Confronto importante per andare più avanti possibile con una squadra molto italiana, dal coach
Luca Banchi a Strautins e Grazulis, ma stanca dopo la battaglia sfortunata con la Germania e le sole
sedici ore di riposo. Però serve ritrovare percentuali di tiro accettabili e la difesa con cui abbiamo
costruito le nostre vittorie. Mentre Germania e Serbia sono già a Parigi ‘24
ITALIA-LETTONIA, SFIDA IN FAMIGLIA
Il Canada dà una bella lezione alla Slovenia e va in semifinale regalando fin d’ora la qualificazione
diretta ai Giochi di Parigi a Serbia e Germania. Affronterà i serbi, mentre i tedeschi sfideranno gli
Usa. Possibile, ma non probabile, dunque, una finale tutta europea, così come una finale tutta
nordamericana e in questo caso sarebbe un inedito nella storia della World Cup, anche se,
tornando alle origini del basket, il primo torneo olimpico, a Berlino, si concluse proprio con la sfida
tra Usa e Canada, vinta dagli Stati Uniti per 19-8. Ma non dimentichiamo che il padre fondatore
della pallacanestro, James Naismith, era canadese… Tra due europee (e sempre Jugoslavia e Urss,
tranne che nel 2006, quando la Spagna prevalse sulla Grecia) la finale s’è vista invece per ben sei
volte.
Il Canada ha partecipato alla World Cup in sole tre delle cinque precedenti edizioni. Quattro anni
fa si confuse nel gruppone tra il 17° e il 32° posto. A Manila, invece, ha raggiunto il vertice,
completando una storia che si è iniziata di fatto nel 2017 quando il Canada di Roy Rana conquistò il
titolo mondiale Under 19 al Cairo battendo in finale proprio l’Italia di Andrea Capobianco grazie
soprattutto al talento di R.J. Barrett, attuale guardia dei Knicks, di appena 17 anni. Se lo accaparrò
Duke lanciandolo dopo appena un anno, diciottenne, nel mondo dorato della Nba.
Di quella squadra Barrett è rimasto l’unico testimone. Nell’Italia medaglia d’argento il solo Pajola è
diventato un punto fermo della Nazionale, su Caruso si appuntano le speranze di dotare infine la
squadra di un centro di ruolo, Visconti e Mezzanotte hanno avuto qualche presenza in azzurro. Il
Canada invece ha potuto raccogliere a piene mani nel grande serbatoio della Nba con ben sette
giocatori e almeno una stella assoluta: Shal Gilgeous-Alexander, esplosiva guardia di Oklahoma,
uomo da 25 punti a partita in questo Mondiale.
Il pallone della tripla di Davis Bertans che, a pochi secondi dal termine di una partita che ha visto
Schroder in insolita sofferenza (4/26 al tiro!), si è infranto sul ferro, ha invece spezzato il sogno di
Luca Banchi e della Lettonia a un soffio dal traguardo e ci ha consegnato l’avversaria che domani ci
taglierà il passo nella corsa verso il quinto posto.
Sarà una sfida inattesa, con un coach italiano che, pur dovendo rinunciare a Porginzis, Timma e
Strelnieks ha portato per la prima volta al Mondiale la Lettonia meritandosi un posto tra le prime
otto con vittorie importanti che hanno condannato Spagna e Francia, sfiorando oggi la vittoria con
la Germania (79-81). Tra i protagonisti due nostre vecchie conoscenze: Arturs Strautins, ala di
Tortona da nove anni in Italia, e Andrej Grazulis, ala forte di Trento, le ultime quattro stagioni nel
nostro Paese, l’uomo con la valutazione maggiore nella squadra di Banchi che ha il solo Davis
Bertans che milita nella Nba, con gli Oklahoma Thunder.
Impegno dunque non semplice per gli azzurri che sono chiamati a completare un lavoro fin qui
svolto più che bene. L’ingresso tra le prime otto squadre al mondo non è affatto banale se
leggiamo i nomi di chi ci siamo lasciati alle spalle e se pensiamo che delle prime otto del Mondiale
di Pechino, chiuso dall’Italia al 10° posto, qui sono rimaste solo Serbia (5ª) e Usa (7ª) e che delle
prime otto dell’Eurobasket dello scorso anno a Berlino si sono confermate solo Germania (3ª),
Slovenia (6ª) e l’Italia (8ª).
È utile fare un po’ di storia recente per incasellare nel posto giusto il Mondiale degli azzurri. Che
non è ancora finito, che prevede gli ultimi due sforzi per chiuderlo nel migliore dei modi, perché
vale per il ranking, per la qualificazione olimpica del prossimo anno, per consolidare la credibilità
che il movimento azzurro, al contrario del nostro deludente basket di club, ha saputo ritrovare
nonostante gli evidenti endemici limiti che non riesce a superare.
Il ko con gli Usa è stato indubbiamente pesante, il compito di Pozzecco nelle quarantottore
successive è stato quello di far metabolizzare una sconfitta che era più che preventivabile, di
sollecitare l’orgoglio della squadra spingendola a un immediato riscatto e di far comprendere che il
Mondiale non è ancora finito.
L’Italia ha un piccolo vantaggio, psicologico e fisico: cancellare la brutta ombra del non gioco
contro gli Usa, e sfruttare le ventiquattrore di riposo in più che può godere rispetto ad una
Lettonia delusa da una vittoria sfumata sulla sirena e chiamata a ricaricare le pile in appena sedici
ore dopo una partita in cui ha speso tantissimo per contenere la Germania, rimasta l’unica squadra
finora imbattuta in questa World Cup che si è rivelata durissima e ricca di colpi di scena.
È dunque una partita chiave per il “nostro” Mondiale, che può dare ancora più senso e valore al
viaggio degli azzurri, finalmente contro avversari “normali” dopo aver subìto il basket stellare degli
Usa che Steve Kerr ha saputo trasformare in squadra vera e non gruppo di splendidi individualisti
quando la posta in palio e cioè il passaggio del turno lo ha imposto.
Con la Lettonia vantiamo un bilancio largamente positivo dopo le prime sconfitte negli anni trenta,
l’ultima di 11 consecutive, in una partita ufficiale, risale al 2011 a Siaulai, ma servirono 36 punti di
Bargnani. La qualità del lavoro di Banchi, al terzo anno sulla panchina lettone, è espressa anche dal
suo cammino premondiale con i successi su Grecia e Turchia e la sconfitta di un solo punto con la
Serbia a Belgrado (100-101) per la prima storica qualificazione ad un Mondiale. Quanto basta per
non sottovalutare l’avversaria, ma per trovare anche gli stimoli giusti per confrontarsi al meglio
con una squadra “morfologicamente” simile alla nostra: Pasecniks, 2.18, ha visto il campo solo per
14’, mentre potrebbe creare problemi il play Arturs Zagars che gioca in una squadra minore
lituana.
È però chiaro che se l’Italia non ritrova un’accettabile percentuale di realizzazione dall’arco, se non
saprà imporre il proprio ritmo alla gara e la propria organizzazione di gioco contenendo
l’aggressività dei lettoni, anche la Lettonia dei miracoli, pur stanca e delusa, potrebbe dare seri
fastidi.
In foto Banchi (FIBA)
Mario Arceri