L’anteprima di Serie A2 di questo weekend ha come protagonista un altro dei protagonisti del campionato: il coach della Sebastiani Rieti, Alessandro Rossi, uno degli allenatori più giovani delle massime categorie che ha alle spalle già 8 stagioni in Serie A2 tra NPC Rieti (l’altra squadra della città) e Scafati Basket, che ha allenato nella stagione 21/22 e portato in Serie A con la vittoria ai playoff contro Cantù. Lo scorso anno con la neo promossa Sebastiani Rieti è arrivato in semifinale playoff e quest’anno si trova al 4° posto in campionato, a sole 6 lunghezze dalla capolista Udine. In quest’intervista si è parlato delle sue passioni, della stagione di Rieti, delle esperienze passate e dei suoi obiettivi futuri, oltre al tema che sta accompagnando il basket in questo periodo, ovvero il tiro da tre punti.
–Come nasce la passione per il basket?
“Diciamo che è un qualcosa che nasce per una passione di un ragazzo che ama lo sport, non sono un ex giocatore o un atleta agonista di basket quindi è sempre stata una passione dovuta a qualcosa che guardavo, quando ero piccolino erano i tempi dell’NBA degli anni ’90, si iniziavano a vedere le prime immagini in Italia dei Bulls e di Michael Jordan, dovevi collegarti ad orari un pò strani. E’ partita così da piccolo, poi a 18 anni ho fatto il primo corso da allenatore spinto dalla passione di conoscere meglio le dinamiche del gioco, poi è stato tutto un susseguirsi di cose. Tutto è nato in maniera casuale ma per passione.
–Oltre al basket quali sono altre sue passioni o hobby?
“Sono uno abbastanza tranquillo, lo sport è quello che accentra tutta la mia vita, qualsiasi tipo di sport, dal calcio al tennis, passando per gli sport motoristici, sono uno che spende il suo tempo seguendo lo sport. L’ho praticato a livello amatoriale e semi agonistico, da ragazzino sono stato un discreto giocatore di tennis, la passione principale è lo sport ma come tutti essendo una persona abbastanza calma da questo punto di vista mi piace anche il cinema e la musica, a casa per rilassarmi.
–Togliendo il basket, qual’è lo sport che lo appassiona di più?
“Sono napoletano quindi sono calciofilo, la mia famiglia è grande appassionata di calcio e sicuramente è lo sport che a livello di passione di coinvolge di più in assoluto. Nel calcio c’è anche l’aspetto del tifo, mentre gli altri sport li seguo per pura passione, ho il piacere di osservarli e basta, nel calcio invece c’è la passione, il tifo e quindi sceglierei il calcio sicuramente.
–Il Napoli può vincere lo Scudetto quest’anno?
“La vedo tosta, l’Inter è troppo forte, ma speriamo, dai!”
–La stagione di Rieti finora è da un bel voto in pagella, una delle rivelazioni a parte le big che si erano pronosticate, che ne pensa?
“E’ stata una stagione come un pò tutte le squadre fatta di alti e bassi, fortunatamente sono stati di più gli alti, nel complesso, direi che siamo dove sognavamo di essere, ovvero essere competitivi ed avere la sensazione di andare in campo e competere con tutti. Il nostro desiderio era quello di creare una squadra con un gruppo di giocatori che sentissero la possibilità di entrare in campo dando fastidio a qualunque avversario. Direi che questo obiettivo, aldilà della posizione in classifica, lo stiamo centrando piano piano e lo stiamo maturando.
–E’ la sua seconda stagione a Rieti, per quale motivo ha sposato questo progetto e cosa lo ha fatto restare?
“Mi avevano sempre parlato molto bene della società, molto seria ed organizzata, condizioni di lavoro che per un allenatore sono un aspetto molto importante da considerare, quindi questo è stato sicuramente il primo motivo. Poi c’è stato anche un feeling a livello di obiettivi e di carattere anche con il presidente che ci ha permesso finora di avere discussioni, anche toste, ma sempre costruttive, alla fine abbiamo dei caratteri diversi ma che per certe cose si incastrano bene. E’ stata quindi una scelta felice perchè da neo promossi l’anno scorso, perchè acquistammo il titolo, abbiamo fatto una semifinale playoff per l’A1 che è stata una cosa importante. Quest’anno stiamo confermando buoni livelli, direi che la scelta è stata fino ad ora più che positiva.
