Jason Burnell e Ky Bowman sono due delle colonne portanti del roster 2022/23 dell’Happy Casa Brindisi, squadra che, grazie anche al loro contributo, nelle prime quattro giornate di Serie A UnipolSai ha messo assieme due vittorie e due sconfitte.

A prescindere dai risultati ottenuti sul campo però, la formazione pugliese ha palesato in ogni circostanza un apprezzabile livello di competitività, frutto questo certamente sia della spinta impartita dalla panchina da coach Vitucci e dal suo staff che, anche, delle qualità in possesso proprio dei due statunitensi classe 1997 (nati a soli 59 giorni di distanza) i quali, uno nel ruolo di playmaker e l’altro in quello di ala, stanno dando in sinergia un sensibile contributo al cammino in campionato della compagine biancoazzurra.

Dopo quattro turni, in particolare, Bowman è il primo rubapalloni del torneo, mentre Burnell sta impressionando tutti per il 58.3% (miglior dato della Serie A) con cui sta colpendo finora dall’arco dei 6.75. Recuperi e tiro dunque sono concretamente le voci in cui i due americani (entrambi anche in doppia cifra per punti realizzati di media) stanno risultando più efficaci e in cui, attraverso le loro prestazioni, Brindisi (quinta formazione per recuperi e terza per percentuale nelle conclusioni da tre punti) sta maggiormente emergendo a livello di squadra.

A quest’ultima però i due venticinquenni, oltre a ciò che in maniera tangibile riescono a realizzare sul parquet, portano anche, ogni volta che scendono in campo, una “fame” e una sana passione generate in maniera naturale dalle rispettive storie di vita. Bowman ha calcato da protagonista coi Golden State Warriors i palcoscenici della NBA, Burnell l’ha solo sfiorata dopo il college a Jacksonville coi workout antecedenti il Draft 2019 dove però non è stato scelto.

Entrambi sono arrivati a toccare con mano o a intravedere la possibilità di stabilirsi nella massima lega a stelle e strisce crescendo prima a suon di sfide coi propri fratelli e poi tenendo come riferimento le lezioni (nel caso di Burnell) e l’ispirazione (nel caso di Bowman) date dai rispettivi padri che, o sul campo (Frank Burnell è stato a lungo allenatore al college a Daytona State e a Edward Waters) o a livello di spinta emotiva (Tom Bowman è morto quando Ky aveva otto anni), hanno incoraggiato le carriere dei rispettivi figli.

La voglia di dimostrare tutto il proprio talento e tutte le proprie doti li ha portati ad intrecciare le loro parabole in quel di Brindisi dove, agli ordini di coach Vitucci, cercheranno di conquistarsi ripetutamente attenzioni e onori giornata dopo giornata, provando in questo modo a mantenere alte le ambizioni di un Happy Casa che, in loro, ha già trovato due uomini di sicuro affidamento pronti a farsi carico di responsabilità importanti.

Fonte: legabasket.it