di Maurizio Roveri
Attira turisti da tutto il mondo, Sidney. Perchè è la più viva e divertente fra le metropoli d’Australia. Conosciutissima, riconoscibilissima per le suggestive “vele” dell’Opera House, per il maestoso Harbour Bridge con i suoi 503 metri di lunghezza, per il Circular Quay quel porto colorato dove traghetti e navi da crociera salgono e partono, e per il Royal Botanic Garden – cuore verde di Sydney – dove è possibile vivere esperienze indimenticabili.
In questa grande città australiana di oltre 5 milioni di abitanti, oggi (alle 10,30 del mattino ora di Sydney, in Italia le 2,30 della notte fra giovedì e venerdì) cominciano i Campionati Mondiali di Pallacanestro Femminile.
FIBA Women’s Basketball World Cup 2022. Appassionante competizione che si concluderà, con la sfida per la medaglia d’oro, l’1 ottobre.
Vi partecipano le Nazionali di 12 Paesi. Due gruppi da 6 squadre nella fase di Qualificazione. Così distribuiti:
GRUPPO A: Belgio, Bosnia-Herzegovina, Cina, Corea del Sud, Portorico, Stati Uniti d’America.
GRUPPO B: Australia, Canada, Francia, Giappone, Mali, Serbia.
La formula dell’evento: fase di qualificazione dal 22 al 27 settembre, le primo quattro squadre di ciascun girone si qualificano per la seconda fase. Il 28 settembre giornata di riposo. Il giovedì 29 saranno in programma i quarti di finale. Il 30 è il giorno delle due sfide di semifinale.
L’1 ottobre la finalissima. E la “finalina” per la medaglia di bronzo.
Due le strutture sportive che ospitano le partite: la Qudos Bank Arena, impianto polivalente coperto da 21.000 posti costruito nel 1999 come Sydney SuperDome (architetto Philip Cox) e la Quaycentre arena indoor multiuso da 3854 posti fissi e retrattili (attiva dal novembre 1984).
Quattro anni fa, nella finale di Tenerife, la Nazionale USA conquistò il suo decimo titolo mondiale sconfiggendo 73-56 l’Australia. Un gruppo, quello statunitense del 2018, decisamente di “altra dimensione”. Per la presenza di atlete straordinarie come la divina Sue Bird che qualche settimana fa ha annunciato il ritiro dopo un ventennio di carriera, 5 “Ori” olimpici e 4 titoli Mondiali nel suo palmares con la Nazionale USA, oltre a 6226 punti realizzati nella WNBA in maglia Seattle Storm (ma anche 5 campionati russi e 4 Euroleague, fra Spartak Mosca e UMMC Ekaterinburg) e come Diana Taurasi altra campionessa storica, attualmente infortunata. Di quel gruppo americano del 2018 faceva parte anche Brittney Griner, che purtroppo tristemente è rinchiusa da sette mesi in un carcere russo, e sta vivendo nell’angoscia quelli che sarebbero stati i suoi giorni più belli.
Sarà ancora in scena Breanna Stewart, il grande “sogno estivo” irrealizzato della Virtus Segafredo. L’1 luglio scorso la Stewart ha firmato per il Fenerbahce (quelli del Fener hanno ingaggiato anche Emma Meesserman, che il Club virtussino aveva cercato di portare a Bologna nel corso della stagione scorsa per rimpiazzare la Hines-Allen tornata in America).
Ogni minuto di ogni partita, ogni canestro e ogni goccia di sudore di questo campionato Mondiale, Breanna Stewart lo dedicherà alla sua carissima amica Brittney. Con la speranza, forte, di poterla presto riabbracciare.
Adesso è lei, Breanna, la leader della Nazionale americana. Che resta ancora la squadra “da battere”. Ci proverà la Nazionale di casa, l’Australia, formazione solida e decisamente competitiva. Seconda classificata ai Mondiali del 2018 in terra spagnola, la squadra Aussie presenta un sostanzioso gruppo di cestiste esperte e mature. E’ un’Australia coperta in ogni ruolo. E in particolare può proporre la qualità di Rebecca Allen (guardia di New York Liberty nella WNBA e del Valencia in Europa), di Ezi Magbegor centro dei Seattle Storm, e di Stephanie Talbot “ala grande” di Seattle Storm nella lega professionistica femminile americana e Adelaide Lightning in Australia, ma attualmente free agent).
Da seguire con grande interesse il Giappone, medaglia d’argento olimpico a Tokyo. In assenza di Rui Machida, che tante cose belle fece vedere ai Giochi Olimpici, sarà affidata a Shiori Masuma la creazione del gioco. Una opportunità importante e stimolante per la nuova playmaker della Umana Reyer Venezia, piccola guerriera (1,62) che nella stagione scorsa è uscita per la prima volta dal suo Paese adattandosi bene alla nuova realtà di vita. Immediatamente apprezzata in Germania, dove ha vinto il titolo con l’USC Freiburg. Facendo registrare medie di 19 punti, 6 assist e 6,5 rimbalzi.  Un’altra giocatrice della “nuova” Reyer è la belga Antonia Delaere, ala, 3 campionati belgi vinti e anche 3 Coppe del Belgio.
Da scoprire la Francia del dopo-Sandrine Gruda. La carismatica trentacinquenne ex-Schio (che giocherà nella prossima stagione con il Lyon Asvel) è una campionessa che ha vinto 1 titolo WNBA con Los Angeles Sparks, 2 scudetti con la Famila Schio, oltre a 2 Coppe Italia e a 3 Supercoppe italiane. Per infortunio, la veterana di tante battaglie ha dovuto rinunciare a questi Mondiali “australiani”. Non sarà semplice rimpiazzare la Gruda e la sua consistenza. Tuttavia, la Francia mette in scena un bel cast di lunghe. Fra le quali spicca la giovanissima Iliana Rupert. La neo-virtussina è in rampa di lancio, considerata da tutti fra le Stelle emergenti del basket femminile mondiale.
E l’Italia? Non c’è. Non si è qualificata. Quindici mesi fa, il 21 giugno 2021, la squadra azzurra guidata da coach Lino Lardo venne battuta 64-46 dalla Svezia di coach Marco Crespi. Perdendo così l’opportunità di andare avanti nei Campionati Europei (avesse vinto quella partita sarebbe entrata nei quarti di finale) e conseguentemente non ottenendo il diritto di partecipare ai Mondiali 2022.
Una curiosità: la Cina mette sottocanestro una ragazzona di 2,08! Si chiama Han Xu. Per la nostra cultura sarebbe Xu Han ma… nell’onomastica cinese il cognome (Han) precede il nome.