La penultima giornata di Serie A2 è alle porte, tutte le partite si giocheranno il sabato santo per lasciare spazio alla Pasqua poi la domenica, solo Rimini e Fortitudo Bologna poi si affronteranno lunedì per il posticipo che sarà anche in diretta su RaiSport per chiudere al meglio la giornata di Pasquetta.
In occasione di questo weekend abbiamo intervistato uno dei coach protagonisti di questo campionato, che lo scorso anno ha vinto la Coppa Italia di A2 e che a marzo è stato scelto come miglior allenatore del mese, stiamo parlando di Antimo Martino, attuale coach della Pallacanestro Forlì, quarta nella classifica della Serie A2, capace di ribaltare la propria stagione negli ultimi mesi, infatti il record della squadra nelle ultime 15 partite è di 11-4. Coach Martino ha già ottenuto una promozione in questo campionato con la Fortitudo Bologna nel 2019, stagione che iniziò collezionando la Supercoppa LNP. L’allenatore di Forlì vuole centrare i playoff anche quest’anno, le ultime due sfide saranno decisive.
–Cosa è cambiato nell’ultimo periodo per Forlì, che ha avuto questa grande rincorsa culminata con il suo premio di coach del mese di marzo?
“Abbiamo sicuramente trovato un pò di equilibrio, purtroppo noi abbiamo avuto sin da subito un infortunio di uno straniero, giocando 7 partite con uno solo dei due, dopo ne abbiamo inserito uno a gettone ma quando è tornato Dawson ci siamo ritrovati ad avere un turnover. Chiaramente questo non ha dato grosso equilibrio alla squadra, non facilitando lo sviluppo di gerarchie senza darci la possibilità di dare continuità al lavoro, anche perchè la squadra ha subito tanti cambi di assetto. Siamo contenti della scelta di Perkovic ma ovvio che c’è voluto tempo per inserirsi nei meccanismi di squadra dato che era un giocatore completamente diverso da Dawson, oltre agli stranieri poi anche l’utilizzo di giocatori del roster è dovuto cambiare in base a questo. Tutto ciò non ci ha aiutato.
–Quanto pesa sull’economia di gioco di squadra la coppia di stranieri Perkovic-Harper?
“Come in tutte le squadre dell’A2 i due stranieri hanno un’importanza notevole, però credo che la crescita è stata determinata dalla crescita di tutta la squadra, anche perchè poi questo è un campionato in cui il nucleo degli italiani fa la differenza quindi credo che la crescita sia stata generale.
–Harper è un giocatore poco appariscente e che è un professionista eccellente che si allena sempre. E’ il miglior difensore del campionato?
“Se non è il migliore in assoluto, di certo è tra i migliori. E’ un giocatore che ha grande dedizione difensiva, che non è una caratteristica sempre scontata per un giocatore americano. Ha tante qualità, anche lui all’inizio ha risentito delle incertezze di cui abbiamo parlato prima, ma devo dire che adesso partita dopo partita sta evidenziando il suo valore, che non devo essere io a sottolineare ma basta la sua carriera per dirlo, è un giocatore che ha lasciato sempre ottimi ricordi ovunque sia stato.
–Forlì ha una panchina lunga e profonda, quali sono i pro e i contro di questa scelta?
“Avere 10 giocatori da coinvolgere in alcuni momenti, quando sono tutti a disposizione, diventa non semplice, soprattutto quando si gioca solo una partita a settimana. Però questo campionato che è stato una vera e propria maratona, una stagione massacrante, abbiamo deciso già in fase di costruzione della squadra di avere questo tipo di idea perchè abbiamo sempre cercato di coinvolgere tutti per arrivare in questo momento della stagione con tutti potenzialmente pronti a dare un contributo, ma anche per non massacrare nessuno dal punto di vista fisico.
–Cosa ne pensa quindi di questa nuova formula del campionato, qualcosa da cambiare?
“E’ stata una novità per questo campionato giocare tutte queste partite, cosa che i giocatori non abituati hanno dovuto prenderne atto e adeguarsi. E’ chiaro che abbiamo giocato tanto però alla fine bisogna riconoscere che alla fine ne è uscito fuori un campionato equilibrato, anche se chiaramente da allenatore in alcuni momenti le tante partite ravvicinate sono state un pò un problema. L’unica cosa che cambierei, anche se so che non è facile, è se ci fosse la possibilità di diluire i turni infrasettimanali perchè abbiamo fatto dei blocchi molto intensi e poi per diverse settimane abbiamo giocato solo una partita. Distribuirli un pò meglio e magari non metterli subito all’inizio, quando le squadre hanno bisogno di crescere atleticamente. La formula però alla fine si è rivelata azzeccata.
–Che significa avere un veterano come Daniele Cinciarini, in campo e nello spogliatoio?
“Avere tanta esperienza e la certezza che nello spogliatoio c’è un giocatore con una mentalità vincente, chiaramente va gestito in base all’età che ha, anche se uno come Cinciarini continua ad allenarsi, ad avere un’ottima alimentazione, continuare a curare il proprio corpo. Ovviamente il lavoro con lui durante la settimana va adattato perchè l’obiettivo è chiaramente sfruttarlo durante le partite.