–Qualche settimana fa, il presidente, un grande appassionato e un uomo di grande personalità e di valore, aveva sbottato pesantemente un po’ contro tutti, poi però c’è stata una bella reazione in campo (quasi sempre vittorie). Cosa era successo in quel momento, come è stato superato e come personalmente ha vissuto lo sfogo?
“Il presidente è una persona estremamente ambiziosa e che vuole intorno a sè persone con lo stesso livello di ambizione e che condividano i suoi sogni. Noi contro Milano, quella sera, facemmo una brutta partita, lui dice ciò che pensa in maniera diretta e istintiva, ma questo è un tratto del suo carattere. Aldilà della sfuriata, noi ci siamo dispiaciuti non tanto per le cose che ci erano state dette quanto per la partita, perchè alla fine volevamo noi più di chiunque altro vincere, direi che è stato un momento in cui ci è stato un ulteriore step di crescita con un confronto quotidiano tutti insieme, perchè alla fine come si è visto, aldilà delle vittorie siamo tornati poi in campo con ancora più coesione, una coesione tra squadra e società. Lui è diretto, chiaramente in quel momento c’è stato un attimo di dispiacere perchè avevamo anche deluso il pubblico che era tornato numeroso al palazzo, però siamo stati bravi tutti insieme, società, squadra e staff nel raccogliere un’opportunità da quella situazione. Siamo scesi in campo determinati a fare il nostro, ora i risultati ci stanno dando ragione.
–Quali sono le linee guida per costruire la squadra quest’anno. Come mai è arrivata la rinuncia a Jazz Johnson, il bomber della squadra?
“L’idea iniziale è stata quella, come io desidero, una squadra lunga, che sacrifichi la qualità di uno o due elementi per avere una rosa a disposizione più lunga, per me è una cosa fondamentale perchè per giocare la nostra pallacanestro credo servano rotazioni, ricambio e caratteristiche diverse tra i vari giocatori, quindi questo è il primo aspetto. Abbiamo cercato di confermare un blocco della squadra dell’anno scorso, tra cui c’era anche Jazz Johnson all’inizio, e abbiamo cercato di prendere giocatori, alcuni con voglia di rilancio, vedi Cicchetti, Piglianisi, che avevano qualcosa da voler riscattare, e in più giocatori di un livello acclarato, come può essere Monaldi. Abbiamo cercato di costruire un mix di questi elementi e soprattutto la linea guida principale è sempre quella di avere una squadra che mette il gruppo al di sopra dei singoli, quindi anche grande chiarezza nel confronto con i giocatori prima di arrivare a Rieti, nel capire cosa ci si aspetta da loro e quali sono gli obiettivi.
–Qual’é il suo pensiero sulla coppia degli americani di Rieti.
“Spencer ha avuto bisogno di adattarsi al campionato, almeno 2/3 mesi buoni, ma era una cosa ampiamente prevedibile perchè la Serie A2 è completamente un altro contesto rispetto alla Serie A, quindi immaginavo una fase di adattamento, ora direi che sta giocando ad un livello molto alto per quelle che sono le sue caratteristiche, siamo contenti della scelta che abbiamo fatto, anche su Harris, un giocatore che in assoluto non ha 20 punti nelle mani ma crea molti più spazi per gli altri perchè ha delle doti atletiche e tecniche che si completano bene con gli altri. E’ un giocatore molto atletico, che attacca il canestro, corre in contropiede e passa molto bene la palla, secondo me questa cosa ha permesso anche un innalzamento del rendimento di tanti altri giocatori.
–Cosa ne pensa invece di Sarto
“Dal punto di vista dell’educazione, dell’impegno e della dedizione che ci mette, è un ragazzo eccezionale, ce ne sono pochi come lui. Sta completando la sua maturità, non è necessario maturare per forza a 17 anni, non c’è una legge che lo dice, ognuno ha il suo percorso di crescita, credo che lui sia arrivato quasi in fondo, probabilmente ci ha messo un pò in più, ma a volte le dinamiche e alcune situazioni cambiano il destino di un giocatore. La cosa importante è che quando si parla di giovani italiani in Serie A2 non bisogna focalizzarsi solo sugli under 21, non tutti sono pronti a quest’età. Io ho allenato Riccardo Rossato, che ha fatto tanta gavetta di A2 e che a 26 anni è diventato un giocatore affidabile in Serie A, venendo anche convocato in Nazionale, quindi fondamentalmente la Serie A2 può svolgere questo compito ma non è un qualcosa di matematico. Credo che Sarto sia quasi al termine di un percorso di maturazione che spero lo possa portare più in alto possibile.
