PARIGI. Giunti a metà del percorso olimpico, è possibile fare un primo bilancio di questa 33ª edizione dei Giochi Olimpici che Parigi sta ospitando in tutta la sua “grandeur”, reale (perché lo spettacolo è davvero esaltante) o presunta perché sotto il tappeto rosso di polvere ce n’è parecchia. A cominciare dal Villaggio Olimpico dove si mangia male e si dorme peggio, al punto che Ceccon si è fatto fotografare disteso sull’erba all’ombra di una panchina, per il caldo e per la scomodità dei letti. È un’Olimpiade ecologica, banditi i condizionatori, la temperatura all’interno delle case dovrebbe essere di 6 gradi inferiore a quella esterna, ma quando, come nei giorni scorsi, a Parigi si sono toccati i i 35 gradi, c’è stata la corsa ad acquistare minicondizionatori. E tantissimi atleti risolvono in altro e autonomo modo il problema dei pasti non soddisfacenti.

La Senna, nonostante i tuffi della Hidalgo, resta inquinata, gli atleti del triathlon hanno accusato problemi, Paltrinieri parla di “peggiore Olimpiade di sempre”, mentre la sicurezza continua ad essere messa in allarme: nei giorni scorsi si è fermato il metrò, ieri la circolazione ferroviaria verso il sud-ovest è stata bloccata per una valigia sospetta trovata nella stazione di Bordeaux per un’ora e mezzo, finché è durato l’intervento degli artificieri. Un altro problema, comune peraltro ad ogni grande evento, è quello del bagarinaggio, che ora viaggia nel web: la cybergendarmeria ha censito oltre trecento siti che propongono biglietti per gli eventi olimpici, spesso falsi con conseguenti brutte sorprese per gli incauti acquirenti.

Ma, parlato dei problemi, veniamo ai Giochi che sono iniziati con una apertura davvero rivoluzionaria, nello spirito che la Francia ha voluto dare alla sua seconda Olimpiade, cento anni esatti dopo la prima del 1924. E cioè un’Olimpiade che dagli stadi è uscita per entrare nelle piazze e nella vita di ogni giorno dei francesi. Che hanno gradito, che per l’86% hanno apprezzato la contestata cerimonia d’apertura (non sono mancate in questi giorni le minacce di morte per Thomas Jolly, l’ideatore dello spettacolare evento sulla Senna), e che hanno visto i propri monumenti rivalutarsi nell’attenzione della gente, come la Conciergerie che sta decuplicando i suoi visitatori dopo la rievocazione dell’assalto dei cittadini, dell’edificio in fiamme, del Ca-Ira come colonna sonora, della decapitazione di Marie-Antoinette, di una Marianna di colore che canta la Marsigliese come simbolo di uguaglianza e di inclusione che è alla base della società repubblicana e democratica uscita dalla Rivoluzione del 14 luglio 1789.

Parigi e l’intera Francia si sono innamorate dei Giochi dopo tanti mesi di perplessità o di aperta opposizione. Per come Thomas Jolly ha raccontato Parigi nella sua tradizionale accoglienza e rispetto di ogni individuo, per i risultati che i loro atleti stanno conquistando sul campo, confermando – e probabilmente migliorando, alla fine – le più ottimistiche previsioni che parlavano di 75 medaglie complessive. A metà percorso, sabato, il bottino è di 41 podi (12 ori, 14 argenti e 15 bronzi) più o meno all’altezza delle grandi potenze sportive tradizionali come Cina, Usa, Australia e Gran Bretagna, messo insieme con imprese clamorose come quelle di Leon Marchand, il ventiduenne mistista seguito da Bob Bowman, il vecchio allenatore di Michael Phelps: quattro medaglie d’oro individuali, come prima di lui solo Mark Spitz, lo stesso Phelps e Thorpe. Oppure il podio occupato per intero dai ciclisti della BMX, o l’eterno potere di Rider, il possente judoka che accese il fuoco olimpico al Trocadero.

Una presenza diffusa in più discipline che dimostra come questa Olimpiade sia stata preparata con grande cura e grande impegno, unita al sostegno che la Francia sta dando ai suoi campioni con entusiasmo e partecipazione: televisori in tutti i locali, maxischermi nelle tante “fan zone” in ogni città, due canali pubblici interamente dedicati (France 2 e France 3) oltre ai network a pagamento per una copertura, anche sui media tradizionali, senza precedenti.

L’exploit francese ha frenato per il momento la Cina (in testa al medagliere con 37 podi e 16 ori) e gli Usa (61 podi ma solo 14 ori). Ed anche l’Italia che ieri con l’oro di Marta Maggetti nel windsurf e il bronzo di Lorenzo Musetti nel tennis (cento anni dopo De Morpurgo) è salita a quota 19, ma è in ritardo rispetto a Tokyo e soprattutto ha visto fallire alcune discipline su cui il Coni puntava parecchio, come la scherma (salvata dall’oro delle spadiste, derubata di quello del fioretto maschile individuale, ma in genere più che deludente), il tiro, il judo (splendido comunque l’oro della Bellandi), la boxe dilaniata dalla pretestuosa polemica tutta italiana (e in parte ungherese) sull’algerina Khelif.

Abbiamo però altre possibilità, a cominciare da oggi con il doppio femminile che almeno l’argento lo porterà a casa, Paltrinieri, i fiorettisti, Jacobs e Ali, e poi con le nazionali di volley e pallanuoto, le ragazze della ritmica, sperando che l’atletica ci regali nuovamente punte di eccellenza come tre anni fa a Tokyo, mentre aumentano le… medaglie di legno, i quarti posti arrivati a sfiorare le venti unità: non restano nella storia, ma testimoniano comunque l’alto livello raggiunto. a livello mondiale.

Due parole sul torneo di basket che ora si trasferisce a Parigi per la fase conclusiva ad eliminazione diretta. Il meccanismo che ha aggiunto alle prime due classificate di ogni girone le due migliori terze ha condannato il Sud Sudan (che ha pagato l’essere nel girone degli Usa, con conseguente maggior passivo) promuovendo Grecia e Brasile. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto se, in base al tabellone, le semifinali potrebbero essere Germania-Francia e Stati Uniti-Serbia, e cioè confronti già visti nei gironi eliminatori.

Naturalmente la Francia deve recuperare in fretta convinzione, fiducia e un minimo di gioco in più se vuole battere il Canada e arrivare ai bordi del podio, ma si delinea sempre più una finale tra Germania e Stati Uniti, con Serbia e Canada a seguire: evidente conferma che la classifica di Manila un anno fa, non fu casuale. Naturalmente di mezzo ci sono i quarti di finale, martedì prossimo, con un risultato abbastanza scontato, tra Usa e Brasile, qualche incertezza in Serbia-Australia e Germania-Grecia, molto aperto soprattutto per il fattore campo tra Francia e Canada.

 

Nell’immagine Pirelli e Reiner nella gara a squadre del judo, foto Italia Team

Mario Arceri