–Questa Forlì vale la Fortitudo Bologna con cui ottenne la promozione, anche lì Cinciarini faceva parte del roster.
“Questo è ormai un campionato che conosco abbastanza bene, ho allenato diverse squadre che hanno iniziato con obiettivi diversi, quindi conosco le insidie della stagione, le difficoltà, ed arrivare alla fine non è semplice. Negli anni ho raggiunto la semifinale playoff con la sorpresa Ravenna contro la Virtus Bologna, oppure la finale e la semifinale degli ultimi anni con Forlì, nel 2019 e nel 2024 ho vinto poi il premio di miglior allenatore dell’anno. Quella Fortitudo Bologna era nata con l’obiettivo di vincere il campionato, che non coincide con quello di Forlì che vuole raggiungere i playoff e faccia del suo meglio poi in post-season. La grossa differenza è questa. Noi cerchiamo di crescere e di dimostrare di avere quella mentalità vincente che a Forlì abbiamo fatto vedere nelle ultime stagioni, dove aldilà dell’avversario abbiamo sempre cercato di giocare per vincere.
–L’importanza della vittoria nel derby con la Fortitudo Bologna e com’è nata.
“E’ stata importante innanzitutto per la classifica, aldilà del fatto che era una partita sentita, perchè in caso di sconfitta rischiavamo di trovarci a pari punti con la Fortitudo e poi con altre squadre avendo però gli scontri diretti a sfavore. Siamo contenti, ma adesso dobbiamo ancora provare a difendere questo quarto posto cercando di finire con due vittorie nelle prossime partite, però anche alla luce delle sorprese di questo campionato la cosa più intelligente da fare sia pensare un match alla volta, senza fare troppi calcoli, poi alla fine andremo a vedere.
–Condivide che Forlì in attacco ancora non abbia espresso tutto il potenziale che ha mentre in difesa stia facendo molto bene?
“Dipende dalle partite, sicuramente alcune volte offensivamente non siamo stati regolari, però bisogna sempre riconoscere quello che fatto gli avversari, spesso dietro una performance non eccellente in attacco c’è anche quello che poi ti concedono gli avversari. La crescita di questa squadra penso sia avvenuta anche nelle statistiche, che sono migliorate. E’ chiaro che questo è un campionato dove quando riesci a limitare gli avversari ti porti avanti e ti metti nelle condizioni di poter vincere più partite possibili.
–Che playoff si aspetta, ci saranno sorprese come Trieste lo scorso anno e cosa conta di più?
“Bisogna essere onesti: conta il valore assoluto delle squadre, i numeri dicono che negli ultimi 15 anni alla fine hanno vinto le squadre che erano state costruite per vincere, poi è chiaro che la condizione fisica e mentale con cui si arriva ai playoff, oltre al fattore fortuna, possano incidere e cambiare questi equilibri.
–Rispetto allo scorso anno qual è la proiezione di Forlì?
“Per due anni siamo arrivati primi in regular season, aldilà delle nostre più rosee aspettative, quindi probabilmente ci siamo messi molta pressione e attenzione addosso, meritandocele ovviamente. Poi purtroppo lo scorso anno all’ultima giornata della stagione regolare si fa male la guardia titolare americana (Kadeem Allen), diventa difficile. Il primo passo è arrivarci ai playoff, perchè non abbiamo attualmente la matematica che ce lo dice e vorremmo assolutamente evitare i play-in, perchè poi diventa una lotteria. Una volta raggiunti cercheremo di dare il meglio, probabilmente ci sarà un primo turno molto competitivo. Prima ci arriviamo, poi cercheremo di affrontarli nella maniera migliore, magari con un profilo più da underdog rispetto allo scorso anno.
–Delle altre big in ritardo, come Brindisi e Pesaro, quale potrebbe essere quella che ai playoff ha più margine di crescita?
“Una volta arrivati ai playoff saranno i fattori a decidere. Queste due giornate saranno determinanti. Ormai siamo stati abituati, durante questa stagione, a vedere risultati non previsti la domenica, non mi aspetto dunque che questo cambi nei playoff, soprattutto se ci saranno scontri tra squadre dello stesso livello. Se guardiamo la classifica ci sono tantissime squadre in appena 2 punti, a parte Udine, a cui faccio i complimenti insieme a coach Vertemati, che è stata brava ad essere regolari durante questo campionato, cosa che nessuno è riuscito a fare.
–Che si aspetta dalla sfida contro Brindisi, si affrontano due squadre che hanno bisogno di vincere per migliorare la propria classifica.
“Mi aspetto una partita difficile, intensa e che so già ci impegnerà per 40 minuti. Brindisi ha i giocatori e lo staff tecnico per venire a Forlì per fare la partita, dovremo essere bravi. Ci sarà bisogno di una buona prestazione giocando intensamente, con grande dedizione, come abbiamo fatto poi nelle ultime partite.
ASSENTI TRENTASETTESIMA GIORNATA
Chinellato (AVELLINO); Penna, Airhienbuwa (VERONA); Ghirlanda (TORINO); Parrillo (PESARO); Pini, Stefanelli (UDINE); De Vico (BRINDISI); Woodson (NARDO’).
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Foto di Ciamillo Castoria