–Cosa le rimane dell’esperienza a Scafati, pensa che quest’anno si salverà in A1?
“Adesso anche con l’ingaggio di Ramondino, un allenatore di grandissimo valore ed esperienza, penso abbiano il talento necessario per tirarsi fuori da quella zona un pò pericolosa, mi auguro con tutto il cuore che ci riescano per la società e per la piazza. La mia esperienza lì è stata decisiva perchè io mi sentivo pronto per poter fare un campionato importante in quel momento, e anche in quel caso, con una grande coesione d’intenti con la società siamo riusciti a fare un qualcosa di speciale e straordinario, per me rimarrà una tappa indelebile nella memoria e credo mi abbia aiutato molto nella crescita come allenatore e persona.
–Qual’é il suo giudizio del basket campano, due squadre in A1, Avellino in A2 e tante altre in B Nazionale, è una delle regioni in cui il Basket è più seguito e in vista?
“Quando ho iniziato ad allenare nel 2003 era il periodo d’oro con Napoli, Caserta e Avellino in Serie A e avevamo avuto anche Scafati. E’ chiaro che il basket campano ha subito, dal 2010 in poi, una flessione che è coincisa con la crisi economica generale, è chiaro che ne ha fatte le spese un pò tutto il basket campano. La passione penso sia rimasta viva e sono felicissimo di vedere le squadre campane in Serie A e spero ce ne siano sempre di più nelle categorie massime, ora non voglio fare un pronostico che porti sfiga, ma credo che Napoli e Scafati si salveranno entrambe. Avellino sta dimostrando di avere un progetto valido e al primo anno in A2 oltre a fare una buona stagione ha messo su una buona squadra, manca un pò solo Caserta all’appello in A2 che spero, attraverso un progetto di crescita, possa ripresentarsi. Da campano sono solo contento di vedere squadre campane consolidarsi o emergere.
–C’è stato un piccolo assaggio di Serie A, vorrebbe tornare e si sente pronto?
“Sicuramente ci devo tornare, in Serie A sono arrivato attraverso la vittoria di un campionato quindi non in maniera fortuita, quindi spero e ho l’obiettivo di tornarci il prima possibile, questo è fuori ogni dubbio, se mi sarà concesso ovviamente poi non è detto che io ci riesca ma ci proverò con tutte le mie forze. Quella piccola esperienza che ho avuto mi ha dato anche degli input su analizzare quello che ho fatto in quel breve periodo, e ora sarei anche più pronto rispetto alla prima volta, ma penso sia anche normale.
–Un pensiero sul campionato di Serie A2 in generale e sulla formula entrata in vigore quest’anno.
“Sono 8 anni che alleno in A2 da capo allenatore, quindi ho visto un pò tutta l’evoluzione della Serie A2 perchè ho fatto anche da assistente, e finalmente si è giunti ad un campionato di altissimo livello, nettamente il migliore degli ultimi 10/15 anni ma a mani basse. Una miriade di squadre capoluogo o provincia, in piazze importantissime nello stesso girone dove ogni domenica si va a giocare una partita che è una battaglia. Domenica giochiamo a Livorno che annovera tra le sue fila Banks, Hooker e Filloy, e in questo momento lotta per tirarsi fuori dalle sabbie mobili, questo un pò per far capire quanto il livello della Serie A2 si sia alzato in questo campionato.
E’ molto bello da seguire e da giocare anche se con un pò troppe partite perchè 38 gare, con tanti turni infrasettimanali, per le società di A2 non sono tanto semplici da gestire.
–Come si potrebbe migliorare questo aspetto?
“Non sono un esperto di regole, i turni infrasettimanali è chiaro che devono esserci ma mi rendo conto che la gestione delle 5 partite consecutive in due settimane è faticosa e, oltre ad alzare il rischio di infortuni, cala un pò il livello come è normale che sia, ma il campionato in sè è sicuramente più affascinante.
–Pensa che si possano inserire altre squadre nella corsa alla promozione diretta come la Fortitudo Bologna che è partita male e ora si sta riprendendo?
“La Fortitudo già da adesso sarà una delle favoritissime per la promozione, non so se tramite playoff o per promozione diretta, noi dobbiamo essere quella squadra che nessuno vuole affrontare, sia in campionato che ai playoff, perchè comunque noi speriamo di aver trovato una struttura tale da mettere in difficoltà quasi tutti, non vogliamo accontentarci ma cercare di arrivare più in alto possibile ma alla fine basta poco per cadere nel baratro, questo campionato è pericoloso da questo punto di vista.
