Intervistato da Piero Guerrini su Tuttosport, Alessandro Cappelletti ha parlato del suo splendido debutto con la canotta della Tezenis Verona in Serie A (17 punti, 7 assist e tante giocate decisive tra quarto periodo ed overtime): “Vittoria importante perchè segnava il ritorno in A davanti al nostro pubblico e perchè abbiamo un calendario infernale all’inizio. Personalmente lo vivo come un debutto: l’anno con la Virtus Bologna nel 2018/19 è stato un assaggio e tra il 2012 e il 2014 con Siena ero aggregato dalle giovanili. Sono molto contento”.

Verona è una squadra che piace: “A memoria non ricordo una società che abbia avuto solo registi italiani. Ci hanno responsabilizzato tantissimo, ma anche messo nelle condizioni ideali. E Ramagli è un allenatore e una persona di alto livello. Per quanto riguarda i giovani, già lo scorso anno ne avevano affiancati a elementi più esperti. E vedrete che Casarin, Liam Udom avranno occasioni per emergere. Ferrari sta lavorando duramente al primo anno lontano da casa. La società ha un piano ben preciso”.

Come ha ritrovato Cappelletti la Serie A dopo quattro stagioni? “Ci sono due differenze sostanziali. La prima: gli spazi sono diversi. In A2 le difese collassano di più in area, per proteggere il ferro. Di conseguenza, paradossalmente è più difficile entrare in area, o fare palleggio-arresto e tiro. La seconda: il talento medio, il livello di fisicità e tecnica del singolo, tutto più importante. Chiunque ha gambe per difendere. Gli avversari sono sempre in evoluzione. Noi sappiamo benissimo che la gara di ritorno con Brindisi sarà completamente diversa. Bisogna adeguarsi di continuo, intendo”.

Poi il playmaker ha parlato delle persone che lo hanno ispirato: “Parto dalla fine. Quando mi infortunai per la terza volta ed ero pieno di dubbi e paura che fosse finita, una persona che purtroppo non c’è più mi disse: “Vedrai, sarai il primo giocatore ad arrivare in A dopo tre gravi infortuni al ginocchio”. Quella frase mi è rimasta scolpita dentro, mi ha motivato. Volevo che avesse ragione, mi ha spinto a lavorare ancora di più per superare i limiti”. E dal punto di vista tecnico? “Mai avuto riferimenti diretti, ho seguito tanti giocatori, in particolare Chris Paul nella Nba e Sarunas Jasikevicius in Europa. Sono uno che studia parecchio il gioco. Bisogna prendere sempre riferimenti alti”.

L’obiettivo della Tezenis è la salvezza: “Vero, c’è molto da fare, quotidianamente. Possiamo essere contenti del la prima vittoria, ma non possiamo permetterci di subire 97 punti come contro Brindisi, o di dipendere dalle percentuali di tiro. Dobbiamo migliorare tanto in difesa”.

Fonte: legabasket.it