per ripartire domenica a Napoli: per me sarà il ritorno a casa, ma ci aspetta una trasferta impegnativa sul campo di un’avversaria talentuosa”.

L’Openjobmetis punta ai playoff, traguardo che le garantirebbe un posto in una competizione europea: “Assolutamente sì, ma il senso di un progetto in cui credere c’era già dall’inizio, a prescindere dalla classifica c’è una visione più ampia. Fare bene in campionato per le eventuali coppe è importante, però l’obiettivo è più immediato, ossia raggiungere i playoff per provare ad essere protagonisti, come non ci è riuscito in Coppa Italia”.

Dal punto di vista personale, che futuro si prospetta a Varese per Caruso? “È ancora molto presto e ho ancora un anno di contratto. Sono concentrato su quest’annata per me fondamentale. Giocare in Europa è un’ambizione, a fine anno vedremo con Varese a che punto saremo”.

Fonte: legabasket.it