–Analisi del big match Forlì-Udine.
“Abbiamo giocato con Forlì recentemente, con Udine un pò prima. I bianconeri mi sembrano in assoluto la squadra più completa e che ha avuto un pò più di continuità nell’arco del campionato, quindi il peggior cliente. Quando ti prepari per andare a giocare a Forlì sai che sarà dura, sia perchè Antimo Martino è un bravissimo allenatore, sia perchè la società è abituata a stare ad un certo livello così come la squadra. Se dovessi fare un pronostico, non mi aspetto che una delle due squadre vinca in maniera netta, credo che sarà una partita punto a punto.
–Altra partita molto interessante Brindisi-Fortitudo Bologna
“Brindisi è un’altra squadra in grandissimo gas e che ha trovato definitivamente l’equilibrio che cercava anche con il recupero degli infortunati che l’hanno un pò limitata nel corso della stagione. La Fortitudo invece è la squadra più in forma del campionato nell’arco degli ultimi due mesi. Giocare a Brindisi è difficile per tutti, anche per la Fortitudo, sarà anche questa una partita punto a punto, sia questa che Forlì-Udine saranno due sfide che si chiudono negli ultimi minuti, poi sbaglio magari (ride, ndr).
–Cosa si aspetta dalla partita contro Livorno dalla sua Rieti?
“Livorno è un campo difficilissimo, molto caldo, quindi la prima cosa da fare sarà reggere l’impatto ambientale e avere un approccio alla partita di grande mentalità e di solidità tecnica, perchè scavalcata la fase iniziale possiamo giocare una grande partita, è chiaro che in quel palazzetto Livorno costruisce giustamente la maggior parte delle sue fortune, quindi sarà una battaglia. L’aspetto mentale, emotivo e l’approccio di entrare bene subito nella partita, sin dai primi minuti, ci darà la possibilità di giocare per vincere. Sbagliare l’approccio può essere fatale.
–Un pensiero su un tema del basket molto discusso ultimamente: il tiro da tre punti viene usato troppo o è giusto il suo utilizzo?
“E’ un discorso molto complesso che richiederebbe anche l’analisi di dati, che dicono che l’efficienza del tiro da tre punti è oggettivamente una statistica da cui non si può scappare, ogni squadra deve fare i conti con questo. Tirare da tre punti in determinate condizioni di equilibrio offensivo è nettamente più vantaggioso che tirare da due punti, credo che il basket vada semplicemente nella direzione in cui gli studi analitici e lo sviluppo del gioco lo portano. Quindi si vedono sempre più specialisti alzano il ritmo della partita, ma questo viene da uno sviluppo del gioco naturale. Anch’io sono legato alla pallacanestro con cui sono cresciuto, con due interni e tre esterni, quindi sono il primo ad essere nostalgico a quel tipo di basket, ma d’altra parte il futuro e il cambiamento non si possono evitare. Sarà possibile solo se decideranno di cambiare le regole, quindi in questo momento si gioca così perchè il gioco lo richiede.
INDISPONIBILI e IN DUBBIO della VENTISEIESIMA GIORNATA
Lorenzo Querci (PIACENZA); Salvatore Parrillo (PESARO); assente Martino Mastellari, in dubbio Gabriele Miani (CIVIDALE); Alessandro Sperduto e Georges Tamani (CENTO); improbabile la disponibilità di Aristide Landi (TORINO); assenti Kristofers Strautmanis e Tommaso Raspino, torna a disposizione Andrew Smith (VIGEVANO); in dubbio Armando Verazzo (AVELLINO); assente Ion Lupusor (RIETI); assenti Lazar Nikolic, Avery Woodson e Antonio Iannuzzi (NARDO’); assenti Alessandro Gentile, Luca Cesana e Ike Udanoh (URANIA MILANO); Gerald Robinson (RIMINI); assenti Kenny Gabriel e Gherardo Sabatini (FORTITUDO BOLOGNA).
NOTIZIE della SETTIMANA
CANTU‘: l’addio di Christian Burns, passato alla Vanoli Cremona (Serie A); TORINO: debutto sulla panchina gialloblù per Paolo Moretti; VIGEVANO: esordisce il nuovo acquisto Stefano Spizzichini da Fiorenzuola (Serie B Nazionale); ORZINUOVI: ingaggiato Gerel David Simmons.
QUI la CLASSIFICA di SERIE A2
QUI il CALENDARIO di SERIE A2
Foto di Ciamillo Castoria