Arrivare ed andarsene nel mondo del basket è spesso questione di attimi, riflessioni, oppure più semplicemente di opportunità che si palesano e che, spesso in barba all’etica professionale, vengono colte senza troppi scrupoli.
Tale scenario lo si è visto, esattamente un anno fa, con la questione Bruno Caboclo, il centro della nazionale brasiliana che, prima dell’inizio della stagione, lasciò senza preavviso Neven Spahija, che aveva costruito l’intero roster della Reyer Venezia proprio attorno al pivot ex NBA.
Anche quest’anno, una simile storia ha avuto luogo, con la scelta della combo americana Robert Johnson di non approdare alla Rinascita Rimini nonostante un accordo già firmato da entrambe le parti.
Per i romagnoli, che attorno a Johnson hanno progettato un roster ambizioso, dato per molti persino tra le concorrenti per la promozione in Serie A, la botta è stata tanto forte, quanto inaspettata.
“Siamo rimasti tutti sbalorditi ed increduli, non ci saremmo mai aspettati una situazione del genere” sono state le parole emanate, a mezzo stampa, dal Direttore Generale della Rinascita, Davide Turci.
La fuga da Cantù
La delusione del DG romagnolo, che ha anche dichiarato di essersi già messo al lavoro per trovare una soluzione qualitativamente ed umanamente migliore, è più che comprensibile, anche se sull’affidabilità di Johnson di motivi per dubitare ve ne sarebbe stato ben qualcuno.
Fu infatti proprio Johnson quel giocatore-perno che, a stagione 2021-2022 inoltrata, lasciò una Cantù proiettata verso un ritorno in Serie A che, come prevedibile, non si concretizzò.
A motivare la fuga, si disse, furono le posizioni ‘no vax’ dell’atleta americano, che rifiutò di sottoporsi all’obbligo vaccinale imposto dalle autorità italiane agli atleti impegnati nelle leghe classificate come ‘dilettantistiche’.
Tuttavia, ad agevolare la fuga di Johnson fu anche – e soprattutto – una cospicua offerta messa sul tavolo dalla Legia Varsavia, al tempo settima in classifica nella massima serie della Polonia.
Proprio grazie all’inserimento nel roster della combo USA, accoppiata a Muhamad Ali Abdur-Rahkman (passato a Pesaro la stagione successiva), la compagine della capitale polacca riuscì ad arrivare in finale di Ekstraklasa.
Una patata bollente
Al netto dei trascorsi di Johnson, resta ora, per Rimini, una situazione complicata da risolvere al più presto. Priva del creatore di gioco che avrebbe dovuto gestire la regia della squadra, la Rinascita si trova infatti costretta a muoversi sul mercato in fretta per essere pronta prima dell’avvio della stagione.
Ad oggi, agli ordini di coach Sandro Dell’Agnello vi sono l’altro Johnson, Justin, nello spot di ala grande assieme a Stefano Masciadri. Costoro, nello specifico, condivideranno il pitturato coi centri Gora Camara ed Alessandro Simioni.
Nel reparto esterni, Rimini può altresì contare su Alessandro Grande, Pierpaolo Marini, Giovanni Tomassini, Simon Amumba e Francesco Bedetti.
Matteo Cazzulani
Nella foto: Robert Johnson. Credits: Pallacanestro Cantù