Maurizio Fanelli, telecronista e commentatore di RaiSport, ci ha concesso del tempo per farsi intervistare da noi di Basket Magazine, insieme abbiamo parlato di Serie A2, di Nazionale, di Serie A, del futuro di RaiSport e del basket nazionale in chiaro, del ricordo di Franco Lauro e di molto altro.

La A2 è tornata su RaiSport che è sempre stato il canale che racconta il secondo campionato: un grande vuoto finalmente colmato, un pensiero.
“Credo che sia un ritorno importante sia per la categoria che per la Rai, abbiamo avuto sempre un occhio di riguardo nei confronti del campionato anche quando era LegaDue ed era animato da piazze prestigiose, ce lo ritroviamo 10 anni dopo con piazze forse anche con un livello più alto rispetto a prima.

Uno dei grandi mentori della A2 era Franco Lauro che sicuramente dal cielo ha benedetto questo ritorno, il ricordo che ha di lui con il quale cominciò.
“Quando ho cominciato a commentare l’Olimpiade di Tokyo, il ritorno degli azzurri ai giochi olimpici dopo 17 anni, il primo pensiero è andato a Franco che era stato l’ultimo a commentare l’Italia ad Atene 2004. Era una presenza costante, abitavamo nella stessa stanza in Redazione, e avendo raccolto il testimone da lui e anche da Massimiliano Mascolo per me è un orgoglio. Sono figure di riferimento e anche se Franco non c’è più il pensiero va spesso a lui, con lui ho confronto silenzioso ma costante.

Come sta andando la risposta degli appassionati?
“Siamo in linea con gli obiettivi che erano stati prefissati a inizio stagione, il basket ha nei playoff la sua fase più importante, quella più elettrizzante, quindi ci aspettiamo un ulteriore crescita quando inizierà la post-season. Il venerdì è una splendida collocazione e speriamo in futuro di poterla rendere settimanale e non bisettimanale.

Il format e la nuova riforma del prossimo anno, qual è il suo giudizio?
“Penso che sia giusto uniformare il tutto, avere un girone unico rende ancora più affascinante il campionato. Con la formula attuale anche nella dicitura di statistiche e risultati per ogni girone, a livello comunicativo si fa fatica, mentre parlare di un campionato unico è anche più facile e diretto quindi anche per noi è più bello.

Tante piazze storiche abituate alla Serie A sono in A2, come si spiega?
“E’ chiaro che lo sport va a cicli, non dimentichiamoci che la Virtus Bologna non troppo tempo fa ha giocato in A2, che però non deve essere vista necessariamente come un purgatorio ma come un modo per rilanciarsi e tornare nel massimo campionato con nuove ambizioni e nuove prospettive. Normale che alcune piazze come Fortitudo, Trieste, Verona sono orientate a lottare per il meglio però non sempre le situazioni societarie sono quelle dei periodi migliori, anche Milano e Virtus Bologna hanno conosciuto delle fasi di difficoltà. Ci sono poi realtà emergenti come Tortona o Trento che quindi prendono il posto di altre squadre storiche che dovrebbero stare in Serie A e invece si trovano in A2. Secondi me è giusto fare una distinzione tra le due categorie ma è come se ci fosse solo mezzo piano di distanza ora.

Spesso le squadre promosse dall’A2 fanno poi bene in A, ultimi esempi Pistoia e Cremona, cosa significa?
“Ci si avvicina, ci sono squadre come Tortona che al primo anno in Serie A fa i playoff, la stessa cosa è successa a Trento, o a Sassari circa dieci anni fa che nel giro di 5 anni vinse scudetto e Coppa Italia. Il gap, storicamente, non è così significativo come te lo potresti aspettare nel calcio tra Serie A e Serie B, dove è quasi impensabile che una squadra venga promossa in Serie A e poi si ritrovi tra le prime cinque.

Anche allenatori di grande importanza ora sono in A2 come Caja, Ramagli, Pilastrini e ora Dalmonte, un valore in più e una perdita per la Serie A?
“Non direi perdita della Serie A perché piazze come la Fortitudo Bologna non possono essere considerate di secondo livello, ecco perché un allenatore che storicamente ha fatto bene come Caja allena in una piazza del genere. L’A2 è un campionato che rappresenta di più un mix tra veterani e giovani emergenti non solo sul campo ma anche sulla panchina.

