Peppe Poeta è stato ospite dell’ultima puntata di Alley Oop, trasmissione in onda ogni martedì dalle 17 alle 18 e condotta da Eugenio Petrillo, Alessandro di Bari e Marco Lorenzo Damiani. Il coach di Brescia ha parlato delle Final Eight, della sua esperienza a Milano e in nazionale da assistente, oltre a tanti altri argomenti.

“Arriviamo alla Coppa Italia con l’entusiasmo che ha caratterizzato questo nostro primo scorcio di stagione, ormai quasi due terzi. Vogliamo far bene, senza eccessiva pressione, sappiamo di non essere tra i favoriti, però vogliamo giocarci tutte le nostre carte al meglio”. 

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La magia della Coppa Italia.
“L’ho giocata tante volte da giocatore, l’ho fatta due volte da assistente con Milano, si crea qualcosa di magico, di unico, spesso ci sono sorprese. È molto difficile fare previsioni perché ci sono giocatori che entrano in fiducia e fanno quattro giorni da capogiro, quando magari fino ad oggi non hanno fatto una grande stagione o viceversa”.

Sulla stagione senza coppe europee
“Questa è un’idea del nostro proprietario da sempre, preferisce fare una sola competizione, in quanto Brescia è una città che risponde poco al mercoledì o al giovedì. È una città di grandi lavoratori. Si è preferito creare più appeal su una competizione piuttosto che su due. Quanto questo ci abbia aiutato non lo so dire, perché poi secondo me la coppa dà e la coppa toglie. Ti dà a livello di chimica, di fiducia, di vissuto insieme e invece ti toglie a livello di energia, di viaggi e di infortuni”. 

Su Spagnolo, compagno di squadra a Cremona.
“Quello era il mio ultimo anno, l’ho trattato come un fratellino, è un ragazzo speciale con grande etica del lavoro. Sta facendo tutti gli step giusti. Se si pensa che ha solo ventun’anni e già ha giocato un anno in serie A con Cremona, un anno in Euro Cup da protagonista e questo è il secondo anno in Eurolega. Sono tutte esperienze che lo stanno facendo crescere gli stanno dando consapevolezza e fiducia nei propri mezzi. Sta crescendo anche fisicamente quindi il futuro è tutto dalla sua parte”.

L’esperienza a Milano e in nazionale da assistente.
“Ho fatto due anni super intensi, in full immersion tra Milano e nazionale. Ad Ettore devo tantissimo, innanzitutto tanta gratitudine, perché non è per nulla scontato che appena smetti trovi un posto in uno staff così importante. Quando ho smesso Pozzecco usciva da Milano e Messina vuole sempre un ex giocatore nel suo staff di quattro assistenti. Io avevo un bel rapporto con lui da quando mi aveva allenato in nazionale e quindi ho fatto dei colloqui e per poi avere questa grandissima opportunità.  Due anni con Ettore sono stati come cinquecento clinic, perché ogni giorno c’era una riunione, ogni giorno c’era un’analisi di una partita, un post partita. Ho provato ad attingere il più possibile da uno dei più forti allenatori d’Europa degli ultimi trent’anni”. 

Il rapporto con il Poz.
“Con Gianmarco c’è un rapporto di amicizia diverso ancora, mi ha aiutato in tutto quello che è la transizione da giocatore ad allenatore che aveva già vissuto, dandomi una mano su tutte le sensazioni, sui differenti modi di approcciare e sul percorso. Anche lui voleva un ex giocatore nel suo staff e da lì è nato tutto”.

Sull’estate della nazionale.
“Abbiamo ottenuto un’ottima qualificazione con largo anticipo, quindi questa finestra magari possiamo sperimentare con un po’ di giovani. Vedremo chi è più pronto e chi meno a vestire la maglia della nazionale. C’è una buona base su cui lavorare, ci sono dei giovani che stanno facendo bene e stanno crescendo. Sappiamo che siamo lontani dalle favorite, potenzialmente se pensiamo a Francia, Serbia o altre nazioni che sono onestamente molto più forti, però vorremmo fare una bella figura come abbiamo già fatto come abbiamo già fatto all’Europeo o al Mondiale”.  

I prossimi pilastri dell’Italbasket.
“Pajola è in costante crescita, penso che sarà un leader assoluto di questa nazionale per i prossimi dieci anni, ma i vari Spagnolo, Procida, Bortolani, Mannion, Niang, ci sono tanti giovani che stanno facendo bene, che stanno crescendo, soprattutto nelle guardie, nei lunghi un pelino meno, lo sappiamo, è un po’ il nostro cruccio da tanti anni. Sicuramente anche Caruso e Diouf non stanno demeritando, però se poi guardiamo il materiale fisico sotto canestro abbiamo sempre un pochino di lacune da quel punto di vista. Siamo comunque ottimisti, vogliamo andare con entusiasmo senza guardare i nostri punti deboli ma solo a quelli di forza”

 

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In foto Peppe Poeta