Quali giocatori stranieri e italiani, specie giovani, lo stanno colpendo.
“Ieri sono andato a commentare Casale Monferrato che è proprio una squadra fatta di giovani e veterani, un ragazzo molto interessante è Calzavara, un play 2001 molto alto che sta facendo bene. Berdini di Cantù è un altro ragazzo che sta giocando per niente male, un aspetto molto bello dell’A2 è il fatto di scoprire dei volti che invece in Serie A bene o male conosci perché sono più consolidati a certi livelli.

Favorite per la promozione? Trapani sembra inarrivabile, la Fortitudo ha un roster un po’ corto, Udine da anni ci prova, Trieste e la scelta di un coach di college, Forlì può arrivare in fondo?
“Le squadre sono queste, Trapani in questo momento sta facendo un altro campionato anche se nello scontro diretto Cantù è l’unica che ha dimostrato di tenere i siciliani. Ciò significa che in una potenziale serie potrebbero giocarsela, anche se conta molto la continuità e sotto quel punto di vista Trapani sta facendo cose fuori categoria. Nel Girone Rosso c’è più equilibrio, non a caso ad oggi ancora nessuna si è qualificata alle Final Four, la Fortitudo sembra avere come qualità qualcosina in più, Udine e Trieste non hanno quella continuità e Forlì è chiamata a dimostrare di stare a quel livello in queste ultime due partite. Ci sono poi alcune squadre che stanno deludendo come Treviglio, che era partita nel gruppo di quelle che potevano ambire alla promozione e invece è un po’ indietro.

Le rivelazioni della stagione di A2?
“Sta facendo molto bene Rieti, è in una posizione di classifica interessante, per il resto il campionato è abbastanza spaccato, nel girone Verde soprattutto, l’Urania Milano sta facendo un campionato in linea con le ambizioni, la Luiss, invece, probabilmente qualcosa in più delle aspettative lo ha fatto. Nel Girone Rosso sono tutte lì vicine, si parlava di Chiusi come possibile cenerentola del girone e infatti la troviamo ultima, diciamo che rivelazioni ad altissimo livello onestamente non ne vedo.

L’atmosfera e le differenze fra fare una telecronaca di A o A2?
“L’entusiasmo che sto vedendo nelle realtà dove si sta andando con la Rai in A2 è pazzesco, mi riferisco a Rimini quando ho commentato la partita con Chiusi, poi anche la Fortitudo Bologna, vedo le immagini sul sito della Lnp e il calore del PalaDozza è garanzia da sempre. A Trieste e Udine l’entusiasmo straborda in entrambi i derby, quello di ritorno è stato qualcosa di incredibile. Una cosa che troviamo in entrambi in campionati, A1 e A2, è che dopo il periodo del Covid la gente ha voglia di sport e di stare insieme, e da queste cose si vede la crescita in percentuale di pubblico in entrambi i campionati, è quasi come se il tifoso preferisca un campionato di vertice con l’obiettivo positivo di una promozione, piuttosto che un campionato di sofferenza in Serie A per restare in categoria, quindi sotto questo punto di vista è anche bello lottare per la promozione.

Oltre alla A2, il ritorno della Nazionale su RaiSport: cosa manca al basket per raggiungere il valore di seguito televisivo del volley?
“Qui entriamo in un discorso molto particolare: quando la Rai aveva la Serie A eravamo fortemente penalizzati dall’orario della domenica sera e il volley che ci precedeva faceva lo stesso numero di spettatori ma aveva lo share più alto. Quando invece arrivavano i playoff e l’orario di messa in onda coincideva perché in prima serata, il basket faceva ascolti più alti del volley, quindi bisogna sempre vedere quale parte della stagione prendere in considerazione. La pallavolo, avendo il miglior campionato del mondo e avendo più piazze che possono vincere lo scudetto, qualsiasi cosa mandi in onda comunque mantieni un livello di ascolto molto alto. Nella pallacanestro invece la lotta al titolo è più ristretta, soprattutto negli ultimi anni, mentre prima c’era più incertezza, il quale aiuta gli ascolti, non a caso la finale di basket più vista degli ultimi vent’anni è stata Sassari-Reggio Emilia. Il periodo dove il basket faceva ascolti più bassi, e la Rai non c’era, è stato durante gli anni in cui Siena vinceva sempre.

A2, LBF e Nazionale, manca solo il ritorno della Serie A su RaiSport?
“Lo spero, da telecronista di basket spero che tutto il basket che ci sia in circolazione possa passare dalla Rai, al momento il contratto è chiuso e lo resterà almeno fino al prossimo anno, si potrebbe incominciare a lavorare dalla stagione 2025/2026, me lo auguro.

Un occhio alla Serie A: chi favorito per lo scudetto, chi vincerà le Final Eight, rivelazioni e giocatori che lo hanno colpito.
“Nonostante la discontinuità in questa prima parte della stagione, è molto probabile che si vada verso un quarto atto della finale scudetto Milano-Virtus Bologna. Nelle Final Eight, basta vedere l’albo, può succedere di tutto, è una competizione che si apre a risultati sorprendenti. E’ un campionato sicuramente più interessante degli ultimi anni, nella regular season la classifica è molto più corta e ci sono realtà come Napoli, Trento, Brescia, Venezia che stanno facendo benissimo e quindi posso anche aspettarmi una prima posizione non occupata dalle solite due, poi però quando cominciano le serie playoff Milano e Bologna sono le favorite. Come giocatore ti faccio un nome italiano, Totè, che sta facendo benissimo a Pesaro e l’arrivo di Meo è positivo perché sa come si gestiscono certe realtà e quindi anche in funzione Nazionale mi piacerebbe che raggiungesse dei livelli alti in modo da poter mettere in difficoltà Pozzecco nella scelta del roster. Poi è una speranza, ma anche dato di fatto, che Mannion si ritrovi al 100% perché è un giocatore troppo importante per la pallacanestro italiana.

E la Nazionale tra PreOlimpico e finestre, quali sono gli obiettivi possibili?
“Sicuramente il fatto che ora si avranno a disposizione più giocatori rispetto al passato ci dà la misura di come la Nazionale possa essere più competitiva e anche più vicina a quella che potrà schierare Pozzecco al PreOlimpico. Da una parte è un bene, dall’altra però queste finestre ti permettevano di provare giocatori, penso a Severini che poi ha fatto parte del gruppo che è andato al Mondiale, che probabilmente se ci fossero stati tutti i big dell’Eurolega difficilmente avrebbero avuto posto. Per il PreOlimpico io sono ottimista, dopo l’impresa di Belgrado tre anni fa, pensare di battere la Lituania è un obiettivo che l’Italia può raggiungere, noi dobbiamo stare tra le Nazionali che alle Olimpiadi ci vanno, poi lì può succedere di tutto. La competizione è altissima però gli ultimi risultati ci fanno ben sperare.

Dopo Parker e Villeurbanne che Pozz ritroveremo?
“Motivato. Da una parte lo avrebbe aiutato mantenere un certo livello di attenzione e di abitudine all’allenamento anche in vista della Nazionale, dall’altro però potersi concentrare sulla Nazionale e vivere, da un punto di vista lavorativo, in funzione di un obiettivo così importante verso qualcosa che lui stesso ha giocato e ha vinto, ovvero la medaglia olimpica, è importante. Secondo me lo troveremo determinato anche perché non può essere vista come un fallimento la sua esperienza in Francia, ha fatto il possibile con quello che aveva.

Big match di questa giornata di Serie A2, nel girone Rosso Udine-Forlì, un pensiero sul match.
“Udine ha vinto le ultime due partite in volata, lo ha fatto con Trieste e anche domenica scorsa, quindi arriva carica e lanciata. Queste ultime due partite per Forlì rappresentano davvero il banco di prova per capire se il suo livello è da Final Four, in un girone popolato da Fortitudo, Udine e Trieste la qualificazione potrebbe essere non proprio una sorpresa ma un risultato molto importante.

Alessio Apicella

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Foto di Ciamillo